Diario del capitano
In questo regime semifestivo che vige in redazione le giornate passano lievi tra un aggiornamento e un momento di gioco, mentre Uoz sta lavorando alla sua ultima mappa per Quake 3 Arena.
Se vi dicessi a che gioco sto giocando, potrei suscitare ilarità. Ma poi.. perchè no? Un gioco che è attraccato sulla mia scrivania un paio di giorni fa è stato Typing of the Dead, gioco di cui ignoravo l'esistenza (essendo sfuggito ad ogni mia classificazione del 2000). Che cos'è Typing of the Dead? Sulla scatola c'è scritto un epitaffio di Pc Gamer UK: "Una ventata di freschezza nel mondo dei videogiochi". Dunque se non è proprio una brezza marina, qualcosa di divertente ce l'ha sicuramente. Avete presente "House of the Dead", il coin-op della Sega? Allora pensate di sostituire alla pistola la tastiera, e digitare le parole più velocemente della luce per evitare che i mostracci vi facciano la bua. Ammetto che dopo due ore di gioco, la curva di interesse si inclinerà pericolosamente verso il basso, ma quelle prime due ore sono un'audace sfida con se stessi. Insomma, se non costasse più di quarantonovemilalire potrebbe essere un buon acquisto.
E ora storie di vita reale. Vi siete mai ritrovati in un ambiente in cui avete detto "che ci faccio qui?". M'è successo casualmente ieri sera. Quando gli ospiti a un certo punto hanno cominciato a discutere su cosa fosse meglio usare, se il cavatappi o il tirabuchon ho trasformato la sensazione in consapevolezza e sono scappato.
A domani per gli auguri di buon anno.