Malgrado si dibatta spesso sulla salata tagliola che viene applicata agli incassi degli autori di videogiochi, Steam rimane ancora oggi la vera stella polare di tutto l'universo dello sviluppo indipendente, una sorta di terra delle opportunità che dà spazio, risalto e visibilità a ogni genere di produzione, non importa quanto possa sembrare audace sulla carta. Solo sulla piattaforma di Gabe Newell, ad esempio, avremmo potuto imbatterci nel titolo di esordio di Inpleron LTD, uno studio senza nemmeno un sito ufficiale, che su Steam è riuscito ad attrarre un discreto seguito di curiosi grazie a un'idea bizzarra e originale, ma con tantissimo potenziale.
Stiamo parlando di Dominance, uno sparatutto PvP online che, come le figure dentro un caleidoscopio, sembra cambiare costantemente forma sotto gli occhi dell'osservatore. Almeno ufficialmente, infatti, potremmo catalogarlo come un classico bullet hell isometrico, ma possiede anche tutti i crismi del genere battle royale, oltre ad avere qualche accenno di hero shooter e un look da un comunissimo MOBA. Descritto in questo modo l'esperimento di Inpleron potrà sembrarvi una buffa accozzaglia di generi agli antipodi tra loro, ma la notizia sorprendente è che dopo aver provato per diverse ore la beta gratuita disponibile su Steam, il gioco si è rivelato un prodotto interessante sotto molteplici punti di vista.
Nel nostro provato di Dominance, ecco tutte le ragioni per cui dovreste dargli un'occhiata.
PUBG incontra League of Legends
Il principale pregio di Dominance è quello di cogliere tutto il meglio dai generi a cui attinge, senza però mai strafare, riuscendo a mutuare i giusti ingredienti per miscelarli in uno sparatutto in cui strategia e prontezza di riflessi sono ugualmente fondamentali per vincere. Se guardiamo al cuore dell'esperienza, è facile notare come alla base della formula assemblata da Inpleron ci siano delle dinamiche battle royale abbastanza ordinarie, che sono facilissime da decifrare per la loro familiarità: nove squadre di tre giocatori ciascuna vengono teletrasportate su un punto della mappa a loro scelta, si esplora la zona, si raccoglie del loot e, mentre l'arena comincia a restringersi come un cappio sul collo dei sopravvissuti, si finisce inevitabilmente con l'incontrare dei nemici.
Cosa rende allora Dominance così poliedrico? Sebbene le meccaniche di base potrebbero suggerire il contrario, lo sparatutto di Inpleron ha molto più in comune con un MOBA come League of Legends, che con battle royale del calibro di PUBG e Warzone. Tutta l'azione si osserva con una visuale isometrica, i giocatori durante la partita accumulano punti esperienza da convogliare nell'elaborazione di una build che ha decine di variabili, hanno accesso ad abilità attive e passive che sono collegate tanto alle peculiarità di ogni eroe quanto al loro equipaggiamento, e la mappa nasconde per giunta dei mostri controllati dall'IA non poi così diversi da creature come il Drago o il Baron Nashor della Landa degli Evocatori. Dominance è il figlio illegittimo di queste due formule agli antipodi, ma quel che ne è nato merita davvero attenzione.
Scattante come uno sparatutto, strategico come un MOBA
Concatenare i vari bonus apportati dalla build è spesso decisivo per l'esito di una schermaglia, tuttavia Dominance rimane uno sparatutto, il che significa che sarà sempre il giocatore, con i tasti e non con un click, a muovere il personaggio, selezionare una traiettoria di mira e a schivare il fuoco in arrivo. Anche se costruito alla perfezione, un personaggio che non centra i nemici è destinato a soccombere, ecco perché è lo stesso studio a porre l'accento su questo aspetto pubblicizzando il gioco come un bullet hell. La combinazione tra riflessi e strategia rende il gameplay di Dominance non solo straordinariamente tecnico, ma anche altrettanto appagante, anche se la curva d'apprendimento è spietata come in quasi tutti i MOBA.
Ci vogliono diverse ore per cominciare a capire quali armi e poteri prediligere, e come funzionano i tanti bonus che sono disseminati per la mappa. Le variabili sono tantissime, a partire dagli eroi: sono cinque, incarnano i ruoli tipici di un comune MOBA, e ognuno è caratterizzato da un'abilità attiva e da un set di poteri passivi che vanno livellati nel corso del match con i punti esperienza. Questi si ottengono eliminando mostri e avversari umani, ma soprattutto visitando i Santuari, dei pinnacoli di potere che distribuiscono un gran numero di punti esperienza a tutti gli eroi di una squadra, se almeno uno di loro si trova nel suo campo d'azione. Quando un pinnacolo si attiva cambia colore sulla minimappa, ecco perché sono proprio questi luoghi ad essere i principali teatri delle battaglie tra le squadre. Non solo, sono l'unico luogo in cui si possono sfruttare le poche vite a disposizione per ricomparire dopo un'eliminazione, quindi se volete i punti esperienza che conservano siate sempre pronti allo scontro.
Una brutale curva d’apprendimento
Per prevalere in una partita di Dominance non serve solo una buona mira, ma anche un'approfondita conoscenza dei suoi sistemi, col risultato che la curva d'apprendimento è particolarmente spietata, con i nuovi giocatori. Gli oggetti che possono andare a comporre una build non sono tantissimi, ma offrono tutti delle interconnessioni molto potenti anche se non sempre si ha la libertà di scegliere i tasselli che vanno a comporre i poteri del personaggio. Nella sala d'attesa prima della partita si scelgono degli equipaggiamenti iniziali che sono del tutto casuali, e ogni altro elemento della build va trovato sul campo, sotto forma di loot, esplorando le tante strutture che punteggiano la mappa. Ogni volta, quindi, saremo sempre costretti a fare di necessità virtù, improvvisando le combinazioni migliori con quello che abbiamo a disposizione, cambiano spesso i piani per la costruzione della build.
Anche le armi ci mettono del loro nell'aumentare la complessità dello sparatutto di Inpleron, poiché si portano in dote un'abilità attiva aggiuntiva e possono essere di rarità diverse, seguendo quel classico pattern di colori che conosciamo benissimo. Sono in tutto 23, e includono non solo delle tipologie più classiche come mitragliatori, mazze, pistole e fucili a pompa, ma anche modelli più futuristici come cannoni al plasma, raggi laser e fucili a impulsi. Familiarizzare con ognuna di esse è un processo lungo e sanguinoso, ma una volta che avrete individuato quella più adatta al vostro stile di gioco sarete un passo più vicini a vincere una partita.
La travolgente complessità che emerge da ogni sistema di Dominance è forse l'elemento più seducente della produzione di Inpleron, tuttavia apre inoltre la porta a un gran numero di problemi di bilanciamento che si sono manifestati più spesso di quello che ci sarebbe piaciuto ammettere. È vero, il gioco è ancora in beta e gli sviluppatori hanno tutto il tempo di limare ogni imperfezione, ma di frequente abbiamo avuto la sensazione di non avere alcuna possibilità di sopravvivenza contro un avversario, venendo obliterati in qualche frazione di secondo dopo una partita passata a costruire una build apparentemente efficace. Se da un lato la cosa è da attribuire alla nostra inesperienza, dall'altro un rapido giro tra i forum di Steam ci ha confermato che Dominance in questa fase è ben lungi dall'essere bilanciato. In aggiunta, vi segnaliamo che al momento è disponibile una sola modalità di gioco (quella tra squadre da tre) e non molto altro, fatta eccezione per un battle pass e un sistema di loot box legato alle personalizzazioni estetiche di eroi e armi. Insomma, si tratta sempre e comunque di una beta, quindi non aspettatevi di trovarvi di fronte a un prodotto rifinito.
Non c'è che dire, Inpleron è emersa dal nulla proponendo uno sparatutto concettualmente folle, ma che alla prova dei fatti è supportato da un gameplay tecnico, divertente e ragionato. La curva d'apprendimento è brutale come in ogni MOBA, ma è proprio quando si migliora che si cominciano a percepire tutte le potenzialità di un progetto che ha diverse carte in regola per acquisire un buon seguito. Il gioco, disponibile gratuitamente, è ancora in beta e, anche guardando ai problemi di bilanciamento, sembra lontanissimo dall'essere rifinito. Dato che non si paga il biglietto d'ingresso, però, non possiamo che consigliarvi di fare un giro della giostra, se il concept vi ispira.
CERTEZZE
- Gameplay tecnico e punitivo, ma anche divertente
- Le build sono sufficientemente profonde
- La mappa è molto ben realizzata
DUBBI
- Ci sono diversi problemi di bilanciamento
- Contenuti ridotti all'osso