Genuinamente eccitati dall'avere la nuova console Microsoft tra le mani, ci siamo lanciati in questi giorni su un codice preview di Dirt 5 che abbiamo potuto far girare a lungo sulla nostra Xbox Series X redazionale. Durante il nostro provato ci siamo potuti focalizzare su tutte le modalità di gioco del racing game targato Codemasters con l'unica eccezione dell'online, ancora disabilitato per questa sessione di testing, ma chiaramente il nostro interesse è stato catturato in primis dalla carriera, fino ad oggi avvolta nel mistero, e poi sull'aspetto grafico e tecnico del gioco, utile per avere un primo riferimento sulle potenzialità della next-gen.
Prima di entrare però nel dettaglio di questi 2 elementi del gioco, ne approfittiamo per rimandarvi al nostro articolo dettagliato sulla modalità Playgrounds, la feature inedita di questo capitolo, più volte pubblicizzata dal team di sviluppo, che permette a qualsiasi giocatore di creare un tracciato attraverso un editor integrato molto semplice da utilizzare, ma estremamente versatile, per poi condividere le proprie creature online.
Durante questa nuova prova abbiamo tralasciato questo elemento del gioco per concentrarci sugli elementi più nuovi, quindi se volete saperne di più, date un'occhiata all'articolo linkato qui sopra. E ora, spazio alle novità!
La carriera
Il nucleo centrale di Dirt 5 è chiaramente rappresentato dalla sua carriera che ben si sposa con la natura fortemente arcade di questa serie che fa da contraltare allo stile simulativo dell'altro franchise legato al marchio Dirt, Dirt Rally.
La struttura di avanzamento della carriera è molto semplice: di volta in volta il giocatore potrà scegliere e affrontare un certo numero di gare disposte verticalmente che differiscono per scenario e classe di vetture utilizzabile. Completata la corsa, indipendentemente dal posizionamento, avremo accesso agli eventi del gruppo successivo secondo una sorta di mappa dove le competizioni sono interconnesse tra loro così da costringere il player a fare un minimo di selezione a seconda dei suoi gusti.
Tutti questi eventi sono raggruppati in una sorta di categoria, 5 in totale, che si conclude con una selezione di gare tendenzialmente più complesse delle altre. Per accedere a queste gare non basterà completare gli eventi precedenti direttamente collegati, ma bisognerà aver totalizzato anche un certo numero di timbri. I timbri si guadagnano posizionandosi almeno al terzo posto di una corsa.
Il sistema, seppure difficile da spiegare a parole, è estremamente intuitivo e soprattutto offre grande libertà al giocatore nella prosecuzione della carriera, riducendo moltissimo la frustrazione relativa alla difficoltà di essere ben posizionato in tutte le gare, ma allo stesso tempo lasciando comunque quella sensazione di scoperta e di prosecuzione che è alla base dell'offerta single player di un qualsiasi titolo di guida, che rischierebbe di risultare poco stimolante se offrisse fin dall'inizio l'accesso a tutti i suoi contenuti.
Ad arricchire ulteriormente la carriera troviamo anche delle sfide a cui verremo invitati in funzione dei nostri risultati negli eventi classici e che ci vedranno affrontare un singolo avversario in pista. In aggiunta dovremo gestire anche il nostro sponsor, un lavoro che comporta una serie di obiettivi da svolgere durante le gare (da un certo numero di sorpassi, al mantenimento per un determinato numero di secondi di una certa velocità, alla distanza percorsa in salto e così via) che ci permetteranno di aumentare la reputazione con il cliente, così da guadagnare ancora più soldi e sbloccare ulteriori livree per le vetture.
Gli sbloccabili in Dirt 5 sono infatti moltissimi e comprendono numerose possibilità estetiche da applicare alle proprie vetture sia con l'editor interno che utilizzando dei preset.
Sempre parlando di contenuti e andando oltre la campagna, nel gioco avremo accesso a 2 modalità arcade: il gioco libero e la prova a tempo. In entrambi i casi potremo personalizzare la gara scegliendo tra tutti i tracciati, impostando le condizioni meteo e l'orario della competizione, quindi potremo settare il numero di giri e di sfidanti nel primo caso o semplicemente lanciarci sul tracciato e gareggiare contro i nostri record con la prova a tempo.
Il gameplay
Come già spiegato in apertura di articolo, e come risulta immediatamente chiaro osservando anche soltanto un trailer del gioco, Dirt 5 è un racing game arcade che deve gran parte del suo appeal all'immediatezza e alla facilità con cui si riesce a rimanere in pista e raggiungere buoni risultati senza dover impiegare neanche un secondo del proprio tempo a lavorare sulle impostazioni e sui settaggi della vettura scelta. Basta dosare adeguatamente accelerazione e freno, utilizzare il freno a mano per far partire la vettura in derapata quando le curve sono leggermente più strette, e in un attimo si riesce a completare ogni singola gara posizionandosi in alto.
A gareggiare ci possono essere un massimo di 12 corridori e, sul fronte dei tracciati, ce ne sono davvero per tutti i gusti: si parla di 38 diverse piste, suddivise tra le 10 differenti ambientazioni che spaziano dal Brasile alla Cina, passando per la Grecia, l'Italia, il Marocco, la Norvegia, il Nepal, l'America e il Sudafrica. In realtà gli scenari sono tutti fittizi e cercano di offrire qualche legame con la nazione di appartenenza utilizzando elementi grafici e orpelli artistici. Tra l'altro, a voler essere precisi, il numero di piste può essere n realtà considerato doppio visto che tutti i tracciati hanno anche la versione specchiata.
Pur offrendo quasi ogni tipo di terreno e puntando forte su ostacoli, salti e curve paraboliche le gare in Dirt 5 sono estremamente frenetiche e poco tecniche con rimbalzi, cappottamenti e incidenti che non hanno praticamente conseguenze e ci permettono di tornare in pista in un attimo o, addirittura, sfruttare proprio la presenza delle altre vetture per avere degli appoggi quando magari arriviamo troppo lunghi in curva. I danni ci sono, ma sono esclusivamente estetici e non comportano alcun tipo di penalità, quindi le sportellate non solo sono all'ordine del giorno, ma sono quasi parte integrante della scalata verso la prima posizione.
Moltissime anche le macchine a disposizione, circa 60, e, a differenza dei tracciati, sono tutte riproduzioni di vetture reali con tanto di marchi e modelli in evidenza. Audi, BMW, Lancia, Ford, Porsche, Jimco, Brenthel, gli appassionati avranno sicuramente l'imbarazzo della scelta anche se, al di fuori di una suddivisione per categoria in funzione delle prestazioni, non avremo accesso ad alcun tipo di tuning e le caratteristiche delle macchine sono suddivise semplicemente in funzione di un valore (da C a S) di prestazioni e manovrabilità. Al primo avvio di Dirt 5 avremo sbloccata una vettura per categoria e, per avere accesso alle altre, dovremo spendere i dollari guadagnati gareggiando nella carriera e facendo bella figura con lo sponsor.
Nulla di particolarmente originale o innovativo insomma, ma i numeri sono tutti al loro posto.
Grafica e aspetto tecnico
Questo nostro incontro con Dirt 5 ci ha lasciato la sensazione di un titolo riuscito solo a metà, pieno zeppo di strani contrasti.
Innanzitutto vederlo girare su Xbox Series X ha confermato per l'ennesima volta le considerazioni molto positive che abbiamo di questa console, soprattutto sul fronte della sua stabilità, della perfetta dissipazione e di una rumorosità che è stata praticamente non percettibile per l'intera durata della nostra prova. In aggiunta, un racing game come Dirt 5 ci ha permesso di testare a fondo la comodità del nuovo controller che, proprio sul fronte dei grilletti, sembra avere subito eccezionali miglioramenti rispetto al joypad Xbox One: la texture ruvida dei trigger è perfetta quando ci ritroviamo per gran parte del tempo a dover tenere premute queste superfici mobili del pad.
Inoltre lo sbilanciamento dei pesi verso la zona inferiore del controller, le sue corna per intenderci, offre un ulteriore aiuto nel non percepire, praticamente mai, affaticamento sui polsi e sulle dita. Questo è valido specie in un titolo di guida dove la gestione dei controlli è particolarmente "statica" e ripetitiva.
Messe da parte queste considerazioni che sono però molto più relative alla nuova console Microsoft che al gioco, subentrano le incertezze tecniche di Dirt 5. Il gioco offre due modalità grafiche, una focalizzata sulla qualità dell'immagine, l'altra che invece punta alla massima frequenza dei fotogrammi con la punta teorica raggiunta dai 120 frame per secondo che Xbox Series X è in grado di renderizzare con il titolo Codemasters.
Non siamo in grado di dire in questa prova se la risoluzione raggiunta è un 4k nativo in entrambe le impostazioni grafiche, ma fatichiamo a pensare che sia così. Ciò che balza subito all'occhio è che in entrambe le situazioni il titolo spinge molto forte sugli effetti su schermo, sui particellari, su riflessi e rifrazioni ma restituisce anche un enorme effetto tearing, particolarmente fastidioso quando si punta all'impostazione che privilegia la qualità dell'immagine a discapito della stabilità del frame rate.
Sappiamo perfettamente che si tratta ancora di un codice preview e che probabilmente, una volta arrivato sul mercato, Dirt 5 potrebbe essere molto più ottimizzato, pulito e stabile, però durante questa nostra prova abbiamo sempre privilegiato l'impostazione che restituiva una migliore fluidità invece di farci stupire da una grafica che, a dirla tutta, sembra essere quella tipica di un titolo abbastanza "spaccone" che tende a tirare in faccia al giocatore quanti più effetti possibili, quasi a volerlo distrarre, invece di dosarli con cura e gusto estetico.
Ci sono delle situazioni in cui il risultato è sicuramente piacevole e degno di nota, ad esempio quando si corre al buio e in condizioni meteo avverse con le pozzanghere sul terreno, i fulmini in lontananza e la pioggia battente sul parabrezza mentre intorno a noi volano foglie e schizzi, oppure sulle piste innevate con il vento che solleva il nevischio dal terreno o la coltre bianca inizia ad aumentare di spessore, giro dopo giro, in conseguenza della nevicata abbondante.
Non particolarmente riuscita anche l'intelligenza artificiale che deve gestire le altre 11 vetture in pista e che, molto spesso, sembra incastrarsi e diventare davvero molto problematica in presenza di salite e salti, mostrandoci trenini di vetture che rallentano improvvisamente o si lanciano nei precipizi una dopo l'altra, in un'assurda fila indiana suicida. Anche su questo fronte ci auguriamo che Codemasters possa sistemare il tutto in vista dell'uscita finale.
Assolutamente positivo invece il nostro feedback in merito ai caricamenti che ci sono apparsi sempre molto veloci con delle punte di eccellenza durante la selezione delle vetture, tipico tallone d'Achille di tutti i racing game e che invece ora è immediato nel mostrarci la nuova macchina quando scorriamo le varie opzioni disponibili.
Dirt 5 è sicuramente una buona prova muscolare di Xbox Series X: è frenetico, immediato, veloce e facile da giocare. I contenuti sono abbondanti e chi è alla ricerca di un racing game dal taglio arcade che ti lancia in un attimo in pista, troverà sicuramente un titolo che fa al suo caso. La nostra prova ci ha però lasciato sensazioni contrastanti dovute a una certa incoerenza di fondo che attraversa sia la componente artistica che una serie di elementi dell'aspetto grafico del gioco che, pur sfruttando a dovere la next-gen di Microsoft, sembra talvolta esagerare con l'unico obiettivo di sbalordire il giocatore. Staremo a vedere come sarà il prodotto finale una volta che Dirt 5 arriverà sul mercato il 6 novembre sulle piattaforme current-gen, il 10 novembre su Xbox Series X e al lancio della console su PlayStation 5, ma per ora la nostra speranza è che Codemasters approfitti di questo mese per ripulire e ottimizzare il titolo.
CERTEZZE
- Molte piste da affrontare e molte vetture da scegliere
- La carriera offre il giusto mix di elementi sbloccabili con un adeguato senso di progressione
- Veloce nei caricamenti
DUBBI
- Con entrambi i settaggi grafici il gioco è afflitto da molto tearing
- Maggiore coerenza artistica avrebbe giovato all'identità del titolo