Takeshita ha voluto sottolineare come i puzzle del gioco non siano tanto delle prove di intelligenza, quanto piuttosto dei segmenti nei quali è necessario dare sfogo alla propria immaginazione: per questo motivo, Zack & Wiki: Quest for Barbaros’ Treasure è l’ennesimo titolo fruibile da grandi e piccini, privo di sostanziali limiti che potrebbero inibire l’una o l’altra fascia d’utenza. Ed effettivamente la nostra prova col prodotto Capcom non fa che confermare questa tesi: il gameplay è fresco e godibile, le situazioni sono molto disparate e gli enigmi -perlomeno in questa demo- erano capaci di stupire per varietà ed intelligenza nella costruzione. Il fatto che Zack & Wiki: Quest for Barbaros’ Treasure sia anche uno dei titoli graficamente più convincenti per Wii non fa che incrementarne il valore: la resa visiva è simile a quella di un cartone animato, con personaggi in cel shading animati molto bene e fondali poligonali coloratissimi e vividi. Un trionfo dello stile sulla potenza poligonale pura e semplice: incalzato sull’argomento, Takeshita ha espresso l’idea che anche su Wii sia possibile realizzare degli impianti visivi realistici (per quanto sempre inevitabilmente inferiori a quelli di Xbox 360 e PS3), ma che ad ogni modo il gameplay sulla console Nintendo venga prima di qualunque altra cosa. Prima di lasciarlo andare, abbiamo chiesto al producer un’opinione riguardo al progressivo aumento dei casual gamer e al relativo spostamento d’interesse dell’industria verso questi ultimi, e la risposta è stata tanto semplice quanto efficace: più gente gioca, meglio è, ma man mano che il bacino d’utenza cresce diventa sempre più problematico riuscire ad individuare un preciso target per i propri prodotti, che stia bene ad hardcore e casual gamers.
Ingiustamente snobbato da molti, Zack & Wiki: Quest for Barbaros’ Treasure è in realtà uno dei titoli più accattivanti dell’immediato futuro di Wii, che abbiamo avuto modo di testare nuovamente nei pressi del booth Capcom, alternando le fasi di gioco a qualche domanda al producer Takeshita. Breve riepilogo per i meno informati: il titolo in questione altro non è che un’avventura grafica con protagonisti un giovane pirata di nome Zack e la sua bizzarra scimmietta Wiki, con la peculiarità di avere un sistema di controllo estremamente semplice, basato solo sui movimenti del wiimote e sul tasto A. Takeshita ci ha confidato di essere sempre stato un grande fan dei giochi in stile Monkey Island, e che l’avvento del Wii l’abbia spinto a provare questa strada per conto suo, con il valore aggiunto del sensore di movimento di cui è dotata la console Nintendo. Zack & Wiki: Quest for Barbaros’ Treasure offre una struttura ludica costituita da un susseguirsi di enigmi, risolvibili interagendo con lo scenario, combinando oggetti o eseguendo un determinato movimento con il wiimote nell’occasione giusta.