Fire Emblem Engage per Nintendo Switch non è solo uno dei migliori strategici in circolazione, come vi abbiamo spiegato nella nostra esauriente recensione, ma anche un titolo celebrativo: pensato per festeggiare il trentesimo anniversario del franchise Intelligent System, il nuovo Fire Emblem getta nella mischia non solo il nuovo protagonista, Alear, e una risma di comprimari inediti, ma anche i personaggi più famosi della serie sotto forma di Emblemi, spiriti provenienti da altri mondi che albergano negli anelli magici a protezione del mondo di Elyos.
Ma chi sono questi personaggi? Perché Nintendo ha scelto proprio loro per rappresentare i Fire Emblem del passato? Se volete scoprirlo, non dovete fare altro che continuare a leggere.
Marth, l'emblema dell'Inizio
Marth è probabilmente il personaggio più famoso e rappresentativo di Fire Emblem come serie, poiché è anche quello che è apparso in più giochi, anche soltanto come cammeo o fanservice. Il principe di Altea è il protagonista del primissimo Fire Emblem: Ankoku Ryū to Hikari no Tsurugi, uscito nel 1990 per NES, e poi riproposto prima su SNES, nel '94, e poi su Nintendo DS nel 2008 col titolo Fire Emblem: Shadow Dragon, quando la serie cominciava a essere un po' più popolare anche da noi. In un certo senso è stato proprio Marth - insieme a Roy - a far conoscere Fire Emblem agli occidentali con la sua presenza nel roster di Super Smash Bros. Melee: l'interesse dei giocatori nei confronti del personaggio e della serie cui faceva riferimento convinsero Nintendo a portare la serie dalle nostre parti. Marth è un personaggio estremamente stereotipato, sia nell'aspetto che nel carattere, ma questo è anche il suo punto di forza: è la quintessenza dell'eroe fantasy nipponico, fatto e finito.
Non per nulla è il primo Emblema che Alear risveglia in Fire Emblem Engage: l'Unione sblocca l'abilità Raffica Suprema, un attacco cinematico che infligge tantissimi danni, specialmente contro le unità corazzate impugnando lo Spadino di Marth.
Roy, l'emblema del Sigillo
Roy è arrivato in occidente proprio come Marth, e se non fosse stato per loro, e per il successo di Advance Wars, lo strategico a turni di Intelligent Systems che spopolava su Game Boy Advance in quel periodo, e che ha dimostrato a Nintendo il valore di un genere troppo sottovalutato, probabilmente non avremmo mai visto un Fire Emblem in inglese prima, e in italiano poi. Roy, però, è il protagonista di Fire Emblem: Fūin no Tsurugi, uscito nel 2002 su Game Boy Advance, che come potete immaginare non è stato localizzato nelle nostre lingue di riferimento. Lo sviluppo di questo Fire Emblem fu complicato, perché sarebbe dovuto uscire per Nintendo 64, ma dopo alcune defezioni e vari ripensamenti, fu spostato tutto sulla console portatile Nintendo. Curiosamente, Roy fu aggiunto come clone di Marth nel picchiaduro targato Nintendo proprio per pubblicizzare il gioco, ma i continui rinvii fecero sì che il protagonista di questo Fire Emblem comparisse in Super Smash Brosh. Melee prima ancora che nel suo stesso gioco!
In Fire Emblem Engage, l'Anello di Roy consente di usare un'abilità unione chiamata Danza del leone che, oltre a danneggiare il nemico selezionato, brucia l'area di fronte all'utilizzatore, infliggendo danni a chiunque ci si trovi dentro a inizio turno.
Sigurd, l'emblema della Guerra Santa
Sigurd è il protagonista di un altro Fire Emblem che non è mai stato tradotto per l'Occidente, Fire Emblem: Genealogy of the Holy War. Uscito nel 1996 per SNES, questo episodio della serie inaugura il famoso triangolo delle armi e le relazioni romantiche tra i personaggi: la storia, infatti, segue due generazioni di eroi, con Sigurd nella prima parte e suo figlio Seliph nella seconda. Pur essendo tra i Fire Emblem meno famosi, Genealogy of the Holy War è uno dei più importanti perché ha stabilito vari primati nella serie e gettato le fondamenta per alcune meccaniche di gioco che sarebbero tornate in futuro, come il suddetto triangolo oppure le abilità personali ad assegnazione.
Sigurd, principe del Ducato di Chalphy, è stato il primo Lord a cavallo nella serie, e questa peculiarità si riflette nell'Emblema che lo rappresenta in Fire Emblem Engage: unendosi a Sigurd, infatti, il personaggio può attaccare fino a tre unità in fila con l'abilità Superamento e inoltre, avendo un'incredibile mobilità, è possibile spostarsi ancora dopo aver eseguito un azione.
Lyn, l'emblema del Fuoco Devastante
Lyn - il cui vero nome è Lyndis - non è un personaggio famosissimo, eppure era una dei tre protagonisti del Fire Emblem più importante di tutti... almeno per noi occidentali, visto che è stato il primo ad essere localizzato fuori dal Giappone prima col semplice titolo Fire Emblem e poi, in un secondo momento, col titolo completo Fire Emblem: The Blazing Blade. La particolarità di questo episodio, uscito nel 2003 per Game Boy Advance, stava soprattutto nella narrativa: la storia cominciava con Lyn in una sorta di tutorial che insegnava i nuovi fan a giocare; poi la giovane principessa del clan Lorca incontrava i nobili Eliwood ed Hector, con cui affrontava la minaccia dello stregone Nergal. Questo Fire Emblem, in realtà, è un prequel: Eliwood è il padre di Roy e il gioco si svolge vent'anni prima. Lyn, in seguito, è entrata a far parte del roster di Smash Bros. come Trofeo Assistente da Brawl in poi.
Essendo una cacciatrice delle pianure di Sacae, Lyn sa usare sia la katana che l'arco, e in Fire Emblem Engage possiede la capacità di colpire i nemici lontanissimi con l'abilità Tempesta astrale e di generare una banda di cloni che possono confondere le unità nemiche.
Celica, l'emblema degli Echi
Fire Emblem Gaiden è stato il secondo e ultimo Fire Emblem per NES che a modo suo voleva limare le spigolosità del primo esperimento di Intelligent Systems, introducendo alcune dinamiche da GDR, come la mappa esplorabile, che pian piano si sono insinuate nei titoli successivi, anche se dopo molti anni. L'esplorazione 3D era stata timidamente accennata in Fire Emblem Fates, ma poi è stato il remake di Gaiden, Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia, nel 2017 e su Nintendo 3DS, a riproporre questa meccanica in titoli come il recente Engage. Ma Shadows of Valentia è un titolo memorabile anche per la storia, che vede i due protagonisti, Alm e Celica, appunto, lottare insieme contro un vero e proprio dio leggendario, e naturalmente innamorarsi strada facendo.
È uno dei Fire Emblem più coinvolgenti, ed Engage celebra l'ottimo personaggio che è Celica con un Emblema che possiede due fenomenali capacità: l'abilità Eco, che consente di lanciare due incantesimi nello stesso turno, e la potentissima magia Teleragnarok, che si ispira al sortilegio più potente del gioco originale, Ragnarok, che Celica imparava al massimo livello della sua classe.
Leif, l'emblema della Genealogia
Nella seconda parte di Fire Emblem: Genealogy of the Holy War - tra il capitolo 5 e il capitolo 8, per la precisione - succedono parecchie cose, che Intelligent Systems ha raccontato nel 2000 in Fire Emblem: Thracia 776, un gioco a sé stante di una certa rilevanza per almeno due motivi: è stato il terzo e ultimo episodio a uscire su SNES ed è stato anche l'ultimo Fire Emblem su cui ha lavorato il creatore della serie, Shouzou Kaga. Nonostante sia stato anche il Fire Emblem meno venduto in assoluto, soprattutto a causa del particolare sistema di distribuzione iniziale in digital, Thracia 776 ha inventato meccaniche come la foschia di guerra nelle mappe, gli obiettivi di conquista e fuga, persino le Appendici: tutti elementi che ritroviamo anche in Fire Emblem Engage, dove a rappresentare Thracia 776 c'è ovviamente il suo protagonista, Leif Faris Claus.
In Engage, l'Emblema di Leif si ispira alla sua capacità di impugnare qualunque tipo di arma in Thracia 776: l'abilità passiva Adattabilità permette all'unità che porta l'anello di impugnare automaticamente l'arma più adatta quando viene attaccata, mentre l'abilità unione Tetracolpo impiega tutti i tipi di armi contro un nemico, aumentando le possibilità di Breccia.
Erika, l'emblema della Sacralità
Erika e suo fratello Ephraim sono i protagonisti di Fire Emblem: The Sacred Stones, ultimo titolo della serie a uscire su Game Boy Advance nel 2004 che, in realtà, non si distaccava molto dal precedente - quello con Lyn, per intenderci - e che per questo motivo fu accolto più freddamente dalla comunità dei fan, sebbene fosse un ottimo strategico a tutto tondo, specialmente sul fronte della narrativa. La storia, infatti, segue le peripezie dei due fratelli, che si riuniscono e separano a più riprese mentre combattono l'Impero di Grado e il demone che ne ha assunto il controllo.
Intelligent Systems ha scelto Erika per rappresentare The Sacred Stones in Fire Emblem Engage, ma in realtà l'anello custodisce anche lo spirito di Ephraim: il giocatore può infatti scegliere tra i due fratelli, attivando bonus differenti. Inoltre, Ephraim attacca insieme a Erika nel Colpo gemello, un'abilità unione particolarmente efficace contro le aberrazioni.
Ike, l'emblema della Fiamma
A differenza di Marth e Roy, quando Ike scese sul campo di battaglia di Super Smash Bros. Brawl, molti già lo conoscevano. Fire Emblem: Path of Radiance, infatti, era uscito nel 2005 su GameCube e pur essendo un titolo 3D ancora acerbo da un punto di vista tecnico, è ancora oggi considerato tra i migliori strategici nella serie per la sua narrativa adulta e toccante. Ike, il protagonista, è un mercenario burbero e determinato che accompagna e protegge la perduta erede al trono in un mondo diviso tra due specie: i Beorc, che sono normali esseri umani, e i Laguz, che possono trasformarsi in bestie feroci, una meccanica che ovviamente si riflette nel gioco con un sistema simile all'Unione di Fire Emblem Engage.
Nel picchiaduro Nintendo, Ike è un combattente molto più lento e pesante rispetto a Marth o Roy, e anche in Fire Emblem Engage si è tradotta la sua tempra in gameplay: l'Emblema è particolarmente adatto ai tank e possiede un'abilità, Grande etere, che lo rafforza, facendogli incassare danni per un turno, senza possibilità di contrattacco, fino all'inizio del turno successivo, quando attacca l'intera area circostante e si riprende i PV con gli interessi.
Micaiah, l'emblema della Luce
A un certo punto della sua corsa, Fire Emblem è diventata una serie che poteva davvero smuovere le vendite di una console, ed è per questo motivo che Intelligent Systems spostò lo sviluppo di una nuova iterazione sulla console casalinga successiva al GameCube, Nintendo Wii, ancor prima che fosse sul mercato. Il risultato, purtroppo, fu un titolo a cavallo tra due ere, quello che oggi definiremmo cross-gen nell'accezione più negativa del termine, e se per molti fu il primo contatto con Fire Emblem, possiamo dire che non fu propriamente dei più amichevoli: Radiant Dawn era uno strategico veramente brutale, anche rispetto al già difficile Path of Radiance. Del quale, peraltro, era un sequel, dato che proseguiva la storia nel continente di Tellius con una nuova protagonista, la risoluta maga della luce Micaiah, alla quale si uniscono anche Ike e la maggior parte dei personaggi giocabili di Path of Radiance.
In Fire Emblem Engage, Micaiah è un'Emblema incentrato sulla magia e la guarigione, e la sua abilità unione, Gran sacrificio, è veramente potentissima: può ripristinare tutti i PV di tutte le unità schierate, pur lasciando il personaggio che la usa con 1 PV soltanto.
Lucina, l'emblema del Risveglio
Forse non molti sanno che Fire Emblem Awakening, il primo a uscire per Nintendo 3DS, ha rischiato anche di essere l'ultimo a uscire in assoluto: la serie non vendeva più come in passato, e Nintendo aveva dato a Intelligent Systems un ultimatum. Per questo lo sviluppatore era praticamente impazzito a cercare tutte le migliori meccaniche da introdurre nella serie, facendone quasi una specie di titolo celebrativo nel caso in cui fosse finita così. E invece Awakening fu un successo, grazie anche a una serie di intuizioni, come il livello di difficoltà personalizzabile, che lo fecero conoscere a un pubblico molto più ampio, e la narrativa più vicina agli anime che in passato. Avendo a che fare con due generazioni di eroi, con tanto di viaggio nel tempo nel mezzo, Awakening ha due protagonisti, che sono eredi di Marth, vissuto duemila anni prima: l'eroico Chrom e sua figlia Lucina, tornata nel passato, insieme agli eredi degli altri eroi, per salvare il mondo.
Lucina è stata la scelta più ovvia per rappresentare Awakening in Fire Emblem Engage: il personaggio è incredibilmente popolare, soprattutto in Giappone, e nel gioco i suoi ideali di fratellanza e solidarietà si concretizzano nell'abilità Unione chiamata Tutti per uno, che coinvolge in un solo e spettacolare attacco tutti gli alleati nel raggio di 2 unità.
Corrin, l'emblema dei Destini
A partire da Fire Emblem Awakening si è cominciato a poter scegliere il sesso del personaggio principale: Intelligent Systems ha scelto Corrin al femminile per Fire Emblem Engage, che in ogni caso è l'alter ego del giocatore nell'episodio per Nintendo 3DS del 2015. Inebriati dal successo di Awakening, i ragazzi di IS decisero di tentare una manovra alla Pokémon, sviluppando non uno ma due titoli speculari sotto l'egida di Fire Emblem Fates: Conquista e Retaggio. Come se non bastasse, ne svilupparono un terzo sotto forma di DLC, Rivelazione, che fondamentalmente faceva da ponte tra le due "possibilità" offerte ai giocatori e rappresentava il percorso neutrale. Il risultato fu una narrativa che non convinceva al 100% ma che poteva contare su personaggi interessanti, divisi in due casate, e su un gameplay eccellente e ricco di novità, tra cui spicca una prima forma prototipale degli hub che poi abbiamo visto in seguito nei titoli per Nintendo Switch.
In Fire Emblem Fates, l'emblema Corrin consente di usare la peculiare funzionalità della Vena del drago di Fates: con questa abilità si possono cambiare le caselle sulla mappa, conferendo vantaggi e svantaggi ai personaggi che ci si fermano sopra. L'abilità Unione chiamata Ruggito torrenziale incorpora l'effetto della Vena del drago in un potentissimo colpo ad area che indebolisce i nemici.
Byleth, l'emblema dell'Accademia
Siamo arrivati alla fine della nostra carrellata e quindi a Fire Emblem: Three Houses, l'eccezionale strategico con cui è iniziata la corsa di Intelligent Systems su Nintendo Switch. Il titolo non dovrebbe avere bisogno di presentazioni, essendo il diretto precursore di Fire Emblem Engage, e infatti quest'ultimo ne ha ereditati molti aspetti, a cominciare dal Somniel che è una versione semplificata del monastero del Garreg Mach. Per rappresentare Three Houses in Engage, lo sviluppatore nipponico ha scelto la forma maschile di Byleth, un mercenario che si improvvisa professore e sceglie una delle tre casate che finiranno per farsi la guerra nel Fódlan.
Engage traduce certi aspetti di Three Houses in modo interessante: l'emblema di Byleth può impugnare diverse armi speciali a seconda dell'unità che effettua l'Unione, che poi sono le reliquie degli eroi del suo gioco, e con l'abilità Istruzione può potenziare i parametri dei personaggi che ha intorno. L'abilità unione Danza della dea conferisce una seconda azione a tutte le unità circostanti che si sono già mosse, ed è inutile dire che può letteralmente ribaltare le sorti di una battaglia. Infine, il suo emblema è utilissimo per migliorare i personaggi: la passiva Guida del docente aumenta i PE guadagnati dagli alleati che ha intorno!