Diario del capitano
Approfittando di una mezza giornata di relax, un paio di giorni fa ho finalmente iniziato un libro che
tenevo da più di un mese sul comodino: si tratta di "La casa del buio", l'ultimo romanzo di Stephen King,
scritto in collaborazione con un altro dei grandi autori del genere, Peter Straub. Non è mia abitudine
leggere i risvolti di un libro (a mio modo di vedere raccontano più di metà dello stesso...), ma non
ho fatto a meno di notare che il romanzo è la continuazione di una storia narrata più di quindici anni
fa dagli stessi autori ne "Il talismano", un libro che ai tempi avevo apprezzato moltissimo. Ritrovare
dei personaggi che non ricordavo mi ha tolto il piacere della lettura: cosa potevo fare se non un
salto in libreria, acquistare "Il talismano" e riprendere la narrazione dal suo vero incipit? E così
ho fatto.
Quanto sopra con i videogiochi raramente succede: a memoria non ricordo un sequel così legato al
titolo originale da dover richiedere la conoscenza della sua storia. Che si tratti del capitolo 2, o
di uno successivo, spesso i riferimenti al primo episodio sono marginali, quasi fossero dettagli o
semplicemente banali richiami: non esiste quel senso di continuità che spesso è garanzia di successo
per le produzioni cinematografiche e per le saghe letterarie. Non mi dispiacerebbe assistere, nei
primi minuti di uno qualunque dei tanti "capitoli due", ad un riassunto, magari realizzato con lo
stesso motore di gioco, nel quale si raccontano le vicende vissute dai protagonisti nel titolo
originale.
Perchè in Jedi Knight 2: Jedi Outcast si fanno molte allusioni al primo gioco, senza
mostrare ciò che è successo, penalizzando di fatto chi a quel titolo non ha potuto o voluto giocare?
Davvero ci si aspetta che qualcuno esca e vada a comprare Jedi Knight e, perchè no, anche l'espansione
"Mysteries of the Syth"?
Si tratta di giochi splendidi, ancora più belli di questo Outcast, ma
dubito succederà.
#I1#