Le varie schiacciate vengono realizzate tramite una combinazione di tasti e movimenti della levetta analogica sinistra, ovviamente tutto scandito da un tempismo perfetto. Oltre a decidere da che punto della lunetta partire, con conseguenti variazioni nella dunk finale, è consentito aggiungere tutta una serie di ostacoli sotto canestro, dai più piccoli per arrivare fino ad un’intera automobile. Ovviamente superarli in volo determina un grande incremento della valutazione complessiva, ma allo stesso tempo rappresenta un grosso rischio e porta con sè un aumento della difficoltà. Chiusa la parentesi su tale simpatica variazione, è stata però la volta di assistere ad una partita vera e propria, per scoprire così le novità apportate da questa nuova versione. Tra le più interessanti, figura senza dubbio la presenza di una barra sotto ai piedi del giocatore controllato, con delle tacche simili a quelle della ricezione del cellulare; queste stanno a significare le zone preferite di tiro, determinando quindi una maggiore probabilità di successo. Ovviamente non si tratta di valori buttati a caso, ma basati su una enorme mole di dati trasmessa al team direttamente dalla NBA. Come sapranno gli amanti degli sport d’oltreoceano, gli americani vanno letteralmente matti per statistiche di ogni tipo, e questa non ne è che la conferma. Inoltre NBA 2K8 si concentra anche sul controllo delle azioni, o per meglio dire su una maggiore possibilità di intervenire all’interno dei movimenti di attacco e difesa. Nel primo caso si tratta dei nuovi controlli off-ball, che in soldoni consente di muovere contemporaneamente due giocatori e costruire così azioni esattamente nel modo che si desidera, riducendo quindi l’incidenza della CPU. In difesa fa invece il suo esordio una modalità di lock-on, che il difensore può utilizzare sull’attaccante per migliorare la propria copertura e l’aggressività nella marcatura. La componente grafica, già sensazionale l’anno scorso, trova in questa edizione un ulteriore miglioramento, soprattutto nel campo delle animazioni. Ma sono i replay con zoom ravvicinati a dare l’esatta percezione della cura riposta dai programmatori nella riproduzione dei modelli poligonali, copie quanto più fedeli possibile agli originali. Da quanto ci è stato permesso di vedere, non troviamo quindi alcun motivo per cui gli amanti del basket e della serie 2K Sports dovrebbero restare delusi da questo ennesimo incredibile sforzo del team americano.
Qualche anno fa, era Electronic Arts la regina incontrastata delle serie sportive. Oggi, malgrado il colosso americano mantenga ancora saldamente una posizione di primo piano, i concorrenti ci sono eccome. Se Konami con l’immarcescibile Pro Evolution Soccer ha da diversi anni occupato il cuore di tutti gli appassionati del calcio, per quanto riguarda invece gli sport più tradizionalmente americani è 2K Sports ad essersi fatta avanti in maniera particolarmente agguerrita. E così assieme ad un Top Spin 3 dall’enorme potenziale e un NHL 2K8 ottimo ma che però pochi in Italia troveranno interessante, è in dirittura d’arrivo anche NBA 2K8, attesissimo da tutti gli amanti del basket d’oltreoceano. Lo sviluppo di quest’ultimo episodio è anzitutto nato sotto una buona stella, ovvero quella che ha messo l’edizione 2K7 al primo posto anche nelle vendite rispetto alla concorrenza; un risultato da molto tempo inseguito, e per 2K Sports rappresenta senza dubbio il coronamento di uno sforzo sempre costante. Ciò nonostante i programmatori non hanno certamente voluto adagiarsi sugli allori, e la dimostrazione che ci è stata offerta durante la GC 2007 di Lipsia ne è conferma. NBA 2K8 affianca una componente seriosa e realistica, quella delle partite “classiche” o dei campionati, all’aspetto più spettacolare e fracassone dell’entertainment americano, offrendo la gara di schiacciate in perfetto stile U.S.A. Ecco quindi che all’interno di un campetto di Las Vegas pieno di luci, neon e quant’altro, è possibile far sfidare 2 squadre di 3 atleti alla ricerca del maggior punteggio ottenuto tramite dunk di varia forma e tipo. Il tutto presentato e commentato da un popolare (almeno così ci è stato detto) rapper/presentatore famoso in patria proprio per questo genere di impegni.