C'è una barriera tecnologica che separa i device portatili dalle pure performance del silicio: l'autonomia delle batterie. L'annoso problema del bilanciamento tra prestazioni e durata non dà tregua allo sviluppo di questi dispositivi. Batterie più capienti e processori sempre più ottimizzati ambiscono a non mostrare punti deboli, ma nonostante gli evidenti passi avanti, siamo ancora lontani da quella che potremmo considerare l'esperienza perfetta. Vedasi lo Steam Deck di Valve: pur sviluppato in funzione di questo paradigma e avendo dalla sua parecchie frecce al suo arco secondo le prime valutazioni della stampa, non è in grado di superare le due ore di autonomia con i giochi più esigenti.
Nasce così una serie di considerazioni relative al futuro del gioco portatile in un mondo che sta investendo risorse multisettore in ambiti critici come l'efficienza energetica, la ricerca e sviluppo delle batterie, e l'interazione uomo macchina.
Qual è, infatti, il futuro delle batterie portatili?
L’esperienza portatile
La storia delle console portatili è molto lunga e ha origine intorno alla metà degli anni '80. Nintendo è la società che ha rappresentato al meglio i desideri dei giocatori con le serie GameBoy e DS, regine indiscusse nel loro mercato di pertinenza, nonostante Sony abbia detto la sua con PSP e PS Vita. Negli anni l'attenzione si è rivolta agli smartphone che hanno coltivato il gaming on-the-road fino a quando gli hardcore gamer hanno sperato nell'arrivo di prodotti più specifici e dedicati, che non sono tardati nel mercato, seppur al principio con esperimenti embrionali.
Si evince che esiste un desiderio inequivocabile di console portatili, ma ci sono due modi di concepire il tipo di contenuto con cui l'utente vuole utilizzarle. Il primo è sfruttare le peculiarità di un sistema più compatto e trasportabile per offrire un'esperienza che tragga massimo vantaggio da questi due aspetti; si pensi a un titolo caratterizzato da partite veloci, ma che invogli a giocare a più riprese durante la giornata. Il secondo è riproporre un videogioco già uscito sulle console maggiori o su PC, raggiunta la tecnologia in grado di riprodurlo. Basti pensare ai giochi Nintendo riproposti sulla generazione di console portatili successiva, oppure a PSP e alla riproduzione di giochi PS1.
Questo paradigma oggi potrebbe non essere più verosimile. Le performance raggiunte da Mini PC, come l'AYANEO e Steam Deck consentono di chiudere questo gap cronologico: gli ultimi tripla A sono a portata anche in mobilità, a patto di fare i conti con risoluzione e dettagli medio-bassi. L'ambizione dell'esperienza portatile che vuole diventare "grande" è ciò su cui costruiremo le considerazioni successive di questo articolo.
Parola d’ordine: Ottimizzazione
La prima sfida di oggi è far sì che nell'ecosistema chiuso di una console portatile non ci siano sprechi energetici. Essa riguarda ogni dispositivo dotato di batteria e ciascun produttore cerca di affrontarla con i mezzi che ha a disposizione. In fase di realizzazione di una console portatile bisogna prendere in considerazione schermo, CPU e GPU, eventuali gimmick aggiuntive, raffreddamento e la batteria stessa, oltre al software per farli collaborare nel migliore dei modi. I suddetti elementi seguono lo sviluppo tecnologico dettato dai dispositivi con la fetta di mercato più ampia come smartphone e computer, e in particolare i mini PC da gaming hanno origine nel contenere l'esperienza dei fratelli più grandi all'interno di uno spazio ridotto, parco di risorse energetiche.
I passi avanti compiuti nella realizzazione dei chip sono evidenti ma c'è ancora un grande margine di miglioramento, tra nuovi processi produttivi all'orizzonte e la diffusione delle architetture ibride che combinano core ad alte performance e ad alta efficienza. AMD sta lavorando alacremente per ottimizzare le esigenze energetiche delle proprie APU, principali motori di questi sistemi Steam Deck compreso, eliminando la soluzione di continuità tra CPU e GPU. L'integrazione delle soluzioni NAVI 2 (la stessa archittettura di PS5 e Xbox Series X) in SOC per smartphone come l'Exynos 2200 è indice di quali sforzi siano stati fatti in direzione dell'efficienza energetica.
Apple, d'altro canto, porta avanti la filosofia opposta con i suoi prodotti. L'architettura Apple Silicon, su base ARM, porta l'efficienza delle unità di calcolo di iPhone sull'intera gamma iPad e Mac, con un rapporto tra performance e consumo energetico ai vertici della categoria. Il processore M1 e i derivati potrebbero essere dominatori del mercato portatile se ci limitassimo alle sole performance. iPhone e iPad lo dimostrano nel gaming mobile, ma non altrettanto accade in Mac OS, dove il rapporto con l'home gaming continua a essere difficoltoso.
L'ipotesi invece che anche Microsoft possa dire la sua nel mondo handheld con una generazione di prodotti basati su ARM è molto lontana, perché la collaborazione con Qualcomm fino a oggi non ha raggiunto i risultati sperati e non sembra che sarà altrimenti nel breve periodo. Questo perché oltre alla perfetta simbiosi dei componenti, anche il software deve essere ricucito su di essi. Steam Deck ha dalla sua una versione ad hoc di SteamOS, Apple si appoggia a Mac OS e Windows dà il suo meglio come tradizione con l'architettura x86.
Ottimizzazione non significa solo performance e autonomia, ma anche minor calore da dissipare, con una conseguente riduzione delle temperature di funzionamento e un minor intervento del sistema di raffreddamento attivo, migliorando ergonomia e consumi. Anche un solo Watt può fare la differenza in sistemi che ne misurano trenta.
Al di là dei conti sul rapporto performance ed efficienza, non è da meno l'avanzamento tecnologico delle batterie. La densità energetica continua a crescere e le batterie sono meno soggette all'effetto memoria. Questo è il motivo per cui negli ultimi anni si è spostato il focus sulla ricarica veloce.
Non ha senso estendere i tempi di utilizzo assoluti con batterie più grandi, costose e pesanti, quando bastano 30 minuti per riappropriarsi di un'autonomia di mezza giornata. Una volta che si arriva a soddisfare con margine il tipico utilizzo intenso del dispositivo, powerbank e ricarica veloce possono tamponare la maggior parte delle possibili situazioni critiche. La diffusione della ricarica universale tramite USB-C, che ha raggiunto la potenza massima di 240w con le ultime specifiche, aiuta a far sì che i dispositivi possano ricaricarsi velocemente con un solo caricatore, agevolando ulteriormente l'esperienza.
Ovviamente ci si augura che la ricerca in nuove tecnologie per le batterie possa compiere giganti passi avanti a prescindere da questo aspetto, dati gli infiniti ambiti in cui servirebbero. Sappiamo però che tra ricerca e commercializzazione esiste uno iato che solo poche soluzioni tra tutte quelle studiate sono in grado di ricucire e le strategie alternative possono aggirare temporaneamente il problema.
L’esperienza portatile dov’è arrivata? A cosa dovrebbe ambire?
La teoria insegna che più si preme l'accelerazione sulle performance più si finisce con perderci in autonomia. Nintendo Switch vanta circa 3-4 ore di utilizzo con i titoli più impegnativi a seconda della versione, Steam Deck fatica ad arrivare alle due ore con i tripla A, ma entrambi migliorano sensibilmente con titoli poco esigenti o con il retrogaming. Per un periodo si è ipotizzato che il cloud potesse intervenire per fornire le risorse per riprodurre titoli impegnativi su dispositivi totalmente votati all'autonomia, ma questa visione non ha ancora preso piede nel mondo portatile per l'instabilità della rete mobile e se n'è ridimensionata la scala di diffusione nel breve termine.
L'esperienza ci dice che Nintendo Switch, pur viaggiando, non abbia mai creato grossi problemi nei vincoli del tempo di utilizzo, anche se dobbiamo ammettere più per la facilità di accedere a una base di ricarica che non per la durata della batteria della console. In città gli spostamenti sono limitati e spesso il pendolare ha al massimo un ora e mezza fra punto e punto, e anche qui non sembrano esserci problemi a fronte di un'autonomia di un paio d'ore. Se si dovesse stare frequentemente lontano da una ricarica, allora ricorrere a un powerbank risolverebbe il problema senza scomodare il design energetico della console. Vero è che una maggiore autonomia ridurrebbe il numero di ricariche e, oltre all'aspetto pratico della autonomia migliorata, contribuirebbe alla longevità della console consumando di meno le celle e consentendo di mantenere una migliore resa più a lungo.
Conclusione
Siamo arrivati a un punto di svolta importante per i sistemi di gioco portatili. Nell'ultimo anno l'offerta coronata dall'imminente arrivo dello Steam Deck di Valve ha assistito a un netto miglioramento tecnico rispetto al passato. L'autonomia rimane un parametro critico, ma rapportata alle performance, alle dimensioni e all'esperienza di gioco rimane ancora ragionevole, e per questo genere di dispositivi sembra solo destinata a migliorare. Questo perché il gap tecnologico che impediva che la stessa libreria di giochi fosse disponibile contemporaneamente su desktop e console portatili sembra essersi dissolto e le risorse ora sono tutte concentrate sul continuo miglioramento dell'esperienza raggiunta.