Google Stadia promette di rivoluzionare il mercato videoludico, anche se i punti di domanda, per quanto riguarda il nuovo servizio di streaming da parte del colosso americano, restano parecchi. Al di là delle questioni sulla smaterializzazione dell'hardware e la portabilità dell'esperienza videoludica da uno schermo all'altro, senza soluzione di continuità, tra le caratteristiche più interessanti c'è l'integrazione naturale con YouTube, altro servizio che fa parte del gigantesco conglomerato di Alphabet. Anzi, forse è stato proprio questo l'elemento di sorpresa maggiore emerso nel corso della presentazione di Stadia alla GDC 2019, considerando che il servizio di streaming era già stato piuttosto anticipato da voci di corridoio e notizie precedenti alla conferenza di presentazione vera e propria, al di là dell'assenza totale di un hardware dedicato per l'utilizzo del sistema, fatta eccezione per il suo controller.
In effetti, è praticamente quello che ha affermato anche Phil Spencer, nella presunta mail al team Xbox inviata a caldo dopo la presentazione di Stadia, nella quale esprimeva i suoi pensieri sulla nuova proposta di Google: "Non ci sono state grandi sorprese nel loro annuncio anche se sono rimasto impressionato dallo sfruttamento di YouTube, dall'uso di Google Assistant e del nuovo controller WiFi". Più o meno tutti si aspettavano i contenuti centrali dell'annuncio di Google, ma alcune caratteristiche specifiche di Stadia hanno comunque stupito, come appunto l'utilizzo di YouTube in maniera profondamente integrata con l'esperienza di gioco e di visione di contenuti attraverso la piattaforma in streaming. Questo comporta un'evoluzione sostanziale nella fruizione di contenuti videoludici attraverso YouTube con l'avvento di Google Stadia, perché introduce il fondamentale elemento dell'interazione.
Condivisione aumentata
Come funziona dunque questa integrazione di YouTube sulla piattaforma Stadia? In pratica, YouTube diventa una sorta di canale d'ingresso privilegiato per i videogiochi, con la possibilità di accedere direttamente a un gioco premendo un tasto nel corso della riproduzione di un video riferito al videogioco stesso e accedendo al proprio account Stadia tramite il controller. Questo è ovviamente un potenziamento notevole dell'interattività applicata alla creazione di contenuti video, creando un'interconnessione inedita tra fruizione passiva e attiva. Una fruizione 3.0, per così dire, in quanto la creazione di contenuti viene poi completata dall'interazione del pubblico, almeno secondo i piani di Google. Non è ancora chiarissimo come tutto questo dovrebbe funzionare, ma l'idea è che il flusso di dati di Google Stadia sia sempre a disposizione, non appena si attiva il tasto "play" nel corso della visione di un video, per arrivare direttamente al gioco.
Per quanto riguarda le funzioni più "social", sono state presentate due opzioni che consentono una sorta di "condivisione aumentata", ovvero con la possibilità di includere altri giocatori all'interno di uno streaming video. Nel corso di una trasmissione è possibile attivare il Crowd Play, che consente allo youtuber di condividere la sessione di gioco con gli spettatori, avviando con facilità una sessione multiplayer e dunque coinvolgendo il pubblico nella trasmissione stessa, con effetti interessanti sulla partecipazione degli utenti alle dirette. Un'altra funzionalità interessante, basata anche questa sulla condivisione, è State Share, che consente una sorta di multiplayer asimmetrico e asincrono basato su un momento preciso di un gioco. In sostanza, è come condividere un save state, invitando magari gli utenti a una sfida sul punteggio più alto da conquistare in un determinato punto di un gioco: per partecipare è sufficiente cliccare su un link o sul thumb del video e far partire la partita dal punto stabilito dall'utente iniziale.
YouTube vs. Twitch
È chiaro come l'integrazione di YouTube aggiunga una dimensione nuova a Google Stadia, che in questo modo diventa non soltanto un'altra qualsiasi piattaforma su cui fruire i videogiochi ma anche una piattaforma per il potenziamento della trasmissione di video e della creazione e condivisione di contenuti. Da un certo punto di vista, potrebbe essere proprio questo l'elemento strategico principale su cui Google potrebbe aver puntato con Stadia: oltre che aggredire il mercato tradizionale cercando di strappare quote ai produttori di hardware e imporsi con un nuovo modello su abbonamento - cosa che comunque rientra sicuramente nei piani di Google, ma il cui successo è ancora tutto da valutare - la nuova piattaforma potrebbe rappresentare un deciso punto di forza per il rilancio di YouTube nell'ambito dello streaming di contenuti videoludici.
Non è un mistero il fatto che YouTube abbia perso parecchio terreno rispetto a Twitch e Mixer per quanto riguarda lo streaming diretto di videogiochi, sebbene rimanga ovviamente il punto di riferimento per i video on demand, già confezionati e messi in condivisione. L'introduzione delle funzionalità interattive di Stadia porterebbe una ventata di novità nell'ambito, superando di gran lunga le limitate possibilità di interazione offerte dalle piattaforme streaming attuali. Dunque, Stadia potrebbe essere una potente arma per far tornare YouTube sulla cresta dell'onda, o quantomeno per non perdere terreno sul fronte dello streaming videoludico rispetto all'avanzare delle altre alternative. Da questo punto di vista, gli effetti potrebbero essere più evidenti (e forse anche più efficaci per Google sul fronte del mercato) rispetto a quelli derivanti da un ingresso dirompente, ma con tutti i dubbi del caso, sul mercato videoludico come proposta completamente alternativa allo standard classico.
Speranze e dubbi
Gli effetti dell'integrazione tra Stadia e YouTube sono dunque molteplici e a prima vista tutti positivi per l'utenza, dal punto di vista degli spettatori. Di fatto, il sistema crea un canale inedito di interazione che trasforma la fruizione passiva nella possibilità di intervenire, in diverse modalità, sul contenuto visualizzato. Non si tratta necessariamente di modificarlo attivamente, ma di prenderne parte in maniera più pratica, sia partecipando alla sessione di gioco aperta dal "conduttore", sia semplicemente venendo a conoscenza diretta del gioco trasmesso con la possibilità di provarlo con mano, attraverso l'avvio di una partita con Stadia. A questo si aggiunge la possibilità di creare una sorta di gioco nel gioco con lo State Share, che offre nuove possibilità di creare sfide ed eventi aperti alla community. Dal punto di vista dei contenuti ufficiali, quelli distribuiti direttamente da publisher e sviluppatori su YouTube, l'integrazione di Stadia potrebbe consentire ai giocatori di provare subito una versione demo del gioco mostrato, magari direttamente al termine di un trailer cliccando sul tasto "Gioca", o qualcosa del genere.
È facile insomma vedere gli effetti positivi di queste nuove funzionalità per lo spettatore, a cui però fanno da contraltare alcuni dubbi sul funzionamento del sistema, che si spera vengano chiariti nei prossimi mesi. D'altra parte, sono ancora molti i punti interrogativi irrisolti su Stadia, dunque è normale che non manchino spunti di riflessione anche in questo frangente. Prima di tutto, ovviamente, il funzionamento tecnico del sistema, il prezzo richiesto anche solo per poter accedere alle funzionalità interattive di YouTube e infine alcune questioni più specifiche riguardanti l'apertura dello streaming all'interazione con il pubblico: è previsto un qualche sistema di controllo che garantisca alla sessione in streaming di non venire dirottata (con eventuali conseguenze anche gravi per lo youtuber) da interventi distruttivi da parte di altri utenti? Come è destinato a funzionare lo State Share e come questo può tenere traccia dei risultati dei vari utenti su giochi che non prevedono un vero confronto multiplayer? Questi sono solo alcuni interrogativi a cui speriamo di poter dare risposta nel minor tempo possibile, considerando che ulteriori informazioni più precise su Stadia dovrebbero arrivare nei prossimi mesi da parte di Google.