In principio, vi fu il cataclisma di Vigil. Un team talentuoso e nel fiore degli anni, devastato all'improvviso dal disastro di THQ e disperso ai quattro venti. Quasi ironico, per il loro marchio dedicato ai cavalieri dell'apocalisse, sparire a sua volta per via di un fallimento altrettanto apocalittico, fatto sta che Darksiders diventò all'improvviso una proprietà intellettuale in animazione sospesa, e gli sviluppatori della software house si divisero tra vari altri team. Il mondo dello sviluppo è però a volte più imprevedibile persino delle sue sciagure, e ha visto rinascere contro ogni aspettativa il marchio Darksiders con un doppio miracolo: la "rinascita" di THQ grazie a Nordic Games, e il sistematico recupero dei dispersi di Vigil per dare vita a un nuovo gioco della serie. Quello che molti non sanno è che questi reduci non sono approdati solo tra le fila di Gunfire Games, ma si sono in realtà divisi in due diversi studi, il secondo dei quali è capeggiato da quel leggendario Joe Madureira che i cavalieri li ha disegnati. Parliamo, ovviamente, di Airship Syndicate, e se li tiriamo fuori in questa e sede, è perché a quest'E3 abbiamo avuto modo di fare quattro chiacchiere proprio con Joe Mad, e di vedere Darksiders Genesis: un prequel isometrico della serie, che sembra voler fare da "tappabuchi" fino all'uscita del prossimo capitolo principale dei Gunfire (già confermato nonostante le vendite non eccezionali del terzo episodio). Attenzione però, gli Airship non volevano sfornare un diablolike senza arte né parte, e hanno dunque dato vita a un titolo molto più attaccato alle sue radici di quanto ci si potrebbe immaginare.
Dualsiders
Gli sviluppatori in fiera hanno voluto subito precisare una cosa: Genesis è un Darksiders isometrico in tutto e per tutto. La nostra prova non li ha smentiti: siamo davanti a un titolo con visuale dall'alto, come detto, ma privo di loot, perché qui tutto gira attorno al combattimento e a un sistema di crescita dei personaggi complesso in parte ispirato da altri giochi. Noterete peraltro che abbiamo parlato di "personaggi" al plurale... questo perché Darksiders Genesis non vi permette di utilizzare un solo cavaliere, bensì la coppia Guerra/Strife, con la possibilità di cambiare protagonista in ogni momento (anche durante una battaglia). Pensate, lo strano duo ha permesso al team anche di puntare un po' sull'umorismo: il gioco si svolge subito dopo la distruzione dei Nephilim ad opera dei cavalieri, e l'apatia di Guerra si sposa alla grande col modo di fare un po' assurdo e caciarone di Strife, quasi fossero una sorta di duo comico alle prese con un'orda demoniaca. Certo, non siamo davanti a un titolo che punta tutto sull'umorismo, è il caso di sottolinearlo, ma è stato comunque bello vedere più di una scena divertente durante gli scambi tra i due.
Parlavamo, ad ogni modo, di sistema, ed è il caso di soffermarsi proprio sulle meccaniche, perché sono davvero distintive. Quando diciamo "Darksiders isometrico" non stiamo esagerando: il gioco è curiosamente verticalizzato, e mantiene sia parte del platforming dei predecessori (con tanto di colonne attorno a cui ruotare, appoggi in legno ai bordi dei dirupi su cui scorrere, e altre forme di navigazione prese di peso dagli altri capitoli), sia dei puzzle direttamente legati alle abilità dei due cavalieri, che costringono ad aguzzare l'ingegno e a scegliere quello giusto per avanzare. Ripetiamo però che il fulcro dell'esperienza risiede negli scontri, perché se da una parte Guerra è un classico bestione con abilità ad area capace di fare disastri con il suo spadone, Strife risulta assai diverso, e trasforma il titolo in una sorta di twin stick shooter, con tanto di magie e vari volumi di fuoco. Certo, anche Strife può menare le mani dalla corta distanza, eppure la sua capacità di equipaggiare proiettili multipli (può usare due tipologie di sparo alla volta) lo rende molto più spassoso ed efficace quando si allontana, e molti degli scontri sono bilanciati attorno all'equilibrio tra le abilità corpo a corpo di Guerra, e la devastazione che il suo comprimario può provocare dopo essere fuggito da un pericolo immediato.
Castlevania come il prezzemolo
Un po' di ottime trovate, ma Darksiders Genesis non si riduce a questo (anche perché un sistema simile, per quanto variegato, può venire a noia alla lunga). Il titolo infatti vanta anche una cooperativa in split screen molto interessante, con tanto di attacchi combinati - che dovevano ancora venir implementati, e in singleplayer pare verranno usati durante il cambio di personaggi in battaglia - manovre di supporto, e persino le forme "potenziate" dei cavalieri (e anche qui, la forma di Strife non era completa, ma nel gioco finito vanterà un cannone da braccio devastante). Il fulcro sembra tuttavia essere lo sviluppo dei due cavalieri, perché il giocatore avrà sì a disposizione un ramo delle abilità classico, ma anche la possibilità di utilizzare le skill dei nemici, che possono venir ottenute con percentuali variabili dopo ogni uccisione. Sì, in parole povere, anche qui abbiamo la meccanica che rendeva unico Aria of Sorrow, e che ultimamente sembra esser tornata di moda (Bloodstained, Nioh 2... e via così).
Non ci lamentiamo di certo, sia chiaro: si tratta sempre di un'ottima trovata, in grado di movimentare enormemente le battaglie e di offrire un sacco di possibilità interessanti a livello offensivo e difensivo in ogni gioco di questo tipo. Per ora non abbiamo visto molte tecniche avversarie in azione, ma le poche osservate ci sono parse molto valide, e pare che anche i boss potranno "droppare" le loro abilità nel gioco completo. Non molto da dire invece sul comparto tecnico: l'art direction ha sempre il suo sporco perché - d'altronde c'è di mezzo Madureira, ed è una garanzia - e questo è il primo gioco della casa fatto con Unreal (finora avevano sempre utilizzato Unity), ma ci è parso fluido ed estremamente stabile, a dimostrazione che gli Airship hanno i titoli isometrici nel DNA dopo il buon Battle Chasers.
Darksiders Genesis ci ha sorpreso non poco. Quello che inizialmente sembrava il solito diablolike si è invece rivelato un adrenalinico action isometrico molto vicino ai capitoli passati, non privo di trovate interessanti e di meccaniche "prese altrove" che ben si sposano ai suoi sistemi. Gli Airship ormai sembrano aver trovato una propria dimensione nei titoli isometrici, e questo prequel ci sembra una perfetta distrazione in attesa del prossimo capitolo. Vedremo fino a che punto saprà stupirci al lancio.
CERTEZZE
- Divertente e adrenalinico, specialmente durante gli scontri
- Molto più vicino ai Darksiders "principali" di quanto si possa credere
- Cooperativa a due, e notevole varietà tra i personaggi
DUBBI
- Il platforming non è gestito alla perfezione, a causa della visuale isometrica