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Jumplight Odyssey, abbiamo visto in anteprima un indie che mescola FTL e i gestionali classici

League of Geeks, gli sviluppatori di Armello, tentano di esplorare i roguelite con Jumplight Odyssey, e noi lo abbiamo visto in anteprima.

ANTEPRIMA di Aligi Comandini   —   17/11/2022
Jumplight Odyssey, abbiamo visto in anteprima un indie che mescola FTL e i gestionali classici
Jumplight Odyssey
Jumplight Odyssey
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Il panorama indie è sempre stato estremamente competitivo, ma dopo il periodo 2015/2016 di "decadenza" dei tripla A c'è stata una vera e propria esplosione del mercato indipendente, che ha portato a un aumento esponenziale dei team di sviluppo con molti sogni e pochi soldi alle spalle. Si è trattata, ovviamente, di un'ondata alquanto positiva, capace di dar vita ad alcuni prodotti davvero memorabili e di arricchire enormemente il gaming tutto, ma al contempo questa crescita quasi fuori controllo ha provocato anche un altro inevitabile effetto: ha reso stantie certe scelte di design e art direction che avremmo considerato uniche e brillanti fino a non molto tempo fa.

Non basta più, nell'oceano di indie odierno, avere una buona idea e delle discrete capacità tecniche per sfondare... ormai è necessario sfornare esperienze in grado di raggiungere picchi comunemente impensabili per un piccolo team, o di portare al limite generi e sistemi già consolidati. I League of Geeks, già noti per il valido Armello, hanno dunque scelto di mettere in campo tutta la loro esperienza per seguire la seconda strada, quella dell'emulazione e del perfezionamento. I giochi a cui si sono ispirati con il loro Jumplight Odyssey, però, non sono esattamente facili da mescolare, dato che parliamo di FTL - uno dei più interessanti roguelike in circolazione - e di gestionali come Fallout Shelter e la serie Two Point (con una miriade di altre ispirazioni nel mix). Non abbiamo avuto purtroppo modo di giocarlo direttamente - pare ci sia ancora parecchio da fare, stando a quanto osservato - tuttavia la base di partenza è senza dubbio già stuzzicante, e il team potrebbe avere l'esperienza necessaria a incastrare tutto a dovere.

Fuga dall'impero

La Jumplight sarà la vostra nave in Jumplight Odyssey. L'ispirazione da Battleship Yamato è più che evidente
La Jumplight sarà la vostra nave in Jumplight Odyssey. L'ispirazione da Battleship Yamato è più che evidente

Il trailer con cui i League of Geeks ci hanno presentato la loro creatura ci ha subito incuriositi: Jumplight Odyssey sembra infatti abbracciare uno strambo misto tra rimandi a classici degli anime anni 70/80 (Battleship Yamato su tutti) e stile cartoonesco "arrotondato" moderno, equiparabile a molte delle serie animate occidentali nate nell'ultimo decennio. La premessa non sembra però volersi perdere negli accurati dettagli delle serie anime "guerresche" provenienti dalla terra del Sol Levante e vi butta subito nel bel mezzo dell'azione facendovi vestire i panni della principessa di un pacifico popolo improvvisamente attaccato dal perfido impero Zutopan.

L'attacco di questa razza di guerrafondai guidati dall'ammiraglio Voltan è rapido e inarrestabile: il vostro pianeta viene distrutto, e l'unica nave che riesce a sopravvivere alla devastazione è la Jumplight; guidati dalla leggendaria Stella Eterna, dunque, dovrete portare in salvo i superstiti stanziati in questo enorme velivolo, cercando di sopravvivere ai tanti pericoli dello spazio profondo e agli attacchi del popolo che vi ha costretto alla fuga.

Ora, così descritto il gioco sembra concentrarsi sul costante conflitto tra le due popolazioni sopracitate, ma in tutta sincerità il co-fondatore del team, Trent Kusters, ci ha spiegato che l'intento non è di costruire l'esperienza attorno a questo conflitto. Vi saranno, infatti, sì battaglie, nonostante la Jumpship non sia una nave da guerra, eppure il vostro intento sarà sempre e comunque sopravvivere per raggiungere la Stella Eterna, senza reali speranze di sconfiggere militarmente l'impero; non verranno perciò mostrati scontri tra navi, e durante situazioni simili sarà necessario pensare quasi esclusivamente alle difese della nave e alla protezione dei suoi abitanti.

Jumplight Odyssey vuole insomma chiaramente puntare sull'aspetto gestionale, strizzando un occhio, come accennato prima, a FTL e a svariati survival/gestionali già in circolazione. Il modo in cui lo fa, peraltro, è mettendo al centro di ogni viaggio una grossa rete di eventi casuali, che influenzano costantemente la vostra epopea galattica e i membri dell'equipaggio, con tutti i loro innumerevoli bisogni.

Sentimenti a gravità zero

Questo è il ponte della Jumplight, mentre quel maialino a lato è Anne, e potrete sbloccarla permanentemente completando una specifica quest durante il vostro vagare
Questo è il ponte della Jumplight, mentre quel maialino a lato è Anne, e potrete sbloccarla permanentemente completando una specifica quest durante il vostro vagare

Quanto importanti siano l'umore e i comportamenti del proprio equipaggio lo si intuisce subito dalla risorsa principale che svetta a centro schermo durante le partite: una grossa barra con al centro la parola speranza. La speranza cresce in base alle promesse mantenute e al benestare di coloro che vivono nella Jumplight, ma, come in ogni roguelike che si rispetti, può calare a velocità luce se si commettono gravi errori, scelte sconsiderate, o se si viene semplicemente travolti da una serie di terribili colpi di sfortuna.

La struttura di fondo del loop di gameplay vi vede saltare di galassia in galassia (in modo simile a FTL, appunto), il fulcro qui però è un misto di gestione delle strutture interne nella nave e di recupero risorse, mentre si tenta di evitare qualunque incontro diretto con Voltan e i suoi. È proprio nell'elemento gestionale che l'ispirazione ai Two Point si fa evidente: anche in questo titolo è possibile costruire stanze con funzioni ben definite, e agghindarle in modo che siano più efficienti e apprezzate dall'equipaggio (anche se non sembra esserci un sistema complesso di influenza legato all'estetica delle stanze). Per la cronaca: voi non controllate direttamente l'equipaggio e nemmeno la principessa, ma attraverso lei potete attivare varie funzioni della nave e oggetti, e ordinando la costruzione di stanze e strumenti specifici avete modo di influenzare il comportamento dell'equipaggio, in una sorta di versione molto all'acqua di rose e spaziale di Rimworld. Ovviamente ogni abitante della nave ha quindi routine comportamentali proprie e caratteristiche che possono diventare "influenze" se decidete di promuoverli, tanto da poter portare a ulteriori cambiamenti comportamentali dell'equipaggio intero se gestite oculatamente. Certo, non abbiamo avuto modo di analizzare a fondo il sistema durante la breve presentazione, ma sulla carta la complessità non manca, quindi sarà importante valutare il modo in cui tutti questi fattori interagiscono, e la solidità degli elementi procedurali di ogni run.

Non fatevi ingannare dal look cartoonesco. In Jumplight Odyssey i disastri sono all'ordine del giorno, ed è facile anche che il vostro equipaggio si ammali o subisca infortuni
Non fatevi ingannare dal look cartoonesco. In Jumplight Odyssey i disastri sono all'ordine del giorno, ed è facile anche che il vostro equipaggio si ammali o subisca infortuni

Jumplight Odyssey, inoltre, è un roguelite (un roguelike con mantenimento di bonus o potenziamenti ad ogni partita, per chi non lo sapesse), seppur al momento il mantenimento della progressione paia legato a un singolo elemento. Ad ogni viaggio, difatti, sarà possibile completare quest con delle "memorie" come premio finale; questi ricordi diventano poi sbloccabili nelle partite successive e permettono di cominciare con dei vantaggi extra. Gli sviluppatori ce ne hanno svelato solo uno: Anne la maialina, un simpatico animaletto da compagnia che può diventare la mascotte permanente della vostra nave se salvato in missione; non è chiaro quale sia la sua utilità, ma è possibile coccolarla, quindi se non altro rappresenterà un toccasana per i nervi nei momenti più ardui.

Difficile al momento, senza una prova diretta, valutare la complessità degli altri fattori; pare ci sarà una scelta della difficoltà con viaggi estremamente più brutali e ricchi di conflitti, che sarà molto importante gestire anche delle pericolose spedizioni via shuttle per ottenere tutte le risorse necessarie a prosperare, e che le interazioni elaborate tra equipaggio e strutture non mancheranno di certo. Noi siamo rimasti piuttosto impressionati dalle dimensioni della nave, divisa in più piani e in grado di contenere una miriade di stanze differenti, e non ci sorprende quindi il fatto che i loop di ogni partita siano pensati per durare parecchie ore (saranno anch'essi regolabili per concludersi più rapidamente, ad ogni modo).

Le strutture da costruire saranno molteplici
Le strutture da costruire saranno molteplici

Un altro intento degli sviluppatori d'altronde sembra essere quello di raccontare storie sempre nuove a ogni partenza, e questo richiede tempo e interazioni multiple per toccare anche solo un minimo la complessità di giochi come il già citato Rimworld o Dwarf Fortress. Trovare un equilibrio in un titolo così elaborato non è propriamente una passeggiata di salute, per carità, ma questo team australiano sembra avere le idee chiare, e la formula ha le carte in regola per essere una bella sorpresa nel genere.

Considerato i titoli a cui si ispira, e il numero di sistemi che sembra voler implementare, Jumplight Odyssey potrebbe essere un gioco enormemente più complesso e impegnativo del previsto. Non fatevi ingannare dal look cartoonesco e coloratissimo del lavoro di League of Geeks, l'intento qui è creare un roguelike/gestionale in grado di vedersela con i migliori del genere. Le ottime idee, da quanto visto, ci sono; ora resta solo da vedere se questo giovane team abbia o meno i talenti necessari a portare a termine una missione simile.

CERTEZZE

  • Mix di sistemi e meccaniche molto interessante, che potrebbe offrire un'esperienza notevole
  • Routine comportamentali complesse degli NPC che possono dar vita a una miriade di situazioni

DUBBI

  • Un titolo così complesso non è una passeggiata da gestire per un team di sviluppo giovane
  • Moltissimi aspetti ancora da valutare nel dettaglio