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Syberia

Abbiamo dedicato a Syberia, l'avventura più importante dell'anno, un lungo coverage nel quale la nostra Alessandra Tomasina ha esplorato tutti gli aspetti del gioco: dopo avere terminato anche la versione finale italiana, quella che potete trovare nei negozi da poco più di 24 ore, è pronta ad esprimere il suo giudizio finale nella recensione che pubblichiamo oggi. Avventurieri di tutto il mondo, tenetevi forse, forse è tornato il momento d'oro per il vostro genere di giochi preferiti...

RECENSIONE di La Redazione   —   28/06/2002
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Il verdetto finale


Come promesso, ci hanno regalato un’esperienza virtuale immersiva, al tempo stesso realistica e di evasione, con una trama decisamente avvincente, che spazia dalle sorti di un’antica civiltà preistorica e l’estinzione dei mammut alle problematiche della vita moderna, fino a sfiorare addirittura tematiche cyberpunk come il rapporto uomo-macchina.
Toccante e originale è soprattutto la storia della famiglia Voralberg, che fa da filo conduttore tra gli eventi del gioco: attraverso vecchie foto, diari, ritagli di giornale e oggetti personali raccolti nel corso del nostro viaggio, ricostruiremo la vita dei fratelli Anna e Hans, segnata da un tragico incidente e indissolubilmente legata alla fabbrica di automi e giocattoli che il cliente della nostra eroina Kate è deciso ad acquistare. In effetti, potremmo dire che il vero protagonista di quest’avventura è Hans, il geniale creatore delle fantastiche macchine che popolano tutte le ambientazioni del gioco, nonché l’uomo che cerchiamo in quanto unico erede dell’attività di famiglia.
Kate, l’avvocatessa che il giocatore si trova a impersonare, in realtà non è che una spettatrice della storia appassionante di quest’uomo che ha dedicato la propria vita a rincorrere un sogno…e spetterà a voi scoprire quale!

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Tirando le somme

Sono molti i miglioramenti apportati rispetto alla beta: la grafica appare ora in tutto il suo splendore, messa in risalto da filmati e animazioni ancora più fluidi, i personaggi e gli oggetti tridimensionali si muovono sui dettagliatissimi fondali in 2D con la massima naturalezza. Il titolo e il menu principale sono stati completati: finalmente, oltre a iniziare una nuova partita o caricarne una in corso, è possibile visionare i filmati e accedere alle opzioni di gioco, per modificare a proprio piacimento il livello di dettaglio e la profondità del colore, regolare il volume di musica ed effetti sonori o attivare i sottotitoli.
Sono stati dati i ritocchi finali anche all’interfaccia “punta e clicca” e all’inventario, che offrono una perfetta sintesi di eleganza e funzionalità. Avevo già menzionato l’apporto notevole del commento musicale e dei realistici effetti sonori, ma è il caso di aggiungere che la versione italiana del gioco è stata tradotta e doppiata splendidamente: per una volta tanto, i dialoghi localizzati non hanno niente da invidiare a quelli della versione originale che ho testato il mese scorso e i giocatori italiani potranno goderseli in tutta la loro ironia e scorrevolezza. Insomma, Syberia è un piacere da ascoltare e da guardare: è una di quelle rare avventure che vanno giocate gustandosi ogni dettaglio, perché se ne vedono pochi di giochi così ben realizzati!

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Tirando le somme


Avevo già descritto la meccanica di gioco con dovizia di particolari, illustrando la natura dei puzzle incontrati nella versione beta e spiegando che Microïds e Sokal si sono riproposti di rendere Syberia appetibile sia ai principianti che ai giocatori più esperti, impresa non certo facile! In effetti, devo ammettere che andando avanti nell’avventura mi sono imbattuta anche in qualche enigma relativamente tosto. I puzzle sono abbastanza vari e spingono il giocatore a dosare sapientemente azione, dialoghi e ragionamento.
La soluzione è sempre logica ed è difficile trovarsi bloccati senza sapere dove sbattere la testa - l’unico rischio di arenarsi si corre quando si tralasciano degli oggetti chiave per la soluzione di un enigma. Difficilmente vi stancherete di Syberia prima di averlo completato: non si muore e non si possono commettere errori irreparabili, il che evita frustrazioni inutili. Non vi stancherete mai neppure degli automi e delle ingegnose invenzioni dei Voralberg, su cui è imperniata la maggior parte dei puzzle: è impossibile resistere alla tentazione di scoprirne il funzionamento e la storia, di carpirne tutti i segreti per raggiungere la tappa successiva di questo viaggio tanto misterioso quanto affascinante.
In generale, il livello di difficoltà è molto ben calibrato e il ritmo di gioco è sostenuto per tutta la durata dell’avventura, tenendoci sempre incollati allo schermo con marchingegni di volta in volta più bizzarri, nuovi personaggi e luoghi da esplorare, svolte inaspettate nella trama e filmati spettacolari.

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Per arrivare la dove nessuna avventura è mai giunta prima

In conclusione, considerando l’impeccabile realizzazione tecnica, gli enigmi appaganti, l’originalità e la varietà delle ambientazioni, le atmosfere suggestive e la trama coinvolgente, mi azzarderei a definire Syberia un’avventura in “vecchio stile”, ma vestita delle migliori tecnologie del momento: in breve, è un sodalizio ideale tra il vecchio e il nuovo, che rievoca il sapore di un genere ingiustamente dimenticato, nel rispetto delle esigenze di praticità e innovazione dei giochi più attuali.
In veste di accanita consumatrice di avventure di ogni tipo, tradizionali o meno, posso affermare con una certa soddisfazione di aver giocato a Syberia convulsamente dall’inizio alla fine, senza mai stancarmi e senza mai trovare un solo elemento o una sola conversazione fuori luogo. Mi sento quindi di consigliarlo caldamente a tutti: agli avventurieri più nostalgici, stanchi dei surrogati che ci sono stati rifilati negli ultimi anni, così come ai giocatori più giovani o comunque a chi le avventure non è mai riuscito ad apprezzarle fino in fondo, proprio perché ultimamente si erano persi di vista gli ingredienti che le avevano portate al successo negli anni dei migliori titoli Lucas e Sierra!

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Il verdetto finale

Dopo una lunga gestazione, è infine spuntata sugli scaffali del Bel Paese Syberia, un’avventura molto attesa e molto celebrata (anche dalla sottoscritta). Seguendo lo speciale dedicato alle prime prove su una versione beta, molti di voi si saranno fatti l’idea che questo gioco avesse i numeri giusti per attirare l’attenzione di ogni avventuriero sopravvissuto alla quasi totale estinzione del suo genere preferito - chiunque rientri in questa categoria e non l’abbia ancora letto è caldamente invitato a farlo, perché in questo articolo mi limiterò a tirare le somme di quanto scritto in precedenza.
Di fatto, avevo concluso la mia entusiastica anteprima trattenendomi dal gridare al miracolo, nell’attesa di mettere le mani sulla versione definitiva del gioco: ora che finalmente ne ho avuto l’opportunità, mi sento libera di gridare che il miracolo c’è stato e come! Posso confermare che Microïds e il geniale artista belga Benoît Sokal sono effettivamente riusciti nell’ardua impresa di “riabilitare” il genere dell’avventura grafica, indecorosamente trascurato e bistrattato negli ultimi anni.