Diario del capitano
Dopo la pausa più lunga dal diario che mi sia preso negli ultimi tre anni torno con rinnovata ispirazione su queste righe. O almeno spero. In verità, come colui che si sveglia mezzora prima dell'ora giusta, sto cercando di aggrapparmi agli ultimi scampoletti di ferie che sono rimasti prima della Befana e dell'inevitabile successiva riaccensione a pieno regime dei motori. Sono passato ieri da queste parti, appena arrivato dalla montagna (avremo modo di parlare della neve e della mia giornata in snowboard in uno dei prossimi diari) e ho con piacere notato che il meccanismo ha continuato a funzionare perfettamente. Questa è cosa buona e giusta.
Come ogni nuovo anno che si rispetti anche il 2002 non è iniziato senza novità, belle o brutte che siano. Polemiche in giro, classifiche vinte e perse, record d'accessi. Tutto perfettamente nella nostra anormale normalità.
Un discorso a parte merita il tormentone del primo gennaio, ovvero l'Euro, che mi sono procurato nel freddo polare del paese di Isolaccia in provincia di Sondrio, il primo dell'anno. Nei negozietti alpini ho visto cose che voi umani non potreste nemmeno immaginare (tipo le navi in fiamme a largo dei bastioni di Orione). In compenso, tornato qui in città, ne ho viste anche di peggiori. Ieri, per esempio, per pagare lo sviluppo di un rullino fotografico (di quelli tradizionali per capirci, senza pixel) ci ho messo mezzora, perchè il commesso ha ricontato il resto almeno dieci volte. Come mi faceva notare intelligentemente un amico, in questo piccolo grande caos, essere dotati di carta di credito è una salvezza. Ho pensato la stessa cosa alle porte di Milano, al casello autostradale, quando al pagamento in contanti c'era una fila chilometrica e nei tre-quattro accessi con carta nemmeno un motorino. Anyway, ora il mio portafoglio è vuoto sia di lire, sia di euro e dunque non mi pongo il problema.