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L'assurdo rinascimento di Super Mario World

Super Mario World sta conoscendo un rinascimento grazie alla scena delle ROM hack: ripercorriamo la storia dei videogiochi Kaizo che hanno cambiato il destino di Mario e Pokémon.

SPECIALE di Lorenzo Mancosu   —   30/11/2023
L'assurdo rinascimento di Super Mario World
Super Mario World
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In un settore che corre a folle velocità lungo l'autostrada dell'innovazione a ogni costo, impegnando centinaia di sviluppatori nel lavoro di rifinitura della resa grafica, esistono videogiochi con un trentennio sulle spalle che sembrano totalmente immuni ai processi d'invecchiamento. È il caso di Super Mario World, probabilmente il punto più elevato mai toccato dalle avventure bidimensionali della grande mascotte di Nintendo: diretto da Takashi Tezuka e supervisionato da Shigeru Miyamoto, si prestò alle pennellate di Shigefumi Ino e ai guizzi musicali di Koji Kondo, fu plasmato da Katsuya Eguchi e Hideki Konno - poi divenuti rispettivamente creatori di Animal Crossing e Super Mario Kart - prima di graziare le sponde giapponesi del Super NES nel lontanissimo 1990.

L'opera divenne immediatamente una pietra miliare del genere, evolvendo profondamente il giovane concetto di "overworld" e introducendo l'amato personaggio di Yoshi, accarezzando un'esagerata mole di novità, ma soprattutto mettendo in piedi un livello di profondità fisica e meccanica che mai si era visto dalle parti dell'idraulico baffuto. Se, nei primi anni '90, un simile grado di perfezionismo tecnico e l'impeccabile sostegno della componente artistica portarono Super Mario World a vendere oltre 20 milioni di copie in tutto il mondo - per l'epoca un risultato letteralmente impossibile - la sua esplosione momentanea generò un'imprevedibile eco che ancora oggi sta producendo pesanti conseguenze.

Fra tutti i videogiochi di Mario mai realizzati, World è senza dubbio il più profondo tecnicamente
Fra tutti i videogiochi di Mario mai realizzati, World è senza dubbio il più profondo tecnicamente

Super Mario World ha infatti vissuto una recente impennata nei numeri registrati su tutte le principali piattaforme social, ed è un'eventualità che nel corso degli ultimi trent'anni si è verificata con una cadenza piuttosto regolare. Il motivo dell'ultima resurrezione? BarbarousKing, speedrunner strettamente legato alla scena dei giochi di Super Mario nonché volto noto della kermesse Games Done Quick, ha pubblicato a novembre il suo Grand Poo World 3, una "ROM hack" - dotata della dignità di una vera e propria total conversion mod - che si è rapidamente guadagnata la fama d'essere la migliore mai emersa dalle parti di Super Mario World, specialmente quando si tratta del ricco panorama "Kaizo".

Che cosa diavolo è il panorama Kaizo? Come può la romhack di un videogioco vecchio di trentatré anni riscuotere tanto successo? Perché tutti gli speedrunner più forti del pianeta stanno facendo a gara per sviscerarla per primi? Quella della seconda giovinezza dell'opera è una vicenda lunga e affascinante, una che ha avuto origine nel sottobosco dello sviluppo giapponese anni '80 prima di generare una rivoluzione culturale che ha travolto l'intero settore dei videogiochi, iniettando linfa vitale nel passato di Mario e persino in quello di un colosso come Pokémon: è la storia di Kaizo Super Mario World.

KAIZO!

L'emersione del Tonkachi Editor per il Famicom Disk System cambiò le regole del gioco
L'emersione del Tonkachi Editor per il Famicom Disk System cambiò le regole del gioco

Il termine "kaizō" - in kanji 改造 - significa letteralmente "ricostruzione", "modifica", oppure "riconfigurazione", ed è salito agli onori della cronaca fin dall'emersione delle prime ROM hack prodotte nel paese del Sol Levante. Una storia, questa, che risale addirittura al 1987: in quell'anno fu infatti pubblicato un software senza licenza chiamato "Tonkachi Editor" per il Famicom Disc System, periferica per il Family Computer di Nintendo - ovvero il NES - che consentiva di eseguire i videogiochi tramite floppy disk anziché cartuccia. Per pubblicizzare il prodotto, nient'altro che un complesso editor hex operabile tramite controller, la compagnia che lo commercializzò mostrò al pubblico una serie di livelli personalizzati di Super Mario Bros raccolti in un disco demo: nel giro di pochissimi anni, quel Tonkachi Mario si trasformò da mera leggenda metropolitana a grande araldo di una rivoluzione culturale. Anche se quello del ROM hacking è un fenomeno vecchio quanto lo è la programmazione stessa, fu infatti l'emersione di progetti come la total conversion Pokémon Brown - rilasciata da Koolboyman nel 2000 - ad attirare l'attenzione del grande pubblico internazionale, scavalcando finalmente le nicchie di riferimento.

Al giorno d'oggi gli appassionati di Pokémon hanno senz'altro familiarità con le dozzine di versioni modificate che hanno dato i natali a sfide come la Nuzlocke; persino in questi giorni, le varianti Kaizo dei vecchi capitoli di Pokémon stanno dominando incontrastate le rispettive categorie su Twitch. La stessa parola "Kaizo", dal canto suo, sembra aver assunto nel tempo un significato completamente diverso, pacificamente associata a particolari aggiornamenti che aumentano enormemente il livello di difficoltà dei giochi. Come mai? La risposta si cela in quello che rappresenta l'anno zero del rinascimento di Super Mario World, ovvero il 2007, ma il percorso che ha portato sino a quel momento è decisamente più complesso e stratificato.

Fin dal lancio originale di Super Mario Bros nel 1985, un gruppo di affezionatissimi utenti oggi divenuti parte della leggenda - come il celebre "K1" - si sono dedicati alla scoperta di 'tecniche avanzate' studiando glitch e dettagli dei frame data che consentivano di compiere azioni solitamente impossibili, come l'atto di compenetrarsi nei muri per velocizzare le sessioni di gioco dell'embrionale comunità di speedrunner. Nel 1991, il succitato K1 rilasciò "Super Truth Brothers" sfruttando il Tonkachi Editor: si trattava di una lunga serie di livelli tutorial volti a insegnare le cosiddette "tech" a chiunque fosse interessato, prima di metterlo alla prova in una brutale serie di livelli che sarebbero stati impossibili per un giocatore normale. Non si rese conto, allora, di aver avviato un movimento che avrebbe travolto dozzine di comunità diverse.

Nel 2003 emerse una particolare hack di Super Mario Bros chiamata "Hard Relay Mario", frutto della collaborazione fra alcuni degli elementi di spicco del sottobosco hardcore che misero in piedi un intero mondo dalla difficoltà brutale, collezionando l'ultima pietra dell'infinito che si sarebbe incastonata nella rivoluzione del 2007. Fu infatti allora che il sito SMW Central, ancora oggi attivo, accolse la bomba a orologeria creata da T. Takemoto e R. Kiba, ovvero Kaizo Super Mario World. Sfruttando unicamente le meccaniche dell'originale Super Mario World, Takemoto realizzò un'esperienza fatta e finita che spingeva al limite il design dei livelli, presentando varianti estremamente complesse e inserendo anche qualche guizzo di pura infamia, come i celebri "Kaizo Block", blocchi invisibili che se colpiti con una testata conducono a morte certa. Quella particolare ROM hack raccolse un successo straordinario su NicoNico, storica piattaforma video giapponese equivalente della nostra YouTube, generando un'eco talmente violenta da attraversare l'oceano e rivitalizzare da un giorno con l'altro l'opera di Tezuka e Miyamoto.

L'uscita del primo Kaizo Super Mario World di Takemoto cambiò per sempre le regole del gioco
L'uscita del primo Kaizo Super Mario World di Takemoto cambiò per sempre le regole del gioco

Perché proprio Super Mario World? La ragione risiede nella finezza e nella profondità della programmazione originale dell'opera di Nintendo, che già nel 1990 racchiudeva tutte le componenti necessarie per costruire qualcosa che fosse decisamente più ambizioso del design cosiddetto 'vanilla', esattamente come accadde nella scena esport di Super Smash Bros. Melee durante il guazzabuglio che furono i primi anni 2000. Gli appassionati, senza assolutamente dover far ricorso a bug e glitch - com'era invece accaduto nel passato di Super Mario Bros e il sequel The Lost Levels - poterono sviluppare una serie di tecniche complesse che elevavano enormemente l'asticella del gameplay, pur basandosi sui semplicissimi assiomi della versione base. Affidandosi unicamente alle classiche interazioni fisiche del gioco, come quelle fra le piroette di Mario e gli avversari, oppure la gestione dei salti e degli impatti dei gusci, si prese coscienza di quanto effettivamente si potesse spingere in avanti il tradizionale design dei livelli.

In tempi brevissimi iniziarono a emergere dozzine di ROM hack sempre più ambiziose, dando i natali a quella che ancora oggi è la più ricca corrente di contenuti generati dagli utenti e regalando un significato completamente nuovo alla parola Kaizo, oggi accostata con naturalezza a dozzine di serie differenti. In seguito all'esordio del capostipite, dal 2015 hanno iniziato a emergere varianti dedicate a Super Mario Bros 3, sono state realizzate versioni simili di Super Metroid, nel 2017 è toccato per la prima volta al brand di Pokémon e poi anche a quello di Sonic: The Hedgehog. Anche se di recente la filosofia di design cosiddetta Kaizo è comunemente associata al puro e semplice livello di difficoltà, il fenomeno ha finito per evolvere profondamente le architetture originali, al punto tale da implementare innovazioni che farebbero molto comodo anche agli episodi canonici di alcune delle serie toccate.

Kaizo Super Mario World oggi

Anche se sono famose per la difficoltà, le moderne Kaizo presentano anche innovazioni interessantissime
Anche se sono famose per la difficoltà, le moderne Kaizo presentano anche innovazioni interessantissime

Se nel mese di novembre Super Mario World ha conosciuto una nuova impennata lo si deve a BarbarousKing, autore della ROM hack "Grand Poo World 3" sviluppata nell'arco di quattro anni che ancora una volta ha alzato enormemente l'asticella contenutistica. La patch, infatti, presenta una mappa del mondo completamente originale che ha recuperato l'ispirazione open-world di Chrono Trigger, fornendo al giocatore una classica "Airship" in puro stile JRPG con cui navigare liberamente l'ambientazione, fra l'altro dotata di una radio 16 bit che riproduce versioni remixate di famose OST videoludiche, esattamente come quelle che accompagnano i livelli.

Livelli che, a loro volta, mescolano sfondi pescati da altre pietre miliari dell'epoca SNES con meccaniche di gioco del tutto originali; l'esempio più celebre è quello del recente power-up delle bolle introdotto in Super Mario Wonder, che per un'incredibile coincidenza è stato sfruttato anche dall'autore dell'hack. Ma il più grande merito, non solo di quest'istanza ma dell'intera produzione della scena, è quello d'aver sfruttato la formula in maniera atipica, introducendo enigmi pervasivi dell'intera esperienza che aprono a finali alternativi, sviluppando combattimenti coi boss complessi e arrivando addirittura a realizzare varianti casuali e procedurali dei livelli stessi.

Le bolle di Super Mario Bros. Wonder
Le bolle di Super Mario Bros. Wonder

Più di ogni altra cosa, il rinascimento di Super Mario World rappresenta un'ottima occasione per riflettere sull'essenza dei videogiochi immortali, quelli che miracolosamente riescono a resistere alla caducità del medium per avvicinarsi in maniera preoccupante a un'idea di eternità. L'opera di Tezuka è ancora viva e quasi certamente, grazie all'amore del pubblico, lo sarà anche fra dieci anni, fosse anche solo grazie allo spazio che occupa ciclicamente durante la maratona Games Done Quick: di quanti videogiochi si può dire la stessa cosa? Molto probabilmente a Minecraft sarà riservata la stessa onorificenza, forse anche a League of Legends, magari anche a Counter-Strike e ad altre produzioni dotate di caratteristiche particolari, come per esempio un comparto tecnico e grafico capace di dimostrarsi immune allo scorrere del tempo.

A oggi Skyrim è più giocato di Starfield, ulteriore testimonianza del fatto che la realizzazione di un videogioco tanto longevo non è assolutamente una qualità che si può programmare a priori, una caratteristica legata alla mole di contenuti o alle promesse di un supporto nel tempo. Osservando il caso di Super Mario World, sembra quasi che il segreto risieda nella spina dorsale meccanica, nella profondità d'interazione, nella costruzione di architetture all'apparenza semplici e immediate che dimostrano un potenziale evolutivo solitamente alieno alla natura dei videogiochi.