Finalmente abbiamo provato Elite Dangerous Odyssey, nuova e fondamentale espansione per il simulatore spaziale di Frontier, in uscita su PC a fine primavera e su console in autunno.
Le cose, diciamolo subito, non sono andate proprio come avevamo preventivato. Gli sviluppatori inglesi avevano parlato di un work in progress, ma non ci aspettavamo che per un prodotto del genere, in fondo prossimo all'uscita, i lavori fossero così indietro. Effettivamente non ci avevano nemmeno mai detto che questa versione alpha sarebbe stata suddivisa in cinque diverse fasi. Al momento, dopo circa una settimana, siamo ancora alla prima e non ci sono notizie riguardo il passaggio alla fase successiva, anche se probabilmente ne sapremo di più nel giro di pochi giorni.
Alpha - Prima Fase
In questo momento è davvero facile odiare Elite Dangerous Odyssey: il codice è sporchissimo quindi sono presenti tanti bug e alcuni obbligano addirittura a ricaricare il gioco, che inoltre non è ottimizzato e le prestazioni sono quel che sono. Poi ci sono delle limitazioni piuttosto importanti: non è possibile usare alcun tipo di nave spaziale e tutti i giocatori sono confinati all'interno di un unico sistema. Momentaneamente ci si può muovere tra le basi sui pianeti e quelle in orbita soltanto attraverso il nuovo servizio di trasporto civile che, pagando un biglietto più o meno costoso a seconda della tratta, ci porterà a destinazione sani e salvi. Niente a che vedere con il teletrasporto: il viaggio va comunque fatto tutto e rigorosamente in real time, altrimenti non sarebbe Elite. È molto bello che gli sviluppatori abbiano introdotto questa possibilità, con Odyssey più che mai necessaria, ma al momento questo è l'unico sistema di trasporto, di conseguenza non può che essere uno strazio. Senza contare che ogni tanto comprare il biglietto manda in crash il programma, che l'IA alla guida se la prende fin troppo comoda e che raramente un NPC può decidere di attaccare la navetta che ci sta trasportando senza che questa o nessun altro possa fare qualcosa.
Nuove missioni
Attualmente anche l'equipaggiamento è limitato al minimo sindacale, e solo nella fase due dell'alpha di Elite Dangerous Odyssey potremo mettere le mani su tute avanzate e nuove e più sofisticate armi. Con il poco concesso siamo comunque riusciti a sgranchirci le gambe attraverso una manciata di missioni molto intriganti, anche se di bassissimo livello.
In una siamo dovuti andare a riparare una sorta di tubatura, in un'altra a ritirare un oggetto dimenticato in una base, e in un'altra ancora a ripulire un avamposto conquistato da un gruppo di disperati. Se nei primi due casi le dinamiche sono state piuttosto semplici, c'è di mezzo un minimo di logica ma niente che possa definirsi un ostacolo, è quando abbiamo dovuto ingaggiare i primi combattimenti che Odyssey ha dimostrato le sue più grandi doti. Al momento l'IA nemica è da regolare, ma già si notano alcuni importanti sprazzi di furbizia che lasciano ben sperare per il futuro. I nemici di basso livello, gli unici che abbiamo potuto affrontare, tendono a correrti troppo conto ma a volte sanno anche tenere la posizione in modo logico, efficace. Non sappiamo se gruppi di avversari più preparati dei poveri "scavenger" avranno accesso a tattiche più evolute, ma possiamo dirvi che in una missione ben precisa, dove siamo stati chiamati ad uccidere un tipo che si è rivelato essere l'unico sopravvissuto del suo plotone, l'uno contro uno è stato effettivamente intenso.
Testa, fucile e jetpack
Il combattimento di Elite Dangerous Odyssey preferisce il ragionamento al corri e spara adottato in altri giochi: anche qui a prevalere, come previsto e non poteva essere altrimenti, è la simulazione. In Frontier hanno comunque cercato di snellire il sistema il più possibile, e il risultato, per quel poco che siamo riusciti a provare, è un mix dalle potenzialità molto interessanti. In uno scontro a fuoco, per avere la meglio sul nemico è indispensabile tenere d'occhio prima di tutto il proprio scudo personale, ricaricarlo alla bisogna con le batterie che ci si è portati dietro o che troveremo se nei pressi di una zona colonizzata. Altra cosa importante è lavorare sempre sul posizionamento, sfruttare il jetpack per raggiungere velocemente le zone migliori dalle quali respingere gli assalti, specialmente sui pianeti dove la gravità è minima.
In alcuni casi è possibile adottare anche un approccio più silenzioso, mettendo fuori gioco i nemici con il tool multiuso che avremo sempre a disposizione e sgattaiolando tra le difese fino all'obiettivo. Non abbiamo avuto modo di provare questa strategia e non ci siamo imbattuti in missioni che chiedono specificatamente questo approccio, quindi non ce la sentiamo ancora di sbilanciarci al riguardo. Se è per questo non abbiamo nemmeno provato il lanciamissili, ma solo una pistola e un mitra leggero di qualità standard: il feedback ci è sembrato in entrambi i casi sufficientemente buono, almeno dopo che siamo riusciti a tarare la nostra mira al tipo di balistica che contraddistingue la fisica di Odyssey.
Benvenuti a bordo
Per un giocatore di vecchia data di Elite Dangerous è effettivamente emozionante muoversi finalmente a piedi, varcare per la prima volta la soglia di una base spaziale per visitarne gli spazi essenziali. Contraddistinguono questi luoghi il bar, le grandi vetrate sui deck di atterraggio e, almeno sulle stazioni spaziali, tre gruppi di ascensori che portano alle astronavi. A popolare queste stazioni troviamo diversi NPC prodighi di missioni e voci di corridoio, mercanti con i quali fare affari e terminali che permettono di interagire con la stazione esattamente come avviene nel solito Elite. Naturalmente, parliamo di luoghi e personaggi creati proceduralmente, ma dallo stile diverso in base all'economia del posto. Anche le missioni, per chi non conoscesse Elite, sono create in modo sì procedurale, ma seguendo le linee guida di una simulazione in costante mutamento. Riuscirà questa proceduralità che oramai funziona benissimo nel gioco classico a dimostrarsi all'altezza di Odyssey? Dalla risposta a questa domanda dipendono tra le altre cose qualità e varietà delle missioni che oggi ancora non possiamo quantificare o valutare.
Da qui in poi...
Nel momento in cui accetti di essere davanti a una versione alpha a tutti gli effetti, devi anche accettare che al momento quella di Elite Dangerous Odyssey ha un unico obiettivo: testare le funzioni essenziali e il network che ci consente di giocare insieme. Nella fase due l'attenzione si sposterà sulle armi e sul bilanciamento del gameplay, inoltre sarà finalmente possibile acquistare una nave per visitare altri sistemi e la creazione dinamica delle missioni si aprirà a interazioni più complesse con il resto delle simulazioni. La fase tre estenderà ulteriormente lo spazio esplorabile, ci darà nuovo equipaggiamento da acquistare e, cosa più importante di tutte, introdurrà l'exobiologia con la quale studiare e catalogare fenomeni naturali in cui già nell'alpha è possibile imbattersi. La quinta e ultima fase è quella che testerà le restanti meccaniche preesistenti con le novità di Odyssey, permettendo l'uso di ogni tipologia di mezzo contemporaneamente, inclusi incrociatori ed SRV. Tutto il processo dovrebbe durare non più di un mese e mezzo, quindi dieci giorni per fase se da queste non emergeranno particolari problemi.
La prima fase della versione alpha di Elite Dangerous Odyssey dimostra le incredibili potenzialità del progetto, come tutte le difficoltà che Frontier dovrà superare per raggiungere l'obiettivo che si è posto. Ci aspettavamo una versione alpha tendente alla beta, e invece dobbiamo al momento accontentarci di questi enormi cartelli "lavori in corso", ma frustrazioni a parte è sempre affascinante assistere in prima persona allo sviluppo di un progetto simile.
CERTEZZE
- Shooting sulla buona strada
- Votato alla simulazione
DUBBI
- Engine da ottimizzare
- Fase 1 molto limitata