Diario del capitano
Eccoci qua dunque. 7 gennaio, Befana passata. Parliamo di cose serie; per esempio del 29 dicembre scorso, la giornata dedicata allo snowboard, lo sport in cui le ossa non si rompono, si frantumano. Siccome le promesse le mantengo sempre, esattamente come avevo annunciato prima delle vacanze natalizie, durante la settimana in montagna a cavallo di Capodanno mi sono voluto dotare di tavola e scarponcini idonei. Erano circa quattro anni che non mi improvvisavo provetto snowsurfer, e i risultati sono stati evidenti. Come se non bastasse, nella mia infinita modestia ho avuto la pretesa di insegnare l'arte della tavola da neve anche alla mia compagna di giochi, completamente a digiuno di snowboard. A differenza dello sci, la tavola ti tiene incollati entrambi i piedi, e questo conferisce estrema rigidità a tutto il corpo. Quindi, se da una parte si rimane affascinati dalle sinuose evoluzioni dei virtuosi dello snowboard che vanno in picchiata su piste facendo salti mortali, dall'altra, ad ogni caduta è una sorta di spalmaggio del corpo sulla pista, con dolore diffuso senza soluzione di continuità. Tutto quello che sbatte si frantuma. A maggior ragione e a mia parziale discolpa, vorrei far notare che il Natale 2001 è stato il meno felice di tutti per la qualità della neve sulle Alpi; immaginiamone gli effetti su dei principianti dello snowboard.
In particolare segnalo la situazione dei legamenti, dei muscoli delle gambe e dei glutei. Buoni per il brodo dopo i cento metri fatti di schiena nella parte finale della pista. Ora serà meglio se mi dedico alla PlayStation2 e SSX Tricky, sono meno pericolosi per il mio fisico.