Se siete arrivati sulla pagina di questo articolo sicuramente avrete già visto con grandissima attenzione l'imponente trailer di Death Stranding proiettato durante la conferenza PlayStation di questo E3 2018. Ancora una volta Hideo Kojima è riuscito a spiazzarci con una visione artistica che continua a guadagnare fascino ad ogni nuovo filmato ma, allo stesso tempo, si circonda di un mistero sempre più fitto continuando a lanciare elementi inediti nel mucchio di interrogativi che avvolgono questa nuova produzione esclusiva per PlayStation 4. Purtroppo ci sentiamo costretti a distruggere sul nascere ogni vostra speranza di trovare una qualche risposta in questa nostra anteprima: chi scrive non è riuscito a vedere neanche un secondo in più di quanto mostrato nel trailer e quello che segue è un flusso di idee e considerazioni nate da un'analisi approfondita del filmato, unita a qualche sana supposizione. Seguiteci, quindi, in questo articolo di pure speculazioni e fateci sapere cosa pensate delle nostre teorie nei commenti. O, ancora meglio, raccontateci le vostre.
Sam Porter Bridges è l’uomo delle consegne
Il trailer si apre con un botta e risposta tra Sam, il protagonista di Death Stranding con le fattezze di Norman Reedus, e il personaggio interpretato dall'affascinante Léa Seydoux che fa il suo esordio proprio in questo filmato. Da questo dialogo che attraversa l'intero filmato, scopriamo che il protagonista ha un secondo nome - ma forse è un soprannome, visto che lo ritroviamo stampato anche sulla sua tuta - e un cognome: Sam Porter Bridges. Il suo ruolo è effettuare consegne, ipotizziamo tra i piccoli accampamenti che ospitano le poche persone sopravvissute al cataclisma che ha portato sulla terra le strane entità o che magari è stato proprio causato da esse. Anche Léa svolge il suo stesso lavoro, lo possiamo facilmente capire dalla tuta che indossa e che riporta sulla schiena la scritta Fragile Express: che sia il nome della sua azienda? Possiamo immaginarlo dal fatto che proponga a Sam di lavorare per lei. Ma lui rifiuta ed è in questi primi secondi di trailer che possiamo intravedere e ascoltare un numero impressionante di dettagli.
Sam aveva una famiglia (magari ce l'ha ancora) composta da una moglie e una figlia e porta sempre con sé una foto che lo ritrae felice, sbarbato e con il capello corto, accanto a loro. Ha una qualche malattia, probabilmente uno stato di alterazione della propria umanità che risponde al nome di fattore estinzione, causata forse dal contatto ravvicinato con qualche entità e anche in questo caso sembra avere delle somiglianze con il personaggio di Léa. Si parla di un'allergia alla chiralità e dell'impossibilità di controllare le lacrime; Sam non può vedere le entità ma le può sentire sul suo corpo e infatti vediamo la sua pelle arrossarsi e i peli intirizzirsi nel preciso istante in cui il trailer cambia toni e ci mostra con chiarezza che le creature stanno entrando nella caverna in cui Sam si è rifugiato e ha incontrato Léa.
Ancora una volta scorgiamo le impronte a forma di mano apparire nel terreno, le vediamo riempirsi di acqua e le piante germogliare al loro passaggio ma è in questo preciso frangente che scopriamo un paio di elementi che spiegano moltissimo di quanto visto fino ad oggi. Le entità si chiamano "timefall" e accelerano il tempo in prossimità di tutto quello che toccano. Per questo motivo la vegetazione cresce accanto alle impronte e soprattutto ora possiamo capire come mai il personaggio ferito nel precedente trailer invecchiasse rapidamente non appena le forme aliene comincianovano a toccarlo. L'intervento di Léa è fondamentale per scampare alla situazione ma non è ben chiaro come mai la sua tuta crei degli spuntoni sulle spalle in caso di pericolo: che si tratti di una qualche forma di mimetizzazione accentuata anche dalla colorazione nera del suo vestiario?
Scenari fotorealistici in cui passeggiare
A questo punto il trailer abbandona la sua parte narrativa per mostrarci finalmente i primi scampoli di quello che pare essere il gameplay di Death Stranding. Sam è davvero un fattorino, la visuale è quella classica di un action adventure in terza persona e lo vediamo camminare attraverso numerosi scenari fotorealistici: ambientazioni rigogliose, zone vulcaniche, un lago con una splendida cascata, una catena montuosa e, a spezzare l'aspetto naturalistico, quello che appare come una zona urbana completamente distrutta, forse addirittura un grattacielo in rovina. In queste fasi Sam porta sulle spalle uno zaino in grado di alloggiare persino con un cadavere, più una serie di piccoli veicoli a levitazione magnetica e persino un numero variabile di valigie, alcune delle quali nelle due mani. Ci viene da pensare che un aspetto fondamentale del gioco sia proprio legato a questo lavoro di consegna con il giocatore che potrà scegliere quanto materiale portarsi dietro e quale strada percorrere. Più carichi e più distanza potrebbero significare premi più interessanti ma anche maggiori rischi: l'aspetto naturalistico degli ambienti può trasformarsi in un pericolo e vediamo Sam rischiare di affogare o non riuscire a raggiungere in tempo un veicolo prima che questo precipiti da un dirupo perdendo, supponiamo, tutto il carico.
O magari tutto questo è soltanto l'inizio del gioco, quello in cui dovremo prendere confidenza con la vita di Sam, creare un legame empatico con lui prima che la situazione precipiti e gli eventi si mettano in moto. Prima che il trailer cambi nuovamente tonalità, vediamo per un attimo Porter avviare la trasformazione di una valigetta in un'arma, una sorta di mitragliatore automatico mentre in lontananza si intravede un'accampamento. Nell'ultimo spezzone di trailer diventa invece evidente la natura stealth di Death Stranding. Qualcuno ci cerca attraverso la radio e scopriamo che Sam è ormai braccato dai timefall che lo stanno cercando attivamente. E in questo preciso frangente scopriamo un nuovo elemento del gioco che rende molto più chiaro quanto visto nel trailer precedente. A quanto pare Porter è unico: se le entità lo catturano e mangiano, si scatena un cataclisma. Lui non può morire per motivi che ignoriamo, ma lascia dietro di sé un cratere e la devastazione dell'area interessata. Esattamente quello che avviene nel filmato dei Game Awards 2017 (se non ve lo ricordate, ecco il lungo trailer di Death Stranding).
La sezione stealth si attiva non appena risvegliamo dal torpore il feto che portiamo con noi, collegando il suo contenitore alla tuta di Sam. È in quel preciso istante che si attiva il radar/drone montato sulla spalla che ha la funzione di indicare dove sono le entità e di renderle anche visibili. Il movimento intermittente della sonda e la sua rotazione sembrano indicare sia la distanza dei timefall che il loro stato di torpore o di ricerca attiva. Anche in questo caso, proprio come avveniva con il precedente trailer, Sam viene preso dalle creature che lo trascinano verso la pozza di liquido nero che immediatamente si crea sotto i suoi piedi. E qui si interrompe il trailer, non prima di averci lasciato con un proverbio: un criptobiote al giorno toglie il timefall di torno. Ormai sappiamo cosa sono i timefall ma il criptobiote? Potrebbe essere lo strano feto senziente che continua a comportarsi in modo spiritoso facendoci l'occhiolino e alzando il pollice (perché?) oppure la larva che Léa mastica e inghiotte proprio mentre recita l'adagio? O magari il verme e il bambino sono la stessa cosa? E infine, quale sarà il ruolo del personaggio interpretato da Lindsay Wagner che viene presentato durante il finale e di cui ignoriamo l'identità?
Sono ancora tante, tantissime, forse addirittura troppe le domande che Death Stranding continua a lasciarci in testa. E anche se maldestramente qualche puntino cominciamo a collegarlo, è chiarissimo che l'universo che Kojima sta definendo ha un fascino e una profondità che poche altre proprietà intellettuali videoludiche sembrano possedere. Finalmente abbiamo cominciato a intravedere qualcosa del gameplay ma per ora troviamo più facile stupirci dell'immaginario che circonda il gioco invece che del gioco vero e proprio. Speriamo, quanto prima, di poter cambiare idea in merito, perché questo vorrà dire che l'avremo finalmente provato.
CERTEZZE
- L'universo che Hideo Kojima sta creando sembra davvero incredibile
- Le attrici coinvolte sono ricche di fascino e carisma
DUBBI
- Quel poco che si è visto del gameplay non sembra particolarmente visionario