Diario del Capitano
Approfitto della mia insonnia notturna, causa fuso orario, per fare una valutazione a mente quasi fredda dell'E3 Expo appena trascorso.
Questo mio diario assurge più ad una valutazione di massima sull'intero settore dei videogiochi più che su una singola fiera, anche se di eco quasi planetario. Come in un microsistema, una sorta di acquario, all'Electronic Entertainment Expo trovano spazio tutte le specie dell'universo videoludico, dal variopinto gioco multipiattaforma al raro esemplare dalla bellezza inedita.
Dall'E3 edizione 2003, nono anno, emerge chiara una verità inequivocabile: il PC è scomparso come piattaforma da gioco preferenziale. Le console lentamente hanno cannibalizzato la maggior parte della produzione, lasciando al personal computer il compito di soddisfare le esigenze degli amanti di settori di nicchia quali gli MMORPG, degli strategici e delle simulazioni "pesanti".
Negli altri settori, dallo sportivo all'arcade, passando per gli sparatutto e gli rpg, la console (sia essa Xbox, PlayStation2 o GameCube) ha preso il sopravvento. Gli stessi Doom 3 e Half-Life 2 non hanno resistito alla tentazione. Del resto, come ci si potrebbe astenere dal vendere un videogioco ad un mercato composto da milioni di piattaforme installate in cui la pirateria fortunatamente non ha proporzioni bibliche come nell'ambito dei giochi per PC? Questo canto del cigno vi viene raccontato da un pcista convinto che ha però aperto gli occhi da qualche tempo e si è reso conto della verità.
Ma non è per le sole regole di mercato che i PC stanno soccombendo nella lotta per LA piattaforma di gioco definitiva. E' nella loro natura stessa di macchine volubili, instabili e variabili che la guerra ha volto a favore delle console. Che poi guerra non dovrebbe essere. Da vero videogiocatore, a prescindere dalla piattaforma, voglio-devo essere in grado di prendere il meglio da ogni parte. Perchè escludere volutamente a priori un buon gioco per PS2, GameCube o Xbox solo perchè sono "console"? A tal proposito un aneddoto mi sarà d'aiuto.
Proprio ieri sera ho installato Enter the Matrix sul PC.
Quattro CD. E va bene.
Ho settato tutto al meglio, poi mi sono accorto che era già disponibile una patch multilingua. E va bene.
L'ho installata. Ho lanciato il gioco (dopo aver ricalibrato i dettagli video): l'audio ha dato problemi ed è sparito il menù video. Sono uscito dal gioco. Riavviato il computer. Reinstallata la patch per la seconda volta. E va bene.
Ho lanciato il gioco. Non c'è verso di settare il gamma. Non si vede un tubo. E non va bene.
Sono uscito dal gioco, ho spento il pc, ho preso la versione Xbox, sono uscito dall'ufficio e sono tornato a casa a giocare.
Valutazioni sul gioco a parte, il mio raccontino vuole dire la sua sulla competizione tra le varie piattaforme, specie in un periodo come questo in cui le prestazione dei pc e delle ultime console uscite sono piuttosto paragonabili. Di fronte a un potenziale problema, non ho esitato, potendo contare sull'alternativa. Certamente se l'avessi dovuto comprare, sarebbe stato un altro discorso. Ma la volta successiva, al negozio, cosa avrei scelto?
Torniamo dunque all'E3 e alle sue valutazioni. Detta la cosa più importante, e magari meno piacevole, passiamo ad argomenti più futili. Bello, molto bello, il gioco tanto atteso, Half-Life 2. Un po' meno bello Unreal Tournament 2004, terribilmente simile a Halo. Ho apprezzato John Carmack dal vivo, unica "rappresentanza" di Doom 3, gioco ufficialmente non disponibile all'Expo (ufficiosamente si, ma non per la stampa - avrà temuto il confronto con Half-Life 2?).
Non ho avuto la gioia di guardare Max Payne 2, al quale Take 2 ha riservato una visione alle sole riviste cartacee europee, tenendo lontane (permettetemi di rabbrividire) le testate online (attenderemo dunque i numeri estivi per leggere qualcosa).
Mi sono poi divertito nel cercare chicche nascoste, e ho trovato un anonimo Painkiller (in italiano "antidolorifico") della Dreamcatcher, sparatutto senza pretese se non quella di divertire senza cervello, à la Serious Sam. Interessante poi il seguito non ufficiale di Ufo: Enemy Unknown, chiamato Ufo: Aftermath della Cenega. E' da tenere sotto controllo.
Infine, quest'anno, mi sono finalmente accorto della gioia più grande dell'americano medio: la fila. L'americano medio adora stare in fila. Credo che nella line o queue (due termini inglesi sinonimi di fila) gli statunitensi ritrovino il concetto di ordine che manca, per forza di cose, in metropoli come Los Angeles. Confesso che le code americane stanno a un italiano come le galline in un pollaio stanno ad un cacciatore. Non c'è storia. Ma forse è nella loro abnegazione che gli americani vincono laddove gli italiani si arrendono e lasciano perdere. Forse è questo il segreto. E' per questo che un buon negozio americano attira migliaia di consumatori (che tendono a formare file chilometriche intorno ai palazzi) mentre un buon negozio italiano tende ad allontanare i clienti marginali.
Che paese ragazzi. Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.
P.s.: sabato scorso ho avuto l'opportunità di vedere Matrix Reloaded e l'ho fatto. Per non rovinare il gusto a qualcuno, rimanderò alcuni commenti a sabato prossimo.
Andrea Pucci, editore Multiplayer Network