Paura e delirio a Yamijima
Ambientato sulla spettrale isola di Yamijima, Forbidden Siren 2 narra le vicende di un manipolo di personaggi che, in momenti e situazioni diverse, si risvegliano al suono di una sirena completamente avvolti dalle tenebre, in uno scenario popolato da mostruose creature. Questo, o poco più, è ciò che viene concesso di sapere all’utente per gran parte della durata del titolo SCEI, che, seguendo le orme del primo, non si prodiga (volutamente) ad illustrare alcun tipo di background o spiegazione: si assiste semplicemente ad un -irregolare- susseguirsi di eventi e di protagonisti che è compito solo del giocatore di incasellare nella maniera che ritiene opportuna. Un elemento incredibilmente affascinante, questo, che non perde assolutamente di vigore in questo sequel, anzi: per quanto i developers abbiano comunque reso il percorso narrativo un tantino più “razionale”, Forbidden Siren 2 rimane un survival horror sensazionale dal punto di vista scenografico. Merito di uno storyline tratteggiato con maestria, di cutscenes dall’eccezionale carica emotiva (le espressioni facciali dei personaggi rimangono probabilmente le più realistiche mai viste) e di un elemento di gameplay unico come il Sightjack, ciliegina sulla torta di un’atmosfera davvero da Oscar.
Forbidden Siren 2 rimane un survival horror sensazionale dal punto di vista scenografico
Paura e delirio a Yamijima
Trattasi del potere di cui sono dotati tutti i personaggi di “sintonizzarsi” con i nemici che li circondano, permettendo letteralmente di vedere attraverso i loro occhi e di agire di conseguenza: nonostante la presenza più massiccia di armi, in Forbidden Siren 2 il combattimento rimane infatti una soluzione estrema (anche perché i nemici non muoiono, ma rimangono a terra solo temporaneamente), che lascia decisamente spazio all’evasione fatta avanzando accucciati e a torcia spenta. Determinare a priori la posizione e i movimenti dei nemici diventa quindi fondamentale, ma la funzione del Sightjack non si esaurisce qui: una new entry è infatti rappresentata dalla facoltà di alcuni personaggi di usare questo potere in maniere alternative, ad esempio per vedere nel passato o per sfruttare le migliori percezioni di altre creature (è il caso di un cieco che deve affidarsi al proprio cane guida). Peccato che l’idilliaco quadro dipinto finora venga irrimediabilmente riportato in basso dai problemi che già attanagliavano il prequel: così il sistema di controllo e di telecamera non si rivelano nemmeno qui all’altezza; le missioni appaiono nuovamente fin troppo brevi e dai contorni spesso assai nebulosi; infine, l’elevato livello di difficoltà porta ancora a cadere nel fastidioso meccanismo del trial and error. Già elitario a causa della sua struttura narrativa ingarbugliata, Forbidden Siren 2 diventa un titolo veramente per pochi coraggiosi -in tutti i sensi- alla luce di un gameplay talmente ruvido ed inclemente da rivelarsi l’aspetto più spaventoso dell’intera produzione SCEI.
Forbidden videogame
Il contrasto tra l’estremo appeal di Forbidden Siren 2 ed il suo gameplay quasi proibitivo è reso ancora più stridente dalla realizzazione tecnica del prodotto, magari non spettacolare nel senso classico del termine ma dannatamente efficace nel colpire ai fianchi il lato emotivo dell’utente. In questo senso, la parte del leone è svolta dal sonoro, con musiche presenti al punto giusto e capaci di conferire un’estrema drammaticità agli eventi: discorso analogo per gli effetti, fra i quali spiccano gli agghiaccianti versi dei mostri. Parlando del doppiaggio, invece, va sottolineato come sia possibile scegliere tra quello inglese o quello originale giapponese, con la localizzazione riservata ai soli sottotitoli: molto meglio così. Graficamente, invece, Forbidden Siren 2 denota una leggera evoluzione rispetto a quanto fatto vedere dal primo capitolo: pur non essendo il titolo più cosmeticamente elaborato disponibile su Playstation 2, rimane comunque un bel vedere i cui maggiori punti di forza sono rappresentati dagli effetti di luce e dalle mai troppo lodate texture facciali dei personaggi nel corso delle cutscenes.
Il contrasto tra l’estremo appeal di Forbidden Siren 2 ed il suo gameplay quasi proibitivo è stridente
Tornando a parlare di gameplay, bisogna ammettere come i programmatori di SCEI abbiano comunque tentato di rendere il gioco meno ostico, ad esempio inserendo i checkpoint nel corso delle missioni o rendendo gli enigmi meno incomprensibili (conseguenza anche della maggiore linearità degli stessi stage). Non solo, oltre alle già citate nuove funzioni del Sightjack la struttura ludica ha potuto godere di feature inedite più o meno evidenti, tra cui l’inserimento di una nuova tipologia di nemici -gli Yamibito- informi creature d’ombra da scacciare con la luce della propria torcia e che fanno compagnia ai ben più noti zombie Shibito. E in più armi, decine e decine di oggetti da raccogliere ed analizzare nell’apposita sezione Archivio e persino qualche mezzo da guidare per spezzare il ritmo dell’azione. Tutte cose gradite, ma che semplicemente non risolvono i problemi di Forbidden Siren 2, che in fin dei conti si rivela -come già il prequel- un titolo dal perverso fattore divertimento, nel quale l’appagamento non è generato dal gameplay in sé, bensì dal progressivo ricomporsi dinanzi agli occhi dell’utente del complesso puzzle narrativo composto ad arte dai developers.
Commento
Forbidden Siren 2 non è forse il sequel che ci si aspettava a seguito delle critiche costruttive ricevute dal primo episodio. Alimentato e reso migliore nei suoi già notevoli punti di forza -ovvero l’atmosfera, lo scenario, lo storyline e il Sightjack- Forbidden Siren 2 non è stato invece sufficientemente limato sotto il profilo del gameplay, dove invece si sentivano necessarie diverse correzioni. A parte qualche elemento di contorno, dunque, il titolo SCEI rimane sempre un gioco ostico, duro e perfino un po’ legnoso e frustrante a lungo andare. Insomma, chiunque fosse interessato ad assistere ad una delle più convincenti avventure horror moderne deve però tenere in conto le prospettive di un gameplay non propriamente idilliaco.
Pro
- Storyline complesso ed avvincente
- Atmosfera straordinaria
- Buona grafica ed ottimo sonoro
- Gameplay ostico e frustrante
- Sistema di controllo e di telecamere discutibili
- Innovazioni tutto sommato marginali
Per certi versi, il primo Forbidden Siren, uscito nel 2003, è stato uno dei videogiochi più originali e concettualmente stimolanti degli ultimi tempi: survival horror sulla falsariga di Silent Hill caratterizzato da frammenti di storie di diversi personaggi che si intersecavano nelle medesime ambientazioni ma in fasi temporali diverse e dall’ordine irregolare, il titolo SCEI avanzava raffinatissime soluzioni stilistiche e ludiche, fallendo però nell’offrire un’esperienza di gioco sufficientemente accessibile. Evidentemente consci di questo limite, gli sviluppatori di Forbidden Siren 2 hanno dunque tentato di rendere il proprio prodotto meno spigoloso, pur mantenendo inalterata la peculiare atmosfera da “horror confusionale”: vediamo com’è andata...