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Grand Theft Auto 6: cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo GTA di Rockstar

Facciamo il punto della situazione su Grand Theft Auto 6 tra teorie, indizi seminati da Rockstar e dichiarazioni degli addetti ai lavori.

SPECIALE di Lorenzo Mancosu   —   27/02/2023
Grand Theft Auto 6: cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo GTA di Rockstar
Grand Theft Auto VI (GTA 6)
Grand Theft Auto VI (GTA 6)
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L'avvento di GTA 6, il nuovo capitolo di Grand Theft Auto firmato Rockstar Studios, rappresenta un miraggio, un'oasi nel deserto che gli appassionati attendono di scorgere all'orizzonte da quasi dieci anni, senza la benché minima idea di quando potrebbe effettivamente presentarsi al mondo. O almeno queste erano le premesse fino a qualche mese fa, quando un hacker adolescente intrufolatosi nei sistemi della compagnia ha diffuso un corposo leak contenente immagini e video raffiguranti nientemeno che le sequenze in azione del nuovo, leggendario open-world di Take-Two.

Nel mondo del web si è udito un poderoso rumore di vetri infranti: i forum si sono spaccati a metà tra coloro che hanno realizzato con fatica l'effettiva consistenza del progetto - assimilando con lentamente il fatto che GTA 6 fosse una realtà concreta più vicina del previsto - e quelli che hanno scelto di criticare senza alcuna logica una build tecnica risalente all'ormai lontanissimo 2017. Ed è proprio per questa ragione che oggi non ci concentreremo su un'analisi certosina di quanto emerso dai leak, se non sul particolare dell'ambientazione di Vice City, per porci invece una domanda di più ampio respiro: cosa dobbiamo aspettarci dal re indiscusso del mercato dei videogiochi?

La città del vizio

San Andreas rappresenta per molti appassionati il modello da imitare
San Andreas rappresenta per molti appassionati il modello da imitare

Se esiste un elemento che è capace di determinare a priori il successo o il fallimento di un titolo open-world, quello sta senza dubbio nell'ambientazione. Orde di appassionati considerano infatti Grand Theft Auto: San Andreas il capitolo migliore della serie di Rockstar in ragione della sua straordinaria varietà; per la prima volta, dopo aver esplorato negli anni diversi labirinti di cemento, l'avventura di Carl Johnson aveva origine fra i blocchi di Los Santos per poi trascenderne i confini, aprendo panorami nebbiosi su campagne e campi coltivati, sulla vetta del Monte Chiliad, sui saliscendi e il grande porto di San Fierro, nonché sull'indimenticabile deserto che abbracciava la Strip di Las Venturas. Tre diverse città, dozzine di arterie autostradali e tante piccole statali immerse nel verde disegnavano un formicaio interurbano che - per quanto fosse in realtà contenuto - trasmetteva un senso di maestosità mai incontrato prima.

Accanto ai fan di quel collage di paesaggi ci sono però tantissimi giocatori che vedono nella storia di Tommy Vercetti a Vice City la vetta più alta mai toccata dalla saga, e il perché non è certo un mistero. Lo Scarface di Brian De Palma incontrava il mondo dei videogiochi sullo sfondo di una Miami Beach sordida come non mai, impreziosita da un'atmosfera e una colonna sonora che trasudavano anni '80 da tutti i pori. Tra incontri nei night-club, ville degne di Pablo Escobar e quattro salti sulle note di Out of Touch di Hall & Hoates, personaggi strafottenti e dinamiche degne di uno Yakuza tratteggiavano i contorni di un viaggio pazzesco, tanto folle da terminare con l'acquisto di diverse proprietà che a loro volta alzavano il sipario su esilaranti avventure opzionali.

Ed ecco che, finalmente, il sogno sembra destinato a tramutarsi in realtà: GTA 6 sarà apparentemente ambientato proprio in quella stessa Vice City, anzi, in una versione presumibilmente ancor più vasta e folle, cavalcando l'onda dello straordinario lavoro che ha dato vita alla Los Santos del quinto capitolo.

Anche se è facile cadere nell'errore di ritenere San Andreas una contea dal fascino inarrivabile, quella della Florida statunitense potrebbe rivelarsi ancor più varia e coinvolgente. In primis perché la Vice City dell'omonimo videogioco si limitava a mettere in scena la sola Miami Beach, ovvero quel lembo di terra in mezzo all'oceano che è nient'altro che il quartiere più chic della città, famoso per i club e per le spiagge da sogno; in secondo luogo perché, accanto alla metropoli di Miami, la penisola confina a sud con l'arcipelago di Key West e con i Caraibi - offrendo la possibilità di integrare ambientazioni mai viste prima - ma è soprattutto toccata dal cosiddetto bayou, ovvero il tipico bioma paludoso molto vicino all'ambientazione della Louisiana della prima stagione di True Detective. Insomma, una versione estesa di Vice City avrebbe tutte le carte in regola per portare una ventata d'aria fresca nella serie e, perché no, magari riservare spazio per qualche grossa sorpresa come un'ipotetica implementazione dell'intera isola di Cuba, un po' come accaduto con Guarma nei confini di Red Dead Redemption 2. L'ultimo personaggio a trattare l'ambientazione è stato l'analista di NPD Michael Patcher: secondo le sue fonti, è addirittura possibile che oltre all'area metropolitana di Miami sia previsto un secondo continente, addirittura segnato dalla presenza di una variante della città di Londra.

Infinite possibilità: il gameplay

I server role play hanno spinto le meccaniche ben oltre i confini di Rockstar
I server role play hanno spinto le meccaniche ben oltre i confini di Rockstar

Se guardiamo agli ultimi anni, una delle indiscrezioni più concrete riguardo GTA 6 è emersa da una dichiarazione di Tom Henderson: secondo le sue fonti l'opera avrebbe tenuto conto della straordinaria esplosione conosciuta dal sottobosco di GTA RP. Per chi non lo sapesse, buona parte del successo commerciale nel lungo periodo raggiunto dal quinto episodio è strettamente legato all'emersione di una enorme scena di giochi di ruolo sviluppatasi su diversi servizi di server-hosting. In questi server online privati (merita una menzione NoPixel a cui hanno lavorato scripter di Rockstar) ogni giocatore crea il proprio avatar per poi vivere un'avventura immersiva all'insegna dell'interazione con altri giocatori. Proprio come accadeva nei cari vecchi server di ARMA, poliziotti, medici, criminali, camerieri dei locali e perdigiorno, sono tutti interpretati da altri player intenti a costruirsi una seconda vita nella Los Santos virtuale.

Questo fenomeno ha portato centinaia di modder e scripter a produrre dozzine di mappe inedite, asset grafici e soprattutto stringhe di codice volte a trasformare e rendere ancor più realistica l'esperienza offerta da Grand Theft Auto, implementando funzionalità come l'hacking e lo scasso, "aprendo" un numero incalcolabile di interni degli edifici, inserendo la possibilità di sigillare alcune porte, di emettere fatture, di craftare cibo o equipaggiamenti, e chi più ne ha più ne metta. Alcuni fra i server più elaborati hanno persino assunto le tinte delle mod total-conversion, trasformando l'intera regione di Los Santos in un incubo post-apocalittico costellato di zombie nonché popolato da vampiri, demoni e lupi mannari (è il caso del server italiano Rivia). Tutto questo per dire che, stando ad alcune delle indiscrezioni più accreditate, è possibile che vedremo l'esperienza meccanica offerta da GTA trasformarsi in qualcosa di molto più complesso e ambizioso in favore della comunità role-play.

La componente online svolgerà un ruolo fondamentale
La componente online svolgerà un ruolo fondamentale

Con dieci anni di successi alle spalle, Take-Two è ormai più che consapevole di avere per le mani la più grande gallina dalle uova d'oro dell'industria attraverso GTA Online; quella che inizialmente era prevista come una modalità successiva al lancio - e che tra l'altro conobbe una partenza altalenante - rappresenta oggi un segmento a cui gli sviluppatori hanno senza ombra di dubbio destinato tanta attenzione e la maggior parte delle risorse fin dal momento della creazione. È dunque praticamente ovvio che nel sesto capitolo vedremo moltiplicarsi a dismisura gli elementi di personalizzazione, il numero di rapine disponibili, le interazioni con lo scenario e con gli altri giocatori, nonché la cura dedicata agli interni e soprattutto agli edifici acquistabili. Se la Los Santos del 2013 era uno splendido mondo autosufficiente su cui fu innestata una componente multigiocatore, in questo caso assisteremo quasi certamente alla nascita di un universo costruito fin dal principio per accomodare l'esperienza online.

Se un'attenzione tanto marcata sul multiplayer potrebbe penalizzare quello che per molti è ancora il cuore pulsante di Grand Theft Auto, ovvero l'esperienza in giocatore singolo, è molto probabile che mettere il multigiocatore al primo posto significhi accrescere enormemente il numero e la complessità delle interazioni ambientali, evolvendo ad esempio lo scheletro stilizzato delle rapine del quinto episodio attraverso meccaniche di gameplay decisamente più evolute e funzionali; allo stesso modo sarebbe indispensabile potenziare la densità della mappa - e specialmente degli interni - mettendo sul piatto una serie di attività collaterali sufficientemente estesa e profonda da soddisfare anche le esigenze di chi gioca su base quotidiana. A questo scopo, raccogliendo l'eredità lasciata da Tommy Vercetti, il sesto capitolo potrebbe reintrodurre il sistema di attività imprenditoriali da acquisire e far crescere sullo sfondo di corpose storie dedicate.

Chi e quando

Probabilmente GTA VI sarà ambientato nella nostra epoca
Probabilmente GTA VI sarà ambientato nella nostra epoca

Tra le voci che più hanno serpeggiato nei corridoi dell'industria assieme alle prime notizie riguardo GTA 6, due in particolare si sono fatte più insistenti delle altre. La prima riguarda la protagonista, che secondo le indiscrezioni sarebbe la prima nella storia del franchise. La seconda, invece, concerne l'epoca di riferimento: alcuni appassionati hanno teorizzato che il titolo potrebbe essere ambientato in una Vice City anni '90 in stile Pulp Fiction, mentre altri hanno addirittura ipotizzato la presenza di due diverse linee temporali - una nel passato e una nel presente - proprio come accaduto nel caro vecchio Driver: Parallel Lines, titolo nel quale il protagonista TK finiva in prigione nel 1978 per poi essere rilasciato nel 2006.

Per quanto riguarda quella della doppia linea temporale, nonostante l'innegabile fascino, siamo praticamente certi che sia un'ipotesi da scartare, così come quella del setting d'epoca. Il perché è presto spiegato: gran parte del successo di GTA Online è derivato proprio dall'introduzione di armi, veicoli, follie d'ingegneria come le moto volanti, nonché elementi di personalizzazione estetica che ricalcano da vicino la moda contemporanea, per non parlare dell'implementazione dello smartphone e della possibilità di esplorare il web. Come insegnato dall'esperienza accumulata sulle sponde di Red Dead Online, castrare gli elementi di personalizzazione nel multigiocatore - e quindi anche le potenziali ricompense - sarebbe un errore grossolano nel quale Rockstar Games siamo certi non voglia cadere nuovamente.

Sadie Adler è stata una straordinaria comprimaria, meritevole del ruolo di protagonista
Sadie Adler è stata una straordinaria comprimaria, meritevole del ruolo di protagonista

Se, dunque, la prospettiva più accreditata è quella di trovarsi a Vice City nella nostra contemporaneità, resta invece da chiarire la questione del, o della, protagonista. Da una parte è vero che Rockstar Games non ha mai investito pienamente in un personaggio principale femminile - e che spesso e volentieri le sue rappresentazioni sono state quantomeno stereotipate, come del resto quelle maschili - ma con Red Dead Redemption 2 è stata in grado di dare i natali a Sadie Adler, una pistolera talmente convincente da emergere in alcuni rumor come papabile candidata per emergere in un ipotetico DLC, poi mai arrivato.

I tempi sono da anni maturi per introdurre una protagonista dotata del carisma, della profondità e della comica irriverenza che hanno caratterizzato la storia recente dello studio, ma alcune delle immagini trafugate hanno fatto pensare in molti all'eventualità del doppio protagonista: una sorta di Bonnie & Clyde pronti a farsi largo sotto piogge di piombo per le strade della Florida fittizia.

Il ritorno del re dei videogiochi

GTA è diventato il prodotto d'intrattenimento più redditizio del mondo
GTA è diventato il prodotto d'intrattenimento più redditizio del mondo

A nove anni di distanza dalla prima pubblicazione, Grand Theft Auto 5 è divenuto il prodotto d'intrattenimento più redditizio di tutti i tempi - e non stiamo parlando solo di videogiochi - oltrepassando agilmente i sei miliardi di dollari di incassi. Questa cifra, proprio come le oltre 170 milioni di copie vendute, è da ascrivere prevalentemente allo straordinario contributo della modalità Online. Nonostante ciò, GTA non vive di solo online e la stessa Rockstar resta indissolubilmente legata a una cifra stilistica improntata sulla narrativa, sulla creatività e sull'innovazione tecnica, come dimostrato dalla valanga di riconoscimenti raccolti dall'atipico Red Dead Redemption 2.

Il far-west secondo Rockstar Studios è riuscito a impressionare l'industria a prescindere dal punto di vista da cui lo si analizzasse: con una delle migliori ambientazioni mai realizzate, una scrittura memorabile, un sistema di routine degli NPC quasi fantascientifico e una serie di interpretazioni attoriali da Oscar, l'avventura di Arthur Morgan ha gettato le basi del futuro dello studio e del suo Rockstar Advanced Game Engine. Giunti alla fine dei titoli di coda, era inevitabile porsi una domanda: se la casa è riuscita a fare questo nel contesto di Red Dead, cosa diavolo dobbiamo aspettarci dal prossimo capitolo di GTA?

Con Red Dead Redemption 2 gli studios hanno spinto il RAGE engine vicino al limite
Con Red Dead Redemption 2 gli studios hanno spinto il RAGE engine vicino al limite

Questo è proprio il genere di domanda che rischia di paralizzare l'operato di una software-house: cosa avremmo potuto aspettarci dopo Skyrim? E poi Bethesda è andata incontro a una crisi. Cosa avremmo potuto aspettarci dopo The Witcher 3: Wild Hunt? E poi CD Projekt è andata incontro allo scivolone, perlomeno iniziale, di Cyberpunk 2077. I Rockstar Studios, dal canto loro, fanno ancora parte di una specie diversa, rappresentando proprio quel punto d'arrivo che Bethesda e CD Projekt hanno tentato disperatamente d'inseguire attraverso tutte le operazioni compiute negli ultimi anni. La casa più grande sotto lo stendardo di Take Two ci ha sempre abituato a balzi tecnologici impressionanti - dalla straordinaria fisica di GTA 4 fino all'incredibile scenografia di RDR2 - e non sembra intenzionata ad arretrare di un passo, ben consapevole di dover raddoppiare anche sul piano della scrittura e del giocato.

La più grande preoccupazione dello studio è emersa dalle parole degli stessi fratelli Houser - i creatori della serie - quando ancora facevano entrambi parte della compagnia: ora che la realtà ha superato la fantasia, sarà molto più difficile costruire una parodia convincente della società statunitense. Ancora più difficile è riuscire a innovare i videogiochi e lasciare il pubblico a bocca aperta, specialmente nel corso di questa nona generazione di console; ma se c'è qualcuno in grado di farlo, quelli sono senza dubbio i Rockstar Studios attraverso la formula di Grand Theft Auto.