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[E3 2004] Death by Degrees

ANTEPRIMA di La Redazione   —   13/05/2004
Death by Degrees
Death by Degrees
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Primo spin-off della celebre serie di Tekken, Death by Degrees ci mette nei panni della splendida Nina Williams, in una sorta di action-adventure con ovvie contaminazioni beat-em-up, per la gioia di tutti gli ammiratori della tanto bella quanto letale assassina. Abbiamo avuto modo di provarlo per voi qui a Los Angeles: ecco quali sono state le nostre impressioni.

L'assassina dagli occhi di ghiaccio

Il gameplay fa principalmente leva sul particolare sistema di controllo, apparentemente derivato da quello già visto in Rise to Honor, attraverso il quale potremo controllare gli attacchi della bella Nina con lo stick destro, secondo un'associazione inclinazione-direzione dell'attacco che sembra funzionare piuttosto bene. E' possibile esibirsi anche nel più classico repertorio da assassino, scivolando alle spalle della vittima ed afferrandola per il collo, in pieno stile stealth game, oppure fare ricorso alle classiche prese, di chiara derivazione Tekken, portando così ad una meccanica di gioco molto varia ed originale. Una volta caricata una speciale barra, sarà inoltre possibile lasciarsi andare in una letale super-mossa, che, sfruttando una specie di visione a raggi x per identificare il punto debole dell'avversario, ci permette di colpirlo in pochi secondi, scatenando così tutta la furia omicida di Nina.
I combattimenti rivestono quindi la parte da protagonista all'interno del titolo, tuttavia una buona componente della meccanica di gioco e' insita nell'esplorazione dei livelli e nella risoluzione di semplici enigmi, aggiungendo una componente adventure in grado di variegare ulteriormente il gameplay.
La storia va a collocarsi dopo Tekken 3, con la protagonista che ha smarrito la memoria dopo essere costretta ad un sonno lungo 15 anni da Heihachi Zaibatsu. Ora Nina lavora per la CIA, come agente infiltrato in un'organizzazione criminale chiamata Camieta, sospettata di organizzare un terribile torneo di combattimento clandestino. Ovviamente la competizione sarà vostra senza troppi problemi, tuttavia questo vi comprometterà la copertura, dando inizio alle vostre avventure...
Tecnicamente il titolo sembra sfruttare adeguatamente il monolite nero di mamma Sony, regalando ambientazioni sufficientemente dettagliate, sia per quanto riguarda il numero di poligoni che la qualità delle texture, seppur senza far gridare al miracolo; anche i modelli dei personaggi godono di un buon livello di dettaglio (specialmente Nina, che ha tutti i poligoni al, ehm, posto giusto), anche se l'eccessiva legnosità delle animazioni contribuisce a rovinare un po' l'effetto finale.
In uscita per la fine del 2004, seguendo il solito iter che prevede in prima posizione il Giappone, seguito da USA ed Europa