Le battute iniziali di Demon's Souls su PS5 non sono più un trauma come in passato. Per carità, arrivare dopo pochi minuti all'enorme Vanguard, sbagliare (ovviamente) la prima schivata, e morire malissimo non è mai piacevole, ma se non altro ora che i soulslike sono considerati "normali" non ci congela più davanti a uno schermo come un tempo.
Eppure il remake di Demon's Souls avrà ancora quell'effetto su molti videogiocatori che le opere di From e affini non hanno mai avuto l'occasione di provarle, ed è anche per loro che oggi - dopo aver già giocato il nuovo pargolo di Bluepoint per alcune ore - abbiamo deciso di scrivere un ultimo provato. Perché crediamo sia cosa buona e giusta spiegare le nostre prime impressioni da persone che hanno più volte affrontato l'originale, precisando quali cambiamenti ci sono stati, e quanto al momento il titolo ci sembri aver tollerato il passare degli anni in questa nuova veste. E, in tutta sincerità, se le rughe ci sono, si vedono meno di quanto credessimo.
Chi di spada ferisce di tutto perisce
L'originale Demon's Souls era già un titolo brillante, ma di certo non privo di sbilanciamenti ed errori di calcolo grossolani (si può dire un po' di tutti i Souls invero, ma qui è più evidente). Consci di questo, il gioco lo abbiamo cominciato sia con una classe puramente corpo a corpo che con l'immancabile ed efficacissimo nobile, consigliatissimo per chiunque voglia sfangarla senza troppe imprecazioni per via di un ottimo equipaggiamento di partenza e della immediata disponibilità della magia. Quest'ultima, infatti, in Demon's risulta straordinariamente efficace sia contro i boss che contro la stragrande maggioranza dei nemici normali, e facilita enormemente la progressione per via di danni generalmente elevatissimi degli incantesimi e delle limitazioni dell'intelligenza artificiale.
Il verdetto dopo un bel po' di ore di gioco? I Bluepoint non sembrano aver ritoccato in alcun modo le magie: al di fuori di un paio di situazioni in cui le abbiamo trovate leggermente meno potenti di quanto ricordassimo (ma potrebbe esser semplicemente la nostra memoria ad aver fatto cilecca), si sono rivelate ancora una volta straordinarie per ripulire intere stanze rapidamente o far avvicinare selettivamente certi avversari posizionati in modo molto fastidioso. Insomma, essere un mago in Demon's rappresenta ancora una sorta di "easy mode" rispetto agli altri Souls dove le capacità dei maestri dell'arcano sono più contenute.
L'altra chiara conferma che arriva dalla precedente discussione è quella legata all'intelligenza artificiale: assolutamente identica a quella dell'originale (è stato confermato più volte dagli sviluppatori, ma abbiamo comunque voluto fare qualche esperimento). L'aggressività e pericolosità dei nemici del gioco rendono meno gravi le stranezze comportamentali osservate nelle mappe, ma qui forse avremmo gradito un po' di modifiche ai pattern di certi avversari (seppur in tutta sincerità sia difficile rinunciare agli spassosissimi capitomboli di soldati e mostruosità varie giù dai burroni).
Cosa è invecchiato e cosa no
Molto meglio, invece, gli impatti e le meccaniche di base. Il sistema è per lo più invariato (persino la limitata area di attivazione dei backstab ai nemici è identica all'originale), ma le animazioni completamente rinnovate e in generale più "pulite", e la possibilità di rotolare in tutte le direzioni - la schivata era più contenuta nell'opera From - modernizzano Demon's più di quanto ci saremmo aspettati, pur non portandolo ai livelli dei titoli più recenti del team di Miyazaki. Sarà il ritmo più compassato, ma attraversare i mondi del gioco e riassorbire ancora una volta il suo elaborato sistema di potenziamento delle armi e dei personaggi offre ancora la stessa sensazione di stupore misto ad angoscia, seppur smorzata per ovvie ragioni. Va detto comunque che i 60 FPS stabili su PS5 sono una miglioria enorme, che basterebbe quasi da sola a dare nuova linfa vitale all'esperienza. In un gioco dove tutto è strutturato attorno alla morte e alla necessità di recuperare i propri progressi, peraltro, anche i caricamenti istantanei della nuova ammiraglia Sony sono un dono dal cielo, che elimina praticamente del tutto i tempi morti (gioco di parole non voluto, forse...).
Nel complesso lo scheletro dell'originale ha tenuto, e le innovazioni tecniche gli hanno dato quella marcia in più capace di farne apprezzare la qualità anche ai neofiti. Il punto più debole, quindi, è rappresentato dai boss, che in Demon's erano estremamente memorabili dal punto di vista artistico, ma non sempre elogiabili da quello dell'esperienza ludica. Per carità, gli scontri con nemici del genere davvero infimi sono pochissimi (e di norma sono boss fight abbastanza guidate dove non si combatte quasi in favore di qualche espediente specifico), però si vede chiaramente (specie se si viene da Bloodborne) quanto questo elemento si sia evoluto negli anni e fosse ancora abbastanza grezzo qui.
Pochi cambiamenti, ma buoni
Bisogna se non altro dire che, nonostante i Bluepoint non abbiano voluto correre rischi, i cambiamenti che hanno apportato al gioco ci sono sembrati quasi tutti ben calcolati e rispettosi del lavoro di From: le cure ad esempio ora pesano di più, ma gli oggetti in eccesso vengono mandati immediatamente al forziere, annullando di fatto il problema del limite di peso degli oggetti (tra i souls presente solo in Demon's); la limitazione alle erbe curative legata al peso è inoltre forse collegata alla volontà di evitare un eccesso di cure online da parte degli invasori (con peraltro l'aggiunta di un nuovo oggetto che limita proprio le abilità rigeneranti nel gioco sempre per questo motivo). Non bastasse, le lucertole, spesso difficilissime da eliminare per via della loro velocità (e importantissime per i materiali offerti), sono state rallentate, chi non vuole invasori può limitare gli attacchi online con un'opzione attivabile dal menu, ed è possibile persino modificare l'aspetto del proprio personaggio - il nuovo editor è completissimo - pagando un discreto quantitativo di anime ad una statua presente nel Nexus. Proprio qui abbiamo trovato poi la possibilità di sbloccare anche il "mondo spezzato": una nuova modalità.
Si è parlato molto di questa alternativa, ma da quanto abbiamo visto si tratta solo della possibilità di "specchiare" il mondo di gioco, senza cambiamenti di alcun tipo ad altri elementi (mantiene anche la stessa progressione della campagna base ed è selezionabile in qualunque momento). Indagheremo, nonostante non sembri esserci molto altro in quest'opzione.
Molte invece le chicche stilistiche: Demon's offre vari filtri, tra cui un "classico" che riavvicina la palette di colori a quella originale, vari filtri personalizzabili, e infine la possibilità di giocare con grafica potenziata a 30 fps. Ora, per quanto riguarda quest'ultima cosa, ve la sconsigliamo vivamente. I particellari migliorano sensibilmente così come l'impatto generale, ma paragonato alla modalità performance la legnosità dei comandi aumenta con una cattiveria rara. Piacevolissimo invece il photo mode, nonostante il fatto che permetta di mettere in pausa il gioco faccia già strappare i capelli ai puristi (se non altro si disattiva durante le invasioni, sembra).
Nonostante l'età della sua base, il remake di Demon's Souls per ora ci sembra un lavoro sopraffino, tecnicamente impeccabile e con ben pochi appunti negativi al di fuori di quelli dei super puristi più hardcore. Davvero bello constatare come, anche dopo aver affrontato quasi tutti i soulslike in circolazione, il loro "progenitore" mantenga ancora buona parte dell'atmosfera e della magia che lo caratterizzavano in passato, nonostante l'ovvio aiuto delle tante migliorie tecniche. Ora non resta che portare di nuovo a termine questa affascinante epopea, e rivalutarla per la nuova generazione. Non manca molto.
CERTEZZE
- Demon's mantiene ancora il suo fascino
- Lavoro sopraffino dal punto di vista tecnico
- I pochi cambiamenti fatti sono praticamente tutti sensati
DUBBI
- Alcune nuove scelte stilistiche non le abbiamo apprezzate moltissimo
- I boss sono invecchiati maluccio