Al giorno d'oggi non è affatto difficile constatare come i tempi di sviluppo dei videogiochi stiano aumentando a dismisura. Ormai la pandemia globale che ci ha investito non è più una motivazione valida per giustificare anni di lavoro necessari per rifinire un'opera. Tralasciando il mercato delle software house indipendenti, che gioca praticamente un campionato a parte, i mastodontici titoli tripla A oggi richiedono tanto denaro, persone di talento e soprattutto mesi e mesi di intensa preproduzione, sviluppo e rifinitura. Il fallimento per questi videogiochi non può nemmeno essere contemplato, perché la quantità di risorse investita non può assolutamente permettersi un disastro commerciale o mediatico di alcun tipo.
Quanto appena detto è un dato di fatto difficilmente opinabile. Fortunatamente però, cosa che paradossalmente passa spesso in secondo piano, si può notare anche un netto miglioramento della qualità media dei videogiochi. Certo, ci sono ancora delle incertezze in termini di performance e ottimizzazione, così come vediamo tutt'ora degli scivoloni alla Redfall o disastri comunicativi e organizzativi alla Cyberpunk 2077. In generale, però, possiamo dire che la maggior parte delle ciambelle, quelle belle grosse, escono con il buco come ci si aspetta.
Ma quindi è veramente un problema vedere come i tempi di sviluppo si stiano allungando sempre di più? Oppure l'offerta sul mercato videoludico è ormai così ampia e variegata da permetterci di sopportare queste lunghe attese? Proviamo a scoprirlo assieme, facendo qualche ragionamento e analisi sull'attuale situazione del mercato videoludico.
Sì, è un problema!
Togliamoci subito il sassolino dalla scarpa, evidenziando i principali lati negativi dei tempi di sviluppo che si allungano. Se vi piace giocare ad un genere molto particolare o siete appassionati di una serie specifica di videogiochi, le lunghe attese tra un capitolo e l'altro potrebbero diventare un vero problema. Cyberpunk 2077 vi piace da morire? Avete adorato Grand Theft Auto V? Non vedete l'ora di giocare al prossimo The Elder Scrolls? Siete degli appassionati di simulatori di guida ed aspettate il prossimo Assetto Corsa? Ebbene, queste proprietà intellettuali hanno bisogno di tanto, ma veramente tanto tempo per poter vedere un loro seguito. Chissà quanti altri Red Dead Redemption potremo giocare nella nostra esistenza (premesso che continuino a sviluppare la serie). Oppure chissà quanto ci metterà CD Projekt RED a realizzare il prossimo The Witcher.
L'altro lato negativo è la scarsità di nuove proprietà intellettuali. I lunghi tempi di sviluppo e l'elevato budget richiesto per la realizzazione di un videogioco tripla A non ammettono errori di alcun tipo. Per questo, realizzare l'ennesimo Assassin's Creed è sicuramente una mossa meno rischiosa che puntare tutto su una nuova proprietà intellettuale. Lo stesso ragionamento può essere fatto dalle altre software house, che mirano a spremere le proprie serie nelle quali hanno investito milioni e sanno che con esse hanno già conquistato i cuori di migliaia di fan.
Come sono i giochi al giorno d’oggi?
Qualche decennio fa la maggior parte dei videogiochi aveva una struttura semplice e poteva essere completata in qualche decina di ore (anche se la media era probabilmente più bassa). C'erano chiaramente delle eccezioni, oppure videogiochi altamente rigiocabili, ma il paragone con i titoli moderni è assolutamente facile da fare. Anche i videogiochi più lineari come il recente The Last Of Us Parte II offrono centinaia di sfide, abilità da personalizzare e sbloccare tramite e percorsi diversi, collezionabili, trofei e obiettivi e chi più ne ha più ne metta. Per non parlare dei giganteschi open world come The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom o Elden Ring, solamente per citare i più recenti che ci sono venuti in mente. Questi sono videogiochi mastodontici, che possono tenerci incollati allo schermo per diversi mesi se non addirittura anni.
La cosa non dovrebbe affatto stupirci, visto quanto detto in precedenza. Questi colossi non devono assolutamente fallire, quindi vengono infarciti con una quantità di contenuti considerevole per renderli appetibili a chiunque. Purtroppo fin troppo spesso la lunghezza in termini di ore di gioco di un titolo viene usata come metro di paragone e di giudizio, così come le dimensioni della mappa di gioco open world, assieme alle linee di dialogo ed il totale delle missioni secondarie. Avere più elementi, più mappa, più missioni, più personaggi, più obiettivi, più di qualsiasi cosa diventa fondamentale per non rischiare di essere messi in cattiva luce rispetto alla concorrenza. Come se non bastasse, spesso questi titoli ricevono anche corposi contenuti aggiuntivi a distanza di qualche mese dalla loro uscita per espandere ulteriormente il gioco.
Non sempre è possibile apprezzare una calibrata e sensata unione di tutti gli elementi di gioco, ma quando capita tipicamente ci troviamo di fronte ad un gioco molto valido della durata di svariate decine di ore.
Game as a Service
Oltre ai videogiochi "classici", ci sono poi i titoli classificati come game-as-a-service (GaaS). I migliori di questi escono già con una buona dose di contenuti, che poi continuano ad essere espansi negli anni con la pubblicazione di contenuti aggiuntivi, eventi dedicati e altro. Come esempi possiamo citare Destiny 2, ma anche un recente Monster Hunter, Diablo IV, Call Of Duty Warzone, Fortnite, Apex Legends, Genshin Impact e chi più ne ha più ne metta. Insomma, sono ormai molti i videogiochi GaaS e anch'essi possono tenerci impegnati per parecchio tempo, considerata la loro natura. Per stare al passo con tutte le novità dei GaaS bisogna investire una quantità considerevole di ore di gioco, sia effettive che quelle opzionali trascorse magari a cercare online sul web la miglior build di Diablo o l'arma META di Call Of Duty. Ci sono giocatori che investono il 100% del loro tempo dedicato a questo medium in esperienze simili, perché semplicemente si divertono e trovano contenuti sufficienti per soddisfare continuamente la sete di novità.
E queste novità, ovviamente, non nascono sotto i funghi, ma richiedono mesi di pianificazione e sviluppo senza sosta, togliendo risorse a team anche apparentemente giganteschi. Basti vedere Activision, che ormai ha dirottato tutte le sue risorse per mantenere aggiornato CoD, rinunciando allo sviluppo di quasi tutte le altre sue serie.
C’è tanto, ma tanto a cui giocare
Dove vogliamo arrivare? Il panorama moderno dei videogiochi offre un quantità sproporzionata di videogiochi. La maggior parte dei giocatori non riesce a stare al passo con le uscite e giocare contemporaneamente a tutti i titoli meritevoli di essere vissuti. Se ci aggiungiamo poi anche i giochi GaaS, la durata media più elevata, i contenuti aggiuntivi sotto forma di DLC e la sacrosanta voglia di rigiocare i titoli preferiti, bisogna veramente dedicare una grande quantità di tempo ai videogiochi, che molti non hanno a disposizione.
Ad esempio il sottoscritto si è avvicinato per la prima volta ai picchiaduro con il recente Street Fighter 6, mentre si stava appena addentrando nel cuore dell'avventura di The Legend Of Zelda: Tears of the Kingdom. Giorni dopo è uscito Diablo IV, che l'ha affascinato per il suo endgame, quindi perché farsi sfuggire un GaaS così coinvolgente? In una pausa pranzo ha provato la demo di Final Fantasy XVI che l'ha conquistato per il suo incipit e vorrebbe scoprire cosa succede in questo meraviglioso mondo. A fine estate è già pronto ad accogliere Armored Core VI, fiducioso del talento di FromSoftware e vorrebbe rigiocare Cyberpunk 2077 su PC con l'arrivo della nuova espansione Phantom Liberty. Al contempo esce però un certo Starfield, che sembra essere un vero gioiellino in grado di intrattenere per centinaia di ore con i suoi mille pianeti visitabili e tantissime meccaniche di gioco. Sempre in autunno esce Forza Motorsport e da appassionato di giochi di guida non può certo farselo sfuggire. Prima o poi arriverà anche il DLC di Elden Ring intitolato Shadow of the Erdtree, che promette essere un'espansione gigantesca di un capolavoro ampiamente apprezzato. Arriviamo poi all'autunno, dove si è già prefissato di giocare a Crisis Core Final Fantasy VII in attesa di Final Fantasy 7 Rebirth e via dicendo.
Ok, forse si tratta di un esempio un po' esagerato, ma è una situazione comune a molti. Forse non tutti hanno la voglia e l'interesse di giocare ad ognuno di questi videogiochi. Probabilmente non tutti dispongono delle piattaforme per poterli giocare e non sono interessati ad acquistarle. Quelli che abbiamo citato però sono comunque dei titoli che sono stati ben accolti dalla critica o che hanno delle aspettative alte per la qualità promessa dagli sviluppatori. E non sono nemmeno tutti i titoli promettenti in uscita nei prossimi mesi o altri recenti videogiochi di spessore come Star Wars: Jedi Survivo, Resiedent Evil 4 Remake e Dead Space Remake. Volerli quantomeno provare è assolutamente legittimo, visto che la maggior parte di pubblico e critica ne parla bene. Solamente con questi videogiochi uno potrebbe essere impegnato per i prossimi cinque o addirittura dieci anni, probabilmente senza soffrire della necessità di avere qualcosa di nuovo tra le mani.
Quando si ha troppi giochi da giocare
Avere così tanti videogiochi di qualità a nostra disposizione, i quali sono in grado di intrattenerci per mesi se non anni interi senza sosta è veramente impressionante. Paradossalmente siamo giunti in un punto nel quale è quasi sconsigliabile avere così tanti titoli da giocare, perché potrebbero rovinarci l'esperienza vissuta in loro compagnia. Pensate l'assurdo caso nel quale dovesse uscire un The Wicher, Grand Theft Auto, Elden Ring, Starfield e The Elder Scrolls ogni anno. Cinque capolavori mastodontici da giocare ogni dodici mesi con centinaia di ore di gioco per ciascuno. Sarebbe quasi impossibile poterseli godere tutti, a meno che non dedichiate anima e corpo solamente ai videogiochi. Di conseguenza si potrebbe cadere in un circolo vizioso nel quale si va a completare con fretta i videogiochi, senza goderseli appieno, pur di non rimanere troppo indietro con le recenti uscite e di non accumulare il tanto temuto backlog.
Parlando proprio del backlog, siamo sicuri che molti di voi hanno una lista di videogiochi da recuperare: qualche perla del recente passato che non siete riusciti a giocare, o vecchie glorie che attendete da tempo di poter provare con mano. Se aggiungiamo questi titoli a tutte le recenti uscite, ci troviamo di fronte ad un catalogo ad dir poco sconfinato.
Senza considerare poi i sempre più frequenti cataloghi in abbonamento, come il Game Pass di Microsoft o il PlayStation Plus di Sony. Con una spesa mensile si ottiene l'accesso a diverse centinaia di videogiochi ai quali giocare, tra vecchie glorie del passato, fino ai titoli più recenti. Un videogiocatore senza particolari esigenze potrebbe tranquillamente godersi un catalogo di questo tipo, senza dover per forza attendere il prossimo grande capolavoro, che prima o poi probabilmente verrà incluso in qualche genere di abbonamento.
Riflessioni finali
Da appassionato il sottoscritto fa veramente fatica a stare al passo delle uscite videoludiche, pur andando a selezionare solamente quelle di suo interesse. Se siete particolarmente attratti da pochi generi e videogiochi, probabilmente questo non è un problema per voi. Non lo dev'essere nemmeno per chi vuole giocare a tutto, sia chiaro. Lo scopo di questo speciale è quello di farci riflettere sull'effettivo bisogno di vedere l'uscita di un capolavoro ogni paio di mesi, quando abbiamo tutt'ora esperienze di gioco mastodontiche da giocare e rigiocare più volte. Ben venga che i tempi di sviluppo si siano prolungati, perché abbiamo tanto, ma tanto a cui giocare e la qualità media dei videogiochi si è alzata di parecchio, così come il tempo per il quale riescono ad intrattenerci. Continuando con questo trend vedremo probabilmente un Cyberpunk ogni dieci anni, ma sarà un Cyberpunk che potrà essere giocato per dieci anni. Sono cose che succedono già al giorno d'oggi, basti vedere l'esempio di Grand Theft Auto V che sta per festeggiare il suo decimo anniversario ed è tutt'ora uno dei titoli più giocati su numerose piattaforme. Qualora doveste comunque annoiarvi per la scarsa presenza di titoli di vostro interesse, oggi potete addentrarvi anche nello splendido panorama dei videogiochi indipendenti, dove si possono trovare tante esperienze fresche ed originali per ogni gusto. Insomma, godiamoci questo splendido periodo che ci sta offrendo il mercato videoludico e diamo agli sviluppatori il tempo necessario per confezionare quelle che saranno le nostre prossime grandi avventure. Perché hanno dannatamente bisogno anche loro di più tempo per ottimizzare i giochi, sperimentare nuove meccaniche, tecnologie e creare nuove proprietà intellettuali capaci di intrattenerci per i prossimi decenni.