Gran Turismo 3 A-Spec
Gran Turismo 3: in poche parole il gioco più atteso per Playstation 2 dal momento dell’annuncio della console fino alla sua reale uscita nei negozi nel corso dell’anno duemilauno. The real driving simulator, come è definito il titolo dai suoi creatori, combina in realtà un modello di guida credibile seppur arcade (qua la parola simulator perde parte del suo valore) ed un’evoluzione di gioco che ricorda da vicino i giochi di ruolo. Il nostro protagonista in questo caso è un’automobile scelta tra centinaia di modelli realmente esistenti. Vincendo le gare proposte, e quindi guadagnando i soldi necessari, è possibile modificare le varie parti del nostro bolide: marmitta, volano, gomme, sospensioni sono solo degli esempi di quanto sia possibile personalizzare le vetture. Un’attenta gestione degli assetti e della messa a punto, permetterà di ottenere il miglior risultato in ogni circuito. In realtà Gran Turismo è molto altro: si possono affrontare le gare più avanzate (e quindi più ricche a livello di montepremi) soltanto passando gli esami della patente, le fasi su sterrato sono particolarmente ricercate ed apprezzabili, ogni macchina ha le sue determinate caratteristiche… è meglio non proseguire nell’elenco per non esaurire subito lo spazio a disposizione! Rispetto ai predecessori, il comparto grafico ha fatto un balzo in avanti impressionante tanto da rimanere ancora oggi, a due anni di distanza dall’uscita, insuperato dalla totalità di titoli corsaioli per tutti i formati: la fluidità, in particolar modo, influisce notevolmente non solo sull’impatto visivo ma anche sulla risposta ai comandi, pronta e rapida più che mai. I nuovi circuiti sono particolarmente ispirati, così come le prove per le patenti. La quantità di divertimento e di ore di gioco messa a disposizione dal titolo Poliphony è a dir poco incredibile. GT3 è un’esperienza adatta a tutti e il suo valore è tale da farlo figurare tra i migliori videogiochi di sempre.
Voto: 9.5
Jak and Daxter
Selezionato per la line up platinum dell'autunno scorso, Jak and Daxter è uno dei primi platform per Playstation 2, ma essenzialmente la motivazione più significativa della sua esistenza era di dimostrare le capacità del nuovo motore grafico progettato da Naughty Dog. E,a parte qualche difettuccio estetico forse trascurabile, ci riuscì pienamente. Ma cosa c'era al di là di una tecnica ben curata ? Un modesto clone del paradigma Mario 64. Accompagnati da un breve stacchetto narrativo, che ci consente di immergerci in un'atmosfera pericolosamente vicina alle recenti produzioni disney (artereosclerotico più o meno saggio, ragazzina più o meno disponibile), giungiamo alla prima ambientazione, un tutorial che ci consente di impratichirci con il sistema di controllo. Fin da subito si rivela immediato, eseguire le varie azioni con Jak è davvero semplice e divertente. Altrettanto facile è codificare gli obbiettivi: Ricercare più Power cells possibili per avanzare nelle varie locazioni che come di consueto riconducono alla tetralogia degli elementi e alla completa mancanza di immaginazione. Forse l'unico punto d'interesse è la presenza di eco point, sorgenti eteree di poteri stile recupero energia, emetto fireball, corro veloce e altri apici di originalità esistenziale. In ogni livello troveremo anche qualche centinaio di Precursor Orbs, moneta corrente necessaria per il reperimento di ...nuove cells. Non brilla neanche il level design, abbastanza lineare, con l'esplorazione veramente ridotta al minimo . Difficile quindi stupirsi di come la longevità sia modesta, certamente aggravata dalla totale mancanza di sfida e dalla ripetitività degli obiettivi. Musiche anonime e un doppiaggio discreto anche nell'edizione nostrana terminano di tracciare una sequenza che conduce dritti dritti all'ottimo Ratchet & Clank di Insomniac, rilasciato solamente un'anno dopo Jak and Daxter, ma che sembra provenire da un'altra epoca.
Voto: 6.5
Onimusha: Warlords
Onimusha è stato uno dei titoli più attesi del primo periodo di vita della ps2 dato che il fatto di essere prodotto dalla Capcom era una garanzia; alla sua uscita però, questa attesa si è irrimediabilmente trasformata in una delusione e adesso vi spiegherò il perché. Ambientato nel Giappone feudale, Onimusha vi darà la possibilità di impersonare un samurai in una lotta contro i demoni che hanno rapito la principessa. Da questo potete ben dedurre che per quanto riguarda la trama, il gioco non spicca per originalità; purtroppo anche tutto il resto non porta niente di nuovo.
Onimusha è un action-game a tutti gli effetti e ricorda molto da vicino Resident Evil, esso infatti ha una struttura grafica molto simile, con personaggi in 3d su fondali 2d prerenderizzati. Anche il sistema di controllo è identico, muovendo il pad a destra e sinistra farete roteare il personaggio invece che farlo muovere nella direzione premuta. Questo sistema di controllo, ormai piuttosto datato, rende la meccanica di gioco lenta e noiosa e si scontra con lo stile del gioco che invece dovrebbe essere molto più frenetico.
A parte questi difetti, il gioco è ben fatto: grafica dettagliata ed animazioni egregiamente realizzate, effetti sonori e musiche che creano la giusta atmosfera, possibilità di usare diversi tipi di armi (tra cui spade e archi) in combinazione con le magie, fanno si che questa avventura risulti molto interessante e giocabile, anche se purtroppo non vi terra impegnati per più di 5 ore. Da questa piccola analisi viene fuori che Onimusha è ben lungi dall’essere un capolavoro, è semplicemente un gioco sopra la media che vanta di alcuni pregi, ma anche di molti difetti; Onimusha è indirizzato ai fan sfegatati dei giochi Capcom, poiché altro non è che un clone di RE.
Se cercate un gioco d’azione degno di questo nome, vi consiglio vivamente di optare per il grandioso Devil May Cry.
Voto: 7
Eccoci arrivati alla seconda puntata del nostro speciale. Lascio subito la parola ai giochi!