La compatibilità certificata con NVIDIA G-Sync o AMD FreeSync è ormai considerata un elemento imprescindibile per i monitor dai giocatori PC, e a buon ragione. Avere una tecnologia di sincronizzazione adattiva per la frequenza di aggiornamento infatti, permette di ridurre, e spesso eliminare del tutto, un fenomeno fastidioso come lo screen tearing (e a ridurre incidentalmente anche stuttering e input lag).
Per chi non lo sapesse, il tearing è un artefatto visivo che si verifica sugli schermi quando l'immagine mostrata è composta da informazioni provenienti da più fotogrammi (frame) diversi. In questi casi la frequenza di aggiornamento del monitor e il frame rate generato dalla scheda grafica non sono sincronizzati e causano una sorta di frattura dell'immagine a schermo: questa ci appare così come se la parte superiore mostrasse una parte del frame precedente mentre in quella inferiore una parte del frame successivo, distraendoci in modo significativo soprattutto nei giochi più veloci.
Inizialmente gli unici modi per evitare questo problema erano bloccare il frame rate dei giochi, riducendo di contro le prestazioni complessive, oppure abilitare il V-Sync: il Vertical Sync è però una tecnologia che si limita a sincronizzare il frame rate della GPU con il refresh rate del monitor, riducendo i fotogrammi generati dalla scheda video e introducendo spesso un ritardo (input lag).
Questa situazione si è protratta più o meno immutata fino al 2013, quando NVIDIA ha introdotto in alcuni monitor un modulo chiamato G-Sync: un pezzo di hardware proprietario da installare durante la fase di produzione. Detto modulo richiedeva, e richiede tuttora, una scheda grafica prodotta da NVIDIA per poter funzionare correttamente, ma a differenza del V-Sync offriva una sincronizzazione adattiva rivoluzionaria che eliminava il tearing e lo stuttering durante il gioco. Invece di adattare la GPU al monitor, infatti, il G-Sync esegue l'operazione inversa, permettendo al monitor di modificare dinamicamente la sua frequenza in base ai frame generati dalla scheda video. La necessità di un hardware dedicato, tuttavia, ha reso i monitor G-SYNC poco numerosi e molto costosi; per fortuna poco dopo arrivò un'alternativa.
Nel 2014, infatti, AMD presentò il suo FreeSync, una tecnologia che sfruttava gli stessi presupposti della soluzione NVIDIA ma su uno standard aperto, evitando la necessità di moduli hardware proprietari nei monitor. Questo approccio mirava a offrire ai produttori di monitor più flessibilità e costi potenzialmente più bassi, aprendo la strada a una maggiore diffusione della tecnologia VRR. Il contro di questo duopolio, però, era evidente: le due tecnologie di Variable Refresh Rate non erano compatibili tra loro e quindi chi aveva acquistato un monitor G-Sync doveva continuare a usare schede video NVIDIA; chi invece acquistava schermi FreeSync doveva puntare sulle GPU AMD per accedere al refresh rate variabile. Erano inoltre limitate al mondo dei monitor per PC.
Oggi, tuttavia, a più di 10 anni dal lancio di G-Sync e FreeSync lo scenario è fortunatamente cambiato. Il VRR è ormai uno standard incluso negli schermi e nei TV grazie agli ingressi HDMI 2.1, mentre per i monitor esistono dei formati meno vincolanti. Nel 2019, per esempio, NVIDIA ha creato la certificazione G-Sync Compatible, distribuendo gratuitamente i driver necessari a rendere le sue GPU più recenti compatibili con i monitor FreeSync; nel 2022, inoltre, la Video Electronics Standard Association ha creato un nuovo standard per l'adaptive-sync - chiamato appunto VESA Adaptive Sync - aperto e basato sulla stessa tecnologia sfruttata da AMD.
La maggiore concorrenza ha dunque dato più possibilità di scelta ai produttori, che hanno iniziato a svincolarsi del tutto dalle certificazioni AMD e NVIDIA persino nei top di gamma. È il caso, per esempio, del monitor MSI MPG 321URX che, come evidenziato nella nostra recensione, non ha problemi di tearing pur limitandosi a un generico supporto all'Adaptive Sync. Ma optare per uno schermo di questo tipo è una scelta sensata oppure potrebbe avere delle controindicazioni importanti in futuro? Proviamo a rispondere insieme a questa domanda andando a mettere a confronto Freesync, G-Sync e Adaptive-Sync, così da capire qual è la tecnologia migliore per i nuovi monitor.
Per saperne di più sul VRR in generale invece, vi rimandiamo all'articolo dedicato a cos'è e come sfruttare il Variable Refresh Rate.
Caratteristiche
Partiamo da un presupposto fondamentale: ad oggi i display AMD FreeSync, NVIDIA G-Sync Compatible o VESA Adaptive Sync sono estremamente simili. Possiamo dire, senza timore di grandi smentite, che sul fronte del VRR una soluzione vale l'altra, visto che di base sfruttano tutti la stessa tecnologia. L'unica cosa che cambia davvero sono il numero di test di compatibilità effettuati da NVIDIA o AMD per certificare detti prodotti con le proprie GPU; ma visto che i requisiti di certificazione forniti dalle compagnie sono piuttosto vaghi, non possiamo avere indicazioni precise su quanto siano rilevanti queste differenze.
I monitor NVIDIA G-Sync e G-Sync Ultimate fanno invece storia a sé. Come dicevamo nell'introduzione, infatti, questi display hanno un hardware proprietario progettato per funzionare specificamente con le schede video NVIDIA. L'unico vantaggio di questo hardware, però, consiste in un aumento della gamma di refresh rate che un monitor può supportare.
Cosa significa questo? Significa che, a differenza della maggior parte dei monitor FreeSync e G-Sync Compatible, che hanno un refresh rate minimo al di sotto del quale la sincronizzazione adattiva smette di funzionare, i monitor G-Sync e G-Sync Ultimate non hanno questa limitazione. Ma se sulla carta questa specifica potrebbe sembrare decisiva, nella pratica risulta molto situazionale. Il limite inferiore tipico di un display FreeSync è infatti di 40-48 Hz, un valore sotto il quale capita di rado di giocare con G-Sync attivo. I monitor G-Sync Compatible e AMD FreeSync, poi, riescono persino a compensare a questo svantaggio ripetendo i frame, così da risolvere il problema.
Se poi vogliamo parlare di AMD FreeSync Premium Pro e G-Sync Ultimate, beh, in questo caso state proprio tranquilli: queste infatti sono solo delle etichette di marketing che entrambe le aziende, dopo aver perso peso nella certificazione del VRR, hanno iniziato ad aggiungere nelle certificazioni HDR. Non hanno quindi nulla a che fare con l'adaptive sync e alla fin fine altro non sono che medagliette senza veri vantaggi pratici.
Compatibilità
Se ancora non siete convinti di quanto siano simili le varie tecnologie, allora vi potrebbe interessare sapere che i monitor AMD FreeSync e NVIDIA G-Sync Compatible si basano sullo stesso standard VESA Adaptive-Sync. Di conseguenza, la maggior parte dei monitor che supportano uno dovrebbero funzionare con l'altro. Il condizionale è d'obbligo, ma solo perché il supporto non è ufficiale: sulla carta questo potrebbe dunque creare qualche problema, ma nella maggior parte dei casi non vi accorgerete di nulla. Tra l'altro alcuni produttori di monitor stanno già usando l'etichetta VESA Adaptive-Sync sui loro display, per avere un po' di spinta di marketing senza troppo sforzo.
Anche se AMD, NVIDIA e VESA hanno standard leggermente diversi per le certificazioni, insomma, ciò che conta davvero è che VESA Adaptive Sync, G-Sync Compatible e AMD FreeSync Premium si basano, come detto, sullo stesso standard tecnico, quindi sono compatibili tra loro, anche quando la compatibilità non è elencata ufficialmente. E, servendo allo stesso scopo, portano di fatto agli stessi risultati.
Al solito, i monitor NVIDIA G-Sync e G-Sync Ultimate rappresentano l'eccezione. Oltre ad avere hardware proprietario al loro interno, infatti, non utilizzano lo standard VESA Adaptive Sync come base e supportano refresh rate variabili solo quando usati con una scheda video NVIDIA. Oggi come oggi, però, questo si traduce in una limitazione importante sul fronte della compatibilità.
Tenete presente, poi, che la mancanza della certificazione G-Sync su un monitor non blocca nulla di per sé, ma può limitare alcune funzionalità o prestazioni offerte. Se si utilizza una GPU NVIDIA con un monitor non certificato G-Sync, è comunque possibile attivare la funzione G-Sync attraverso la modalità G-Sync compatibile. In alcuni rari casi questa modalità potrebbe non essere supportata e potrebbe non fornire la stessa esperienza di un monitor con certificazione G-Sync, ma si tratta di un'eventualità piuttosto rara.
Chi vince?
Se siete arrivati a leggere fin qui forse l'avrete capito già: le tecnologie di Variable Refresh Rate oggi disponibili sono sostanzialmente equivalenti tra loro. L'uso della medesima tecnologia mette i monitor AMD FreeSync, NVIDIA G-Sync Compatible e VESA Adaptive-Sync tutti sullo stesso piano, mentre il modulo G-Sync ha finito per avere più limiti che reali vantaggi di utilizzo. Acquistare un monitor da gaming senza le tradizionali certificazioni di AMD e NVIDIA, insomma, non è più un tabù, con tutti i vantaggi che questo comporta nella possibile scelta di un upgrade alla GPU del PC.
Ci sentiamo però di aggiungere una piccola avvertenza in calce a tutte le considerazioni fatte finora: in questo articolo abbiamo infatti parlato di quelle che sono le caratteristiche delle tecnologie esistenti fino ad oggi. Non possiamo escludere che in futuro AMD, NVIDIA o un'altra azienda riescano a sviluppare un sistema di gestione del refresh ancora più efficace, creando uno standard nuovo e compatibile solo con le schede di questo o quel produttore. Inoltre non è da escludere la possibilità che NVIDIA associ nuove funzionalità ai monitor G-Sync, più utili di quelle disponibili adesso, offrendo un vantaggio a chi ha scelto uno schermo di questo tipo.
A nostro avviso, vista la diffusione dello standard VESA, la cosa è improbabile (limiterebbe il pubblico potenziale di una qualche feature utile ad aumentare l'appeal di nuove GPU), ma non impossibile.
Tenetelo a mente, quindi, ma senza farvi influenzare troppo da questa possibilità.