Dopo anni di indiscrezioni, ipotesi e voci di corridoio, Google è entrata sul serio nel mondo dei videogiochi. E lo ha fatto con una conferenza esplosiva, in quello che potrebbe rappresentare un momento di svolta per l'industria dell'intrattenimento. Stadia, questo il nome dell'ambizioso progetto gaming del colosso statunitense, non è una console Android come speculavano i più scettici. Non è affatto una console, confermando le supposizioni che volevano Google lanciare una piattaforma di streaming costruita sui test fatti nel 2018 con Project Stream. Eppure, nonostante si trattasse - usando le parole di Sundari Pichai, CEO di Google - del "segreto peggio tenuto nell'industria dei videogiochi", il keynote che l'azienda di Mountain View ha tenuto alla GDC 2019 è stato a dir poco sorprendente, presentando tutta una serie di piccole innovazioni e grandi rivoluzioni che coinvolgono ogni continente del pianeta videogiochi: dagli sviluppatori ai giocatori, dai content creator a chi fruisce dei videogiochi in maniera passiva, guardando live di gameplay o trailer su YouTube, arrivando alla stampa specializzata. Ci sono ancora diverse domande e dubbi a cui Google Stadia deve rispondere (e a cui dedicheremo un articolo a parte), ma per ora riepiloghiamo X motivi per cui l'annuncio di Stadia ci ha galvanizzato.
Un passo verso un futuro "libero"
Provate a immaginare se per poter leggere i romanzi di Stephen King foste obbligati ad acquistare un eBook reader di una specifica marca. Ipotizziamo un Kindle. Oppure, se il Blu-Ray dell'ultimo Avengers possa essere visualizzato soltanto su un lettore marchiato Disney. Sarebbe follia, no? Invece i videogiochi sono ancora oggi fortemente legati ad hardware specifici. Google Stadia ci mette davanti a un futuro in cui la fruizione di un videogioco sarà slegata dal dispositivo che si deciderà di utilizzare. Così come un film può essere oggi visto su una TV, un PC, un portatile, un tablet o uno smartphone, lo stesso avverrà coi videogiochi pubblicati su Google Stadia (a patto ovviamente di avere una connessione adatta). Vedere una partita ad Assassin's Creed Odyssey passare in un istante da un portatile a uno smartphone, dal tablet al PC e infine alla TV di casa lascia a bocca aperta ancora più di quella prima volta in cui abbiamo inserito Nintendo Switch all'interno del suo Dock.
Una scossa alla concorrenza
Stadia annienterà il mercato tradizionale? Forse no, non nel breve termine. Quello che però potrebbe fare - nel caso non si dovesse dimostrare un totale fallimento - sarà cambiare le regole della console war e stimolare gli attuali produttori di piattaforme a prestare attenzione a nuovi trend e nuovi modi di fruire i videogiochi. A dover rispondere non saranno solo Microsoft (già al lavoro sul suo Project xCloud), Sony e Nintendo, ma anche chi è dietro a piattaforme di digital delivery come Steam, Epic Games Store ed EA Origin dovrà stare attento per non rischiare di perdere un treno che viaggia a una velocità impressionante. Per molte di queste realtà, la sfida lanciata da Google non può essere affrontata ad armi pari, ma è lecito aspettarsi nel breve periodo novità, miglioramenti e sinergie che coinvolgono tutti. L'entrata di un nuovo attore nell'industria dei videogiochi rappresenta sempre un momento interessante ed elettrizzante, e lo è specialmente se si tratta di un colosso come Google e di un progetto così dirompente come Stadia.
Cambierà l'interazione tra utenti e creatori
Dai live streaming ai trailer su YouTube, dalla ricerca di tutorial e soluzioni alle ore passate a vedere let's play dei propri creator preferiti. Oggi le modalità di fruizione dei videogiochi sono completamente diverse rispetto ad appena qualche anno fa, e specialmente le nuove generazioni utilizzano YouTube come estensione della loro passione per i videogiochi anche quando non si ha un pad tra le mani: si informano sulle ultime uscite, fruiscono di approfondimenti, seguono match dei giocatori più talentuosi o si divertono guardando let's play live. Anche il rapporto tra chi crea contenuti online e chi li fruisce è cambiato, con gli utenti che partecipano in maniera molto più attiva e diretta. Con oltre 200 milioni di utenti che ogni giorno guardano contenuti legati al gaming, YouTube ha il bacino d'utenza e le possibilità per portare quest'interazione a un livello superiore. La funzione Crowd Play - che permetterà agli utenti di accedere con un clic alla partita che stanno guardando in live - aumenta il senso di partecipazione e di community attorno a un gioco e a un canale. O anche il senso di competizione: come quando in sala giochi si faceva la fila al cabinato di Street Fighter 2 per sfidare gli altri e dimostrare davanti a tutti di essere i migliori, adesso sarà possibile farlo davanti alla platea di una live su YouTube. Altra funzione interessante è lo State Share, che permette di condividere attraverso un link un punto specifico di una nostra partita, invitando altre persone a continuare da quel punto e magari fare di meglio. Questa funzione, pensata principalmente per la condivisione tra amici oppure tra content creator e utenti, potrebbe rivelarsi utile anche in altri contesti: gli sviluppatori possono condividere internamente link che portano a bug specifici o momenti da vedere al volo, per dirne una. Oppure è possibile riprovare un momento memorabile di un vecchio gioco senza necessariamente avere il file di salvataggio o senza dover rigiocare un intero capitolo. Prendete uno di quei video intitolati "I 10 boss più difficili da battere". Ora immaginate che per ciascuno di questi 10 boss ci sia un link che permette di accedere istantaneamente alla boss fight, lì pronta per essere affrontata. Buon divertimento.
Nuove possibilità per gli sviluppatori
Senza conoscere il modello di business della piattaforma, i requisiti d'ingresso e altri dettagli importanti, per gli sviluppatori di videogiochi ci sono ancora enormi punti interrogativi. Allo stesso tempo, tuttavia, la presentazione di Stadia ha dato spunti estremamente interessanti anche per chi i videogiochi li realizza. La possibilità di acquistare e giocare un gioco semplicemente cliccando un tasto all'interno di un video su YouTube può avere ripercussioni estremamente positive, specialmente per giochi più piccoli o dai nomi meno altisonanti. Inoltre, dal momento che Stadia non è legato a uno specifico hardware, agli sviluppatori basterà realizzare una sola versione per arrivare a un bacino d'utenza enorme e su un numero di dispositivi potenzialmente sconfinato. Lo stesso discorso vale ovviamente per il supporto post-lancio. "Una patch per fixarli tutti".
Multiplayer senza limiti (e senza cheater)
Probabilmente le finali dell'EVO non si svolgeranno mai su Stadia. Dopotutto la latenza è una questione fondamentale in ambito competitivo, ma questo non vuol dire che la piattaforma di Google non introduca dei vantaggi anche per quanto riguarda le esperienze multigiocatore. Dallo split screen in locale che non richiede alcun compromesso in termini di prestazioni, arrivando alla possibilità di giocare in crossplay tra tutti i dispositivi compatibili con Stadia. Inoltre, proprio per la natura in cloud della piattaforma, sarà difficile per cheater e hacker modificare il gioco e rovinare l'esperienza agli altri utenti.