Ne è passata di acqua sotto i ponti dal lancio sul mercato di Final Fantasy XIV, avvenuto nell'ormai lontanissimo 2010: eppure, a distanza di anni, anche nel 2019 il MMORPG targato Square Enix è riuscito a catalizzare parte della luce dei riflettori, almeno di quella riservata dagli appassionati. Final Fantasy XIV: Shadowbringers, infatti, è arrivato su PC e PlayStation 4 lo scorso 2 luglio 2019: la terza espansione ha introdotto una serie di contenuti davvero notevole, una trama inedita, possibilità legate alla rigiocabilità delle espansioni precedenti, e molto altro ancora. Un supporto che si rivela ancora oggi costante nel tempo: è recentissimo, infatti, l'aggiornamento 5.15, che tra le altre cose ha introdotto la nuova mappa PvP Frontline Onsal Hakair (Danshig Naadam), un level cap aumentato a 60 per il Blue Mage e tutta una serie di cavalcature, minion, ricette e via dicendo Ricapitoliamo allora quanto è cambiato negli ultimi mesi, ora che questo 2019 volge al termine.
Trama, narrazione, personaggi
Final Fantasy XIV: Shadowbringers quest'anno è stato il più rilevante e degno di nota (se non l'unico) tra gli appuntamenti con il genere MMORPG; se ricordate bene, nella nostra recensione di Final Fantasy XIV: Shadowbringers quest'ultimo è stato definito dal recensore un appuntamento imprescindibile per i fan dell'universo di Final Fantasy. La terza espansione, dal punto di vista della trama, ha goduto ancora una volta della sceneggiatura di Natsuko Ishikawa, andando a far luce e ad approfondire vari spunti narrativi introdotti con Heavensward e Stormblood. Nei panni di un Guerriero dell'Oscurità, il compito del giocatore è stato quello di sconfiggere i Sin-Eater della regione di Norvrandt, in un mondo alternativo in cui il giorno è ormai senza fine e la notte non si presenta più quando e come dovrebbe.
Ottima anche la caratterizzazione dei personaggi di Final Fantasy XIV: Shadowbringers, non tanto del protagonista quanto piuttosto dei numerosi e affascinanti secondari: Alisaie, Alphinaud, Thancred e soprattutto Emet-Selch presentano tutti una personalità sfaccettata e interessante, che cerca di superare una volta tanto i classici stereotipi. Solitamente difatti questi ultimi sono ormai standardizzati per eroi e antieroi di una narrazione come quella di Final Fantasy XIV: Shadowbringers; è stato un piacere notare come il tocco della Ishikawa li abbia resi tutti egualmente meritevoli di attenzione. Del resto la qualità narrativa della produzione si era già mostrata a livelli decisamente elevati, anche nelle due espansioni precedenti.
Gameplay in solitaria e tanti dungeon
Un altro aspetto importante di Final Fantasy XIV: Shadowbringers dal punto di vista del gameplay è stata l'introduzione del cosiddetto Trust System, pensato per i giocatori che di dedicarsi all'avventura in compagnia sfruttando il multiplayer online proprio non ne vogliono sapere. In questo caso l'intelligenza artificiale interviene, crea un party di NPC e lo affianca all'eroe principale: i singoli membri possono anche essere cambiati proseguendo nell'avventura, esattamente come accade nei più classici JRPG. La loro incredibile precisione ed efficacia è stata chiaramente controbilanciata da Square Enix con un danno inflitto decisamente inferiore dalle controparti umane, ed è forse anche giusto così del resto.
Notevoli anche i tantissimi dungeon inediti introdotti dalla terza espansione, tutti finalizzati alla narrazione di una precisa storia prima ancora che al semplice grinding di materiali e nemici da eliminare per accumulare punti esperienza; Square Enix li ha arricchiti di una direzione artistica ricercata, solitamente finalizzata alla spettacolarizzazione degli ambienti. La linearità di fondo, tuttavia, è rimasta invariata: decisamente più riuscite sono invece le idee alla base degli scontri con i boss.
Una volta completata la narrazione principale, questi mostri giganteschi e pericolosissimi (come Eden, Titania e Innocence) possono essere affrontati anche nelle loro versioni potenziate, nei Raid pensati per il multiplayer online cooperativo. I Raid a conti fatti rappresentano anche l'endgame di Final Fantasy XIV: Shadowbringers, quando il giocatore potrà ingannare il tempo farmando valuta e oggetti utili per gli scambi nelle città principali e per l'acquisto di nuovo equipaggiamento.
Nuove classi di gioco, nuovi luoghi
Con Final Fantasy XIV: Shadowbringers la scorsa estate hanno debuttato all'interno del MMORPG le nuove classi di gioco note come Gunbreaker e Dancer. Il primo è una sorta di tank che assorbe i danni dei nemici e protegge i compagni con potere della Gunblade, il secondo un damage dealer che attacca da lontano fornendo anche effetti benefici al gruppo; chiaramente contemporaneamente il level cap per le altre classi di gioco è stato aumentato ad 80, per permettere a tutti i giocatori affezionati al proprio personaggio di continuare ad aumentare il suo livello senza troppi problemi. Final Fantasy XIV: Shadowbringers ha poi accolto due nuove razze nel mondo di gioco: i Viera (simili a dei conigli) e gli Hrothgar, dalle sembianze leonine.
Ma a catalizzare subito l'attenzione dei giocatori è stata piuttosto l'ambientazione delle nuove aree, con luoghi semplicemente indimenticabili come il Crystarium, quartier generale del First con la sua Crystal Tower, e poi la città di Eulmore; questo senza citare gli ambienti più vasti (e ugualmente affascinanti) delle colline del Mheg e delle foreste di Rak'tika. Le mappe appena citate, tra l'altro, si modificano man mano che il giocatore prosegue nelle Main Quest principale: uno dei tanti dettagli che sottolineano la cura con cui sono stati realizzati i dettagli di Final Fantasy XIV: Shadowbringers, e con cui si spera verranno realizzate anche le espansioni successive.