Diario del capitano
Dopo un periodo di tempo non breve durante il quale non ho parlato di chiusure & liquidazioni, oggi il mio diario si imbatte di nuovo in due chiusure "eccellenti". La prima leggermente fuori campo, la seconda decisamente più "in settore".
Ieri mi sono stupito non poco nell'apprendere che Flashmall Spa sia stata messa in liquidazione. Con i suoi oltre 150.000 clienti sembrava una realtà abbastanza stabile, anche se in effetti il massimo del boom lo ebbe all'epoca delle duecentomilalire in regalo per chi si registrava. E andrebbe anche aggiunto che conosco non poche persone che hanno registrato sé stesse, la madre, il padre e la nonna. Dunque anche volendo "affettare" la clientela portandola ad un 50%, rimane comunque una cifra considerevole di persone registrate al sito. Rimane da chiedersi: come mai allora Flashmall ha chiuso? Mi vengono a tal proposito in mente le parole di Renato Soru, imprenditore sardo creatore di Tiscali, il quale non ha azzeccato tutte le sue mosse, ma sicuramente alcune più di altri, dato che la sua società è ancora lì, nell'Olimpo degli ISP europei, mentre suoi concorrenti (vedi Galactica) sono andati nelle stanze dei curatori fallimentari dei vari Tribunali italiani. Le parole in questione del dott. Soru sono "non tutte le attività commerciali sono adatte ad essere portate su internet, solo alcune. Il calzolaio non può pensare di andare online e fare un business". Negozio giusto, al posto giusto. Un calzolaio online è come un negozio di gelati in Alaska. Dunque Flashmall è un caso di "calzolaio online"? Mi viene da pensare di sì. La professionalità, i servizi a valore aggiunto, le mailing list, i last minute non sono bastati a far dimenticare alla gente che, dopo il megasconto iniziale di duecentomilalire, gli stessi oggetti potevano essere acquistati nell'ipermercato specializzato sotto casa, risparmiando probabilmente qualcosa, e potendo toccare il pezzo con mano.
Non bisogna sottovalutare l'importanza dei "sensi" al momento dell'acquisto. Internet va bene per qualcosa che non si trova in giro, come un pezzo da collezionismo o di import. Internet va bene se taglia i costi di logistica. Internet infine va bene se riesce a fornire più velocemente un servizio. Altrimenti Internet è e rimane sempre una vetrina di un negozio con spese di affitto, magazzino, personale ma con in più il costo della spedizione (che in Italia è tutt'altro che modesto). Flashmall dunque chiude, non per colpe del management, ci mancherebbe, ma perchè nato sull'onda di un sentimento ormai morto, quello che Internet è la pietra filosofale che trasforma ogni pezzo di piombo in oro. Per quanto mi riguarda sotto la mia televisione trova spazio, ancora pefettamente funzionante, uno stupendo videoregistratore stereo Aiwa acquistato da Flashmall un anno fa. Si, sono uno di quei 150.000 individui registrati...
Una nota di rammarico in finale va allo staff dello StudioVit che vittima dei tempi che corrono ha abbandonato il mondo videoludico (dei videogiochi) per dedicarsi anim'e core al fantacalcio di cui Albini, fondatore del team, è anche ideatore. Dai tempi di Zeta, StudioVit è sempre stato un punto di riferimento nel nostro universo e questo abbandono non potrà che fare male ad un settore tanto bisognoso di professionisti. Con l'abbandono del settore cessano anche gli aggiornamenti di kwVideogiochi, l'area games del portale Kataweb.