Call of Duty 2 (PC)
Call of Duty si rivelò essere il miglior FPS del 2003 e dato il gran capolavoro che era, non sorprende che il suo sequel sia lo shooter più atteso di questo 2005.
Dopo qualche ora trascorsa a una solida postazione di gioco, possiamo affermare che questo seguito sarà certamente all'altezza del primo CoD, ma state bene attenti a non aspettarvi le medesime sensazioni di "freschezza" e "novità" una volta che l'avrete installato, o finirete per lamentarvi come fanno - erroneamente - i detrattori di Half Life 2.
Ma procediamo con ordine: il miglioramento più ovvio è certamente quello dell'engine.
CoD2 è perfettamente in linea con le feature grafiche che ci si aspetta da un titolo di nuova generazione, con un uso copioso di shaders, ombre in tempo reale, luci dinamiche, normal maps, bump mapping... graficamente il gioco è impeccabile e il realismo raggiunto - soprattuto grazie al sistema di illuminazione - assicura un ottimo livello di immersione. Le animazioni poi sono semplicemente impeccabili, arrivando quasi a un eccesso di minuziosità, se pensiamo ai soldati che si fermano ad aggiustarsi l'elmetto, stringere le cinghie degli zaini e così via.
Un realismo che non si traduce affatto in assenza di personalità e anzi il gioco è perfettamente riconoscibile anche da un semplice screenshot: l'unico grave difetto che ci sentiamo di rilevare in un comparto tecnico altrimenti perfetto è il mancato sfruttamento di un motore fisico vero e proprio al di fuori del calcolo della traiettoria delle granate e degli elmetti fatti saltare dai proiettili.
Call of Duty 2 (PC)
Una carenza che per certi versi è anche la principale ragione per cui il gameplay di questo CoD2 non sembri discostarsi poi molto da quanto il primo titolo ci avesse abituato.
Certo, le mappe delle missioni sono indiscutibilmente più ampie, ricche di nemici e soprattutto di percorsi alternativi, che contribuiscono in parte ad allentare l'"effetto binario" che era la principale critica alla linearità del primo Call for Duty.
Ciò nonostante l'assenza di scenari distruttibili limita quello che poteva essere un gameplay realmente innovativo, specie in un titolo dalle abbondanti ambientazioni urbane.
Le novità sono quindi tutte orientate nella direzione in cui CoD era già fra i migliori del genere, ovvero coinvolgimento, atmosfera e IA... elementi tanto cruciali per il gioco in singolo, quanto scarsamente rilevanti nelle sessioni multigiocatore, che effettivamente si sono rivelate identiche al passato.
Per queste ragioni Call for Duty 2 si prevede essere soprattutto un'ottima esperienza singleplayer: le missioni da noi provate - una per ciascuna nazione, inghilterra, Russia e Stati Uniti - ce ne hanno dato prova.
Il Sacco di Stalingrado, ad esempio, comunica alla perfezione l'impressione di una guerra combattuta casa per casa, dove ad ogni svolta si può incrociare un compagno come un nemico.
Call of Duty 2 (PC)
Allo stesso modo l'assalto britannico al porto di El Dabo, nella campagna d'Africa, ci catapulta dritti dritti in un deserto abbacinante e in una cittadina che è una vera e propria trappola per topi, ricolma di barricate e pullulante cecchini, dove muoversi in punta di piedi fra stretti vicoli, bui appartamenti e tetti traballanti.
Ma è la missione a tema D-Day ad averci colpito maggiormente, quella alla conquista delle rupi di Point du Hoc.
Era come essere finiti in una scena di Salvate il Soldato Ryan: corpi in fiamme, proiettili vaganti che ci sfiorano, colpendo compagni a pochi centimetri da noi, una mattanza in cui noi ci muoviamo quasi stralunati, consapevoli che niente ha importanza se non i rampini sparati dalle nostre scialuppe, indispensabili per risalire la scogliera e poter distruggere i cannoni tedeschi che impediscono al grosso delle nostre forze di sbarcare.
Ciascuna delle campagne può essere giocata separatamente, ma è comunque possible giocare tutte le missioni cronologicamente, indipendentemente dalla fazione di appartenenza e potete stare certi che il gioco è ben lungo e se ancora non ne avete abbastanza di Seconda Guerra Mondiale, Call for Duty 2 farà al caso vostro.
Call of Duty 2 - Big Red One (Ps2, Xbox, Gamecube)
Big Red One è il seguito di Call of Duty: Finest Hour, onesto titolo ambientato nella Seconda Guerra Mondiale che poco aveva da condividere con l'originale CoD per PC, trattandosi di un FPS di stampo nettamente "consolaro".
Da quel che abbiamo potuto vedere, questo secondo capitolo sembra distinguersi dal predecessore fondamentalmente per quel che concerne l'impianto narrativo.
Focalizzandosi sul destino di una singola squadra e facendo impersonare al giocatore lo stesso soldato per tutta la durata della campagna, il gioco ha diversi punti in comune con titoli come Brothers in Arms, con compagni NPC che arriveremo a conoscere, alcuni dei quali invecchieranno con noi, mentre altri e ci abbandoneranno sul campo di battaglia.
Lo stesso sottotitolo "Big Red One" fa riferimento al soprannome della Prima Divisione di Fanteria dell'esercito americano: il gioco si propone di catturare quello spirito di eroico cameratismo che le fece guadagnare più medaglie di ogni altro corpo armato coinvolto nella guerra.
Dicevamo dell'impianto narrativo: il primo livello è ambientato quasi alla fine della guerra, durante un assalto alla garibaldina altamente spettacolare, colmo di esplosioni, urla e aerei che precipitano, magistralmente architettata per comunicare al giocatore una tangibile sensazione di pericolo.
Call of Duty 2 - Big Red One (Ps2, Xbox, Gamecube)
Qui si hanno anche i primi "assaggi" della nuova intelligenza artificiale, che si distingue soprattutto per la capacità degli NPC di reagire agli stimoli e contestualizzare l'altrimenti casuale blaterare caratteristico dei titoli di guerra.
Niente più grida senza reale riscontro, ma frasi di senso compiuto che giustificano immediate reazioni, che si tratti di ripararsi da una granata, cercare un cecchino o richiedere fuoco di copertura.
Al termine di questa breve sequenza ha inizio un lungo flashback, che durerà per la maggior parte del gioco, e ci riporta alle nostre prime missioni, tre anni prima, dove ritroviamo compagni più giovani, spensierati - e vivi.
Se da un punto di vista tecnico i miglioramenti rispetto al prequel appaiono limitati e circostanziali, ma si rileva una generale cura per i dettagli che rende l'insieme considerevolmente più apprezzabile: un esempio sono le animazioni, per le cui sessioni di motion capture è stato impiegato un diverso attore per ciascuno dei personaggi principali, in modo da farli apparire il più possibile "unici".
Per la medesima ragione tutte le loro voci sono differenti e selezionate in modo da caratterizzarli; un lavoro minuzioso che ha interessato anche la riproduzione delle armi e di alcuni veicoli, ogni cosa riporta fedelmente suoni e rumori delle controparti reali.
Call of Duty 2 - Big Red One (Ps2, Xbox, Gamecube)
Da un punto di vista di gameplay invece, le differenze con Finest Hour sono molto meno marcate, ritrovandoci sostanzialmente dinanzi al medesimo cocktail di azione e tattica bellica dove però ogni aspetto simulativo che poteva essere rilevato nelle versioni PC di Call of Duty, è stato sacrificato in virtù di una facilità d'uso forse eccessiva.
Di fatto le differenze d'impiego fra armi a colpo singolo e automatiche si riducono ai danni inflitti e alla cadenza di fuoco, mentre gittata e precisione sembrano seguire regole standard. Incongruenza che è difficile non notare quando si è perfettamente in grado di colpire un bersaglio sopraelevato, a decine di metri, parzialmente coperto dallo stipite di una finestra, con la raffica di un mitra che dovrebbe essere teoricamente efficace solo a media e breve distanza.
Niente rigore nella giocabilità quindi, a discapito di una ricostruzione storica finora ineccepibile, ma si tratta certamente di una scelta voluta, e chi già apprezzo Finest Hour, non dovrebbe avere problemi a ritenersi soddisfatto da Big Red One, il più classico dei sequel.
Chiamati al nostro dovere
In una tre giorni di rara intensità, Activision ha mostrato alla stampa mondiale i due nuovi araldi del franchise Call for Duty - il legittimo seguito e il nuovo spin-off per console - scegliendo come suggestiva cornice la Polonia e in particolare Ketrzyn.
Qui, nei pressi del più grande complesso di bunker d'Europa, ovvero la cittadella fortificata eretta da Hitler a 100 km dal confine con la Russia, si è consumato un evento che definire intenso è dire poco, che fra viaggi in jeep e biplano, pericolose esplorazioni e generose grigliate in invidiabile compagnia, ci ha lasciati stremati ma soddisfatti, uomini maturi ormai pronti a tutto.
E i giochi, direte voi?
Abbiamo toccato con mano anche quelli, e che siate utenti console o PC, dovreste trovare qui di seguito i lumi che cercate. [C]
[/C]