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La testa nel pallone

Consigli contro il caldo...

RUBRICA di La Redazione   —   20/07/2006

Il consiglio è di iniziare con un classico, da molti considerato il più bel film mai realizzato sul calcio: "Fuga per la vittoria", del 1981, per la regia di John Huston, con Michael Caine, Sylvester Stallone, Max von Sydow e il mitico Pelé.
Poi ripeschiamo "Il presidente del Borgorosso Football Club" (1970) di Luigi Filippo d'Amico, con Alberto Sordi, Daniele Vargas e con il cammeo del grande Omar Sivori; passiamo per "I due maghi del pallone" (1970) con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e "L'arbitro", con Lando Buzzanca e Joan Collins (1974), con tanto di canzone, "Football Crazy", cantata da Giorgio Chinaglia; "Il tifoso, l'arbitro e il calciatore" (1982) di Pier Francesco Pingitore, film a episodi con Alvaro Vitali e Pippo Franco; "Ultimo minuto" di Pupi Avati, con Ugo Tognazzi e Diego Abatantuono (1987) e, perché no?, "Tifosi" di Neri Parenti (1999) con Massimo Boldi, Christian De Sica, Diego Abatantuono e Diego Armando Maradona...

La testa nel pallone

Se invece vogliamo intraprendere un viaggio tra i tifosi estremisti, "The Football Factory" di Nick Love è l'ideale, un film duro e violento come pochi, che illustra, senza giudicare, il vuoto esistenziale di certe tifoserie o, più edulcorato, cerchiamo di vedere il recente "Hooligans" di Lexi Alexander, con Elijah Wood, noto ai più come Frodo Baggins del Signore degli Anelli. E non dimentichiamoci la recente prova di quattro registi allievi della Scuola del Cinema: "4-4-2: Il gioco più bello del mondo", ma anche "Goal! Il film", con Kuno Becker, Stephen Dillane, Alessandro Nivola, con la presenza di David Beckham, Zinédine Zidane e Raúl, di cui, visto il successo, si sta preparando il sequel, "Goal! 2: Living the Dream". E, versione femminile, quel classico che è diventato "Sognando Beckham" di Gurinder Chadha, con la scoperta Keira Knightley.

Il calcio non finisce insomma di ispirare, così come certi protagonisti del calcio hanno ispirato registi di fama. Maradona ha in arrivo ben due film a lui dedicati: uno è "La mano di Dio" di Marco Risi, l'altro, diretto da Emir Kusturica, dal semplice titolo "Maradona - El pibe de oro".
Ed anche il grande Zinédine Zidane, che vogliamo dimenticare mentre lascia lo stadio e oltrepassa la luccicante coppa del mondo, scendendo con faccia imperscrutabile e ottusa quei pochi gradini che lo hanno condotto fuori dall'Olympiastadion di Berlino, fuori dai mondiali e fuori da una carriera strepitosa, ha il suo docufilm, presentato all'ultimo Festival di Cannes, firmato da Philippe Parreno e Douglas Gordon, "Zidane, un ritratto del 21esimo secolo", che ci auguriamo di vedere presto nelle sale. Una mescolanza di elementi biografici uniti a una forte spettacolarità e senso dell'azione. Un uso di 17 camere sincronizzate per ritrarre le azioni dal primo all'ultimo tocco del pallone. Una prospettiva a 360 gradi dell'universo che circonda un giocatore, tra la folla, nel campo, studiando la perfezione dei movimenti del corpo di un atleta.
Per farvi un'idea date un'occhiata al sito ufficiale del film: www.uipfrance.com/sites/zidane.
E se vogliamo il trash più trash, sia pure: che dire di "Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento" (1983) con Alvaro Vitali?
Ragazzi, siamo proprio nel pallone...

Che il caldo dia alla testa è cosa nota. Ha dato letteralmente alla testa di Zinédine Zidane, ma quello non è stato che il caso più eclatante. Sono sicura che ognuno potrebbe dilungarsi sui colpi di calore dei propri amici e su certi comportamenti inconsulti: il caldo gioca brutti scherzi. Provato.
E mentre cerchiamo refrigerio in tutti i modi, mentre guardiamo con occhio languido le immagini in tv di chi sguazza nel mare, o sta in dolce far niente disteso su un prato, ci prende anche la nostalgia e vorremmo far tornare indietro il calendario di qualche giorno, rituffarci di nuovo nella frenesia e nella follia collettiva del mondiale.
Quindi abbiamo deciso: per questo luglio vogliamo tenerci la testa nel pallone e prolungare, per lo spasimo di chi ci sta intorno e non condivide la nostra passione, l’abbuffata di calcio.

Ragazzi ce lo siamo meritati: dopo oltre vent’anni vinciamo la coppa del mondo e i festeggiamenti finiscono qui? Non esiste. Ci sentiamo ancora orfani di quei pomeriggi e serate tra amici a tifare o a gufare; non ci decidiamo a ripiegare la nostra bandiera, stropicciata dai caroselli in motorino, e ricacciarla in un armadio, nella lunga attesa futura. Tutti i balconi sono ancora un tripudio di tricolori: è difficile rinunciare alla festa.
E allora un rimedio c’è, e viene anche dal cinema: andiamoci a ripescare qualche film di argomento calcio, anche se spesso non si tratta di capolavori e fanno parte di un certo universo trash, anche se il calcio al cinema è stato quasi sempre un fallimento... sistemiamoci in compagnia su un divano e tuffiamoci nelle imprese di squadre e personaggi talvolta bizzarri.