Fire Emblem Warriors: Three Hopes è il nuovo musou sviluppato da Omega Force, che parte dall'universo creato da Intelligent Systems per dar vita a un entusiasmante e spettacolare spin-off action, in cui ci troveremo ad affrontare le tradizionali battaglie uno-contro-mille che caratterizzano questo peculiare filone videoludico.
Disponibile in esclusiva su Nintendo Switch, il gioco racconta una storia alternativa rispetto a quella di Fire Emblem: Three Houses, che si apre con i medesimi presupposti narrativi ma prende fin da subito una piega differente, presentandoci un protagonista inedito, lo scaltro mercenario Shez, e assegnando a Byleth un inedito ruolo da antagonista.
Sullo sfondo, anche qui, le tre Case che rappresentano i territori di Fodlan, al cui interno militano valorosi combattenti che potremo controllare liberamente durante le missioni, sfruttandone le abilità per sbaragliare le truppe nemiche. Diamo dunque un'occhiata al gameplay di Three Hopes, ai personaggi disponibili e alle loro mosse.
Gameplay
Il sottogenere action dei musou si distingue da sempre per un gameplay molto immediato, applicato a una serie di missioni in cui viene generalmente chiesto di ripulire la mappa di turno dalla presenza di unità ostili. Ci si muove dunque da una zona all'altra dello scenario, eseguendo devastanti combinazioni di colpi e mosse speciali in grado di sbaragliare centinaia di nemici alla volta finché il distretto non risulta liberato ed è possibile passare al successivo o dedicarsi a specifici obiettivi.
Da questo punto di vista Fire Emblem Warriors: Three Hopes non rivoluziona la formula inventata da Koei Tecmo, che rimane fondamentalmente quella che gli appassionati ben conoscono, ma la arricchisce con elementi RPG basati sulle meccaniche tradizionali del franchise Nintendo. Fra una missione e l'altra, nello specifico, è possibile impiegare il tempo e le risorse disponibili per esplorare l'accampamento e interagire con diversi PNG al fine di migliorare i rapporti e al contempo ottenere potenziamenti di diverso genere.
Rispondono alle stesse prerogative i personaggi giocabili, che potremo sottoporre a eventuali allenamenti per il miglioramento delle caratteristiche o modificare il loro l'equipaggiamento sulla base degli oggetti ottenuti fino a quel momento. La suddivisione in classi e le indicazioni relative alla sinergia completano il quadro di una struttura in grado di offrire uno spessore sorprendente, e che sfruttata a dovere produce effettivi risultati durante l'azione.
In tal senso, basta mettere il gioco in pausa nel mezzo di una missione per poter impartire ordini ai nostri alleati e fare in modo che si occupino di determinate questioni mentre noi ci dedichiamo ad altro, così da mettere in campo una collaborazione effettiva che ai livelli di difficoltà più alti può fare davvero la differenza, specie nel momento in cui ci troveremo ad affrontare boss impegnativi come le bestie demoniache.
Personaggi e mosse
La lista dei personaggi di Fire Emblem Warriors: Three Hopes risulta particolarmente corposa, visto che include in totale quasi cinquanta diversi guerrieri. Naturalmente buona parte di essi è legata a una specifica casata, dunque avremo modo di controllarli unicamente seguendo quel percorso in particolare per poi rigiocare la campagna seguendo una strada alternativa e assistere così a tutti i possibili finali dell'avventura.
La dotazione di base include ovviamente Shez in versione maschile o femminile, nonché i vari Dorothea, Petra, Ashe, Lorenz, Marianne, Constance e altre figure che però non vogliamo anticiparvi: diciamo semplicemente che nel corso della storia saranno diverse le sorprese anche sul fronte del roster, e alcuni personaggi decideranno di accompagnarci anziché opporsi alla nostra avanzata.
Dopodiché ci sono i combattenti che militano all'interno delle tre casate: Edelgard, Hubert, Ferdinand e altri per il Fuoco Scarlatto (le Aquile Nere in Three Houses); Dimitri, Dedue, Felix, Ingrid e altri per il Bagliore Celeste (i Leoni Blu in Three Houses); Claude, Hilda e Holst per l'Incendio Dorato (i Cervi Dorati in Three Houses); e infine alcune ulteriori figure misteriose sbloccabili.
Ogni personaggio dispone di caratteristiche specifiche per quanto concerne salute, forza, difesa, destrezza, velocità, resistenza, carisma e così via, un equipaggiamento peculiare e due slot per gli attacchi speciali, nonché ovviamente una diversa classe di appartenenza. Una volta sul campo di battaglia, le mosse riprendono l'impianto tipico dei musou, con combinazioni che possono diventare man mano più complesse alternando colpo leggero e pesante.
Le armi utilizzate cambiano in maniera sostanziale l'approccio al combattimento e il raggio d'azione delle manovre offensive, che risulta più ristretto usando le spade, si estende con asce e lance e passa ai colpi dalla distanza quando si impugnano balestre o fucili. Le special svolgono invece un ruolo simile, cioè quello di spazzare via in una sola volta il maggior numero possibile di avversari, consentendo così di ripulire molto più rapidamente le zone.
Come nella maggior parte dei musou, anche in Fire Emblem Warriors: Three Hopes la regolazione del livello di difficoltà incide parecchio sull'esperienza, trasformando le unità ostili da semplici pupazzi pronti a farsi travolgere dalle nostre combo a possibili insidie sempre in agguato, che un colpo alla volta riescono a ridurre in maniera importante la nostra barra della salute e costringono ad applicare tattiche più conservative.
Un Fire Emblem diverso
Ci troviamo insomma di fronte a un'esperienza molto diversa rispetto a quella di Three Houses, orientata su di un'azione frenetica e spettacolare, quella tipica dei musou, ma senza rinunciare allo spessore di meccanismi RPG in grado di rendere ancora più sfaccettato e interessante il gameplay, che dunque non si riduce ai combattimenti per la conquista dei territori.
Come abbiamo scritto nella recensione di Fire Emblem Warriors: Three Hopes, il titolo sviluppato da Omega Force porta avanti una tradizione brillante per quanto riguarda gli spin-off, che si esprime al meglio proprio quando c'è di mezzo una collaborazione con la casa di Kyoto. Chissà, magari è anche questa la famosa Nintendo Difference.