Deadlock è come una zanzariera elettrica: un videogiocatore appassionato di multiplayer online crede di poter resistere al suo fascino, ma si accorge ben presto che non riesce. Valve ha messo insieme non una formula mai vista ma un meccanismo fatto di ingranaggi familiari che, sorprendentemente, si incastrano alla perfezione tra di loro. Detto questo, insieme a tutti i pregi dei MOBA e degli sparatutto in terza persona, Deadlock si prende anche tutti i loro difetti, primo tra tutti l'incredibile complessità.
I 21 eroi iniziali sono artisticamente curati, come il resto dell'estetica, variegati e in qualche modo familiari a chi bazzica tanto il mondo degli hero shooter quanto quello dei MOBA. La peculiarità di Deadlock è proprio questa: restare familiare nelle dinamiche, ma sorprendere nelle meccaniche. La sua struttura, infatti, è quella di un MOBA, ma essendo uno sparatutto in terza persona, l'esperienza risulta nuovissima alla maggior parte dei giocatori che lo proveranno.
Le abilità disponibili sono innumerevoli, combinabili in tanti modi e l'unico ostacolo al raggiungimento della vittoria è la comprensione della situazione presente così come la scelta giusta della mossa da portare a casa. Pensate a una partita a Stratego in cui potete sparare al vostro avversario. Allo stato attuale, però, il gioco non vi insegna le sue regole e chi non le conosce si ritrova inevitabilmente svantaggiato.
Delle basi complesse
La prima cosa da sapere di Deadlock è che prima che uno sparatutto è un MOBA. A tutti coloro a cui non piacciono questi giochi, vuoi per i lunghi tempi di rinascita, i match impossibili da recuperare o la sproporzione nel livello di potere del fine partita, non piacerà Deadlock perché i suoi ingranaggi di base sono quelli di un multiplayer online battle arena. Questo vuol dire corsie con torri (in questo caso bellissimi robottoni steampunk), minion da aspettare e difendere, oggetti che trasformano il più umile dei guaritori in un tritacarne e una base nemica da assaltare e distruggere.
Deadlock resta un MOBA anche nelle sue fasi di gioco: prima c'è la manutenzione della corsia con minimi ingaggi e costruzione del personaggio tramite gli oggetti, poi ci sono i primi scontri non di squadra ma due contro due o tre contro tre, poi arrivano le fasi finali di assalto alla base nemica in cui tutti e sei i personaggi di una squadra si ritrovano faccia a faccia con le loro controparti avversarie. Una partita non dura mai meno di mezz'ora, con picchi anche da un'ora, e non è possibile cambiare eroe a metà quindi bisogna scegliere bene con che campione scendere in campo.
L'ostacolo che i neofiti troveranno insormontabile non per le prime ore, ma per le prime settimane di gioco, tuttavia, è quello della costruzione delle build. I potenziamenti disponibili in questo momento sono 116, ciascuno equipaggiabile da ciascun eroe. Le possibilità tendono all'infinito visto che, delle tre categorie una dedicata ai danni, una alla resistenza e una alla magia, si possono avere quattro potenziamenti passivi ciascuna, a cui si aggiungono altri quattro slot totali in cui mettere potenziamenti attivi. Tutto questo per dire che il gioco è veramente complesso, anche per chi bazzica i MOBA come LoL o DotA 2, e le facciate si prendono spesso, magari contro nemici che fino a un momento prima risultavano innocui.
A venire incontro ai giocatori di Deadlock, però, ci sono le build della community. Ogni utente, infatti può realizzare una schermata selezionando l'equipaggiamento che secondo lui è il migliore e pubblicarla per il resto dei giocatori che possono usarla o modificarla anche in partita. C'è persino spazio per delle note che suggeriscono cosa acquistare per prima e in che situazioni. Questo strumento è una manna per il neofita che può così iniziare non solo a sperimentare, ma anche a imparare quali oggetti e quali combinazioni servono per quale fine.
Chiude la lista delle complessità preliminari (e sottolineiamo preliminari) di questo gioco la gestione delle abilità. Ogni personaggio ne ha quattro che si sbloccano periodicamente salendo di livello. Queste, poi, vanno potenziate nel corso della partita e si evolvono acquisendo effetti e danni aggiuntivi. Il vecchio mantra "massimizzane una e poi pensa al resto" popolare tra i giocatori di LoL si applica anche qui, ma non sempre con la medesima efficacia. L'ambiente è incredibilmente mutevole nel corso di una partita quindi è fondamentale tenere traccia della progressione nemica prima di decidere dove investire.
Un’atmosfera tra Dishonored e Bioshock Infinite
Uno degli aspetti che più colpisce di Deadlock è la sua atmosfera perfettamente costruita per riflettere una gilded age alternativa tra il paranormale e l'occulto. Le citazioni a grandi successi del mondo videoludico sono tante e vanno dalle ombre ai ratti di Dishonored passando per le skyline e le carrucole di Bioshock Infinite. La mappa è ambientata in una città industriale con tanto di pubblicità di inizio secolo, negozi e tanti piccoli dettagli che gli amanti di queste atmosfere sapranno apprezzare.
Gli esponenti più in vista di questo stile grafico, però, sono gli eroi che vanno dallo scienziato a metà tra l'umano e il robotico, al demone emerso da un portale con gli inferi, alla medium con mitragliatrice Thompson per finire con il robot industriale dall'accento cockney trasformato in gladiatore. C'è un eroe per tutti i gusti, cecchini, classici brawler, guaritori e tank, ciascuno con punti di forza e debolezza in determinate fasi di gioco e, soprattutto, con statistiche uniche.
Noi abbiamo passato molto tempo in compagnia di McGinnis e Dynamo, la prima specializzata in torrette ma con dotata anche di un muro che divide e blocca le corsie e una granata curativa, il secondo che ama i combattimenti ravvicinati, si teletrasporta alle spalle del nemico e può bloccare un'intera squadra con la sua ultimate. Entrambi questi personaggi sono marcati come adatti ai nuovi giocatori, in più di 15 ore di gioco, però, crediamo di aver solo scalfito la superficie delle loro possibilità.
Come per tutti gli altri MOBA, anche per Deadlock il consiglio è uno solo: sperimentate, ma poi scegliete un singolo eroe e provate a impararlo al meglio, solo così si comincia ad avere successo in modo sistematico. Anche con questa precauzione, per, bisogna affrontare la nuova esperienza di Valve preparati a perdere parecchio perché il matchmaking, in questa fase di sviluppo, è pressoché inesistente e mette gli uni contro gli altri giocatori dal livello di esperienza molto diverso. Ci è capitato di ritrovarci in partite in cui un membro della nostra squadra giocava da solo e ci ha portato alla vittoria e in altre in cui in tre o in quattro non riuscivamo ad abbattere un nemico.
Deadlock è un esperimento riuscito che prende i giocatori appassionati di titoli multigiocatore competitivi online e li intrappola in un circolo virtuoso di sperimentazione, ammirazione, sconfitte, rivincite e tante piccole scritte da leggere. Il modo in cui Valve ha unito la struttura di un MOBA alle dinamiche di scontro di uno sparatutto è una masterclass in creatività e coraggio perché chi ci ha provato prima di lei (chiedetelo a Battleborn) non ci è riuscito. Le difficoltà di apprendimento, le partite perse dopo 15 minuti ma che ne durano 30, le build complicate e i danni nemici senza senso tipici dei MOBA sono inevitabili, ma vengono controbilanciati dalle folli sinergie di squadra, dalle abilità pirotecniche ed efficaci, dagli eroi esteticamente curati (nonostante la natura preliminare di molti asset ed effetti) e dall'incredibile soddisfazione della vittoria. La strada da fare, soprattutto in termini di bilanciamento e matchmaking, è ancora lunga, ma è a questo che servono i playtest: Deadlock, soprattutto come futuro eSport, promette benissimo perché è sempre e comunque spettacolare e divertente da giocare, anche quando si perde.
CERTEZZE
- Mix di generi e meccaniche molto riuscito
- Stile artistico ispirato e ben fatto
- Roster di eroi estremamente vario e modulare
- Build della community utilissime
DUBBI
- Ha tutti i difetti di un MOBA
- Bilanciamento bisognoso di tanto lavoro
- Matchmaking inesistente