Fattoria Simulator 2006
Un simulatore di vita... contadina. Ecco in estrema sintesi il concept alla base di Harvest Moon. Mandrie da accudire quindi, semine e raccolti a cui badare, e più in generale la gestione completa di un podere di campagna. Certo la vita bucolica rinfranca lo spirito e sa essere piena di sorprese, ma tre episodi di Harvest Moon pubblicati in un lasso di tempo relativamente breve inducono a una prudente cautela; sorge spontaneo e doveroso chiedersi quanto abbia ancora da dire una serie che oltre ad essere attempata sembra non disporre di grossi margini di innovazione. Per non deludere gli aficionados della serie, la parola d'ordine in casa Natsume vuole essere: ritorno alle origini. Non che il precedente episodio per GameCube avesse deluso, cosa che nemmeno la susseguente edizione riveduta e corretta ha fatto, ma qualcosa rispetto ai capitoli a 16bit, in termini di profondità e divertimento, era sembrato venir meno.
Per non deludere gli aficionados della serie, la parola d'ordine in casa Natsume vuole essere: ritorno alle origini.
Fattoria Simulator 2006
Il primo passo per riportare la serie alla freschezza delle proprie radici è quello di concedere al giocatore il più ampio ventaglio di personalizzazione possibile, sia in riferimento al proprio personaggio (maschio o femmina a sua discrezione), sia riguardo la fattoria, per la quale sono previste numerose locations tra cui scegliere per posare la prima pietra, e successivamente altrettante opportunità diversificate per espandere l'azienda e il proprio business con la gente dei paesi limitrofi. Le scelte a disposizione del giocatore quindi si moltiplicano, consentendogli di optare, ad esempio, per una zona collinare adiacente ad un fiume nel caso volesse dilettarsi nella pesca d'acqua dolce. Un amante degli spazi aperti potrà far sorgere la propria dimora in riva al mare, mentre un fattore intenzionato a coltivare non solo pomodori e zucche ma anche la propria vita sociale non si allontanerà troppo dagli insediamenti rurali. Grande libertà anche per l'arredamento interno della casa, per il quale il giocatore avrà solo l'imbarazzo della scelta, potendo comprare, vendere, spostare mobili e accessori in modo del tutto simile a quanto sperimentato in Animal Crossing di Nintendo. Un'attenzione particolare anche per il cast dei personaggi a corollario dell'avventura, che promette di essere variegato e ben caratterizzato nonostante si segnali ancora l'assenza totale di parlato audio, a cui è di nuovo preferito il testo, incorniciato da fumettosi balloons. Curiosa la possibilità di cucinare cibi utilizzando vegetali, carni e uova frutto del proprio sudore. Un sicuro asso nella manica per corteggiare una fanciulla e chissà... pianificare un futuro assieme!
Il punto debole di Magical Melody sembrerebbe essere il comparto tecnico, per il quale non ci aspettiamo miglioramenti di rilievo rispetto allo standard cui Natsume ci ha abituato. Graficamente il titolo sembra aver rinunciato ad ogni velleità di realismo in favore di un approccio più cartoonesco che strizza l'occhio al già citato Animal Crossing. Una scelta stilistica a nostro avviso condivisibile, visto e considerato il genere di gioco e le radici storiche della saga. Anche sul versante musicale ci sentiamo di scoraggiarvi dal crearvi grandi aspettative. Nelle intenzioni degli sviluppatori, per concludere, c'è dunque la volontà di offrire un Harvest Moon se possibile più profondo ed equilibrato, capace di sviluppare in positivo gli aspetti migliori di "a wonderul life", di correggerne le falle e di smussarne le imperfezioni. Molto banalmente: tutto ciò che si chiede ad un buon sequel. L'edizione europea del titolo è prevista per l'inizio dell'estate; si spera a tal proposito che venga colmata la lacuna della mancata localizzazione in lingua italiana, che ha afflitto i precedenti episodi.
Terzo episodio per Harvest Moon su GameCube. Una serie storica, seppur poco conosciuta, che ha fatto la fortuna di Natsume. Difficile inquadrare questa particolarissima saga entro un genere ben delineato. Una commistione di generi probabilmente: un po' RPG, un po' gestionale, un po' action. Ma forse è più giusto dire che Harvest Moon fa genere a sé. Un gioco di nicchia direbbe qualcuno, a ragione peraltro. Un gioco che bene o male è sempre stato capace di rinnovarsi, e di farsi spazio sul mercato nella selva di giochi dall'appeal magari più immediato, ma spesso anche più superficiale e scontato. "Magical Melody", la terza incarnazione di questo titolo (senza contare gli episodi editi su altre piattaforme), fa capire che i giocatori disposti a prendere in mano una zappa per badare a campi e bestie sono più di quanti si possa immaginare.