Mi chiamo Jill, e non sono una dentista
La storia di Drill Dozer ruota attorno a Jill, una ragazzina che fa parte di una banda di ladri dedita al saccheggio “nobile” che si serve di piccoli robot-trivelle. Un giorno la sua stessa famiglia è vittima di un furto: un gruppo rivale è riuscito a impossessarsi di un cimelio appartenuto a sua madre, il Diamante Rosso. Dunque Jill dovrà ancora una volta saltare a bordo del suo Drill Dozer, stavolta per recuperare il maltolto. Il nostro compito sarà quello di guidare Jill attraverso un gran numero di stage, ricchi di insidie e di enigmi “pratici” da risolvere, sconfiggendo tutti gli avversari che le si pareranno di fronte ed arrivando a ritrovare il gioiello. Gran parte di ciò che faremo si baserà sulla trivella del nostro robot: combattere, attraversare mura e passaggi, ecc.
L’azione di Drill Dozer si concretizza per mezzo di un sistema di controllo estremamente semplice ed intuitivo.
Il sistema di controllo
L’azione di Drill Dozer si concretizza per mezzo di un sistema di controllo estremamente semplice ed intuitivo, in cui i tasti dorsali del GBA vengono utilizzati per azionare la trivella verso destra o verso sinistra. Il gioco in sé è più un platform che altro, dunque dovremo abituarci ad abbinare i salti alle perforazioni, con queste ultime che ci torneranno utili in più di un’occasione. I vari “rompicapo” presenti negli stage, infatti, si basano quasi tutti sulla presenza di zone “deboli” su mura e oggetti, zone che vanno individuate e trivellate per proseguire nel gioco. Strano a dirsi, in questi frangenti non è tanto la realizzazione grafica a fare la differenza, quanto gli effetti sonori e il “rumble pack” incluso nella cartuccia. Per quanto concerne i primi, il rumore della trivella cambierà a seconda della velocità di funzionamento della stessa (potenziabile, ovviamente), nonché a seconda della superficie che si prova a perforare. Quanto al “rumble pack”, non si tratta di una novità assoluta per i giochi per GBA ma in questo caso assume un ruolo ben più rilevante del semplice accessorio, andando a completare il lavoro fatto dal sonoro sulla “sensibilità” del nostro trapano (e vai con le battute sconce…) ed esprimendosi al meglio proprio su Game Boy Micro per via delle ridotte dimensioni dell’apparecchio.
Realizzazione grafica e giudizio preliminare
Pur non condividendo la nobiltà di utilizzo del comparto sonoro e del sistema di controllo, la realizzazione grafica di Drill Dozer ha ovviamente un ruolo di primo piano nell’economia dell’intero pacchetto. E non delude sotto alcun punto di vista, mantenendosi sugli standard delle migliori produzioni per GBA: sprite ben disegnati ed animati, stage ricchi di colori e di dettagli, scrolling fluido e assenza di rallentamenti. Inoltre ci sono tante ottime illustrazioni che fanno da corredo alle cutscene. E i boss? Impossibile non citarli: riportano alla mente i migliori action game bidimensionali per dimensioni e realizzazione.
Da quanto finora si è potuto vedere, Drill Dozer appare come un titolo estremamente solido sotto il profilo del gameplay e dotato di una realizzazione tecnica di tutto rispetto, non solo per quanto concerne grafica e sonoro, ma anche per quelle che sono le idee alla base del gioco. In fase di recensione potremo probabilmente confermare questi giudizi.
L’uscita della versione “Micro” ha avuto il merito di “rinfrescare” il GBA quantomeno esteticamente, e Drill Dozer ci dimostra non solo che il portatile Nintendo ha ancora qualcosa da dire, ma che la versione Micro in particolare si presta ad “applicazioni extra” in favore del gameplay.