Con lo scoccare del trentesimo anniversario di Mega Man era lecito aspettarsi il riaccendersi dell'amore per il robot azzurro da parte dei giocatori, scontato tanto quanto la volontà di Capcom di cavalcare l'evento. E quale modo migliore di festeggiare il compleanno se non con un nuovo capitolo? Siamo dunque andati negli uffici di Halifax a Milano, che distribuirà il titolo a partire dai primi di ottobre, per toccare con mano una demo creata appositamente per la stampa, ancora sprovvista di storia e struttura narrativa ma comprensiva di ben quattro boss da affrontare con i relativi poteri da sperimentare. Nonostante il traguardo sia piuttosto vicino però la demo era ancora lontana dal prodotto completo, utile comunque per farsi un'idea ben chiara della direzione presa da Koji Oda e Kazuhiro Tsuchiya.
Il ritorno di un grande classico
Giocare a Mega Man 11 vuol dire trovarsi catapultati indietro di vent'anni con tutti i pro e i contro del caso. Non ci vuole molto a capire che la produzione miri e punti a omaggiare i vecchi classici, proponendo un gameplay sostanzialmente inalterato rispetto ai vecchi capitoli. Non ci si può chinare quanto piuttosto scivolare velocemente sotto i proiettili, è disabilitato il doppio salto e ogni spostamento va velocemente calcolato al millimetro per non venir colpiti dai temibili nemici che infestano lo schermo e per evitare al contempo i finire in qualche precipizio senza fondo. I livelli di questo Mega Man 11, insomma, seguono il profilo della memorizzazione dei pattern, di quell'esperienza trial and error che porta i giocatori a migliorarsi gradualmente mano a mano che questi imparano la posizione dei nemici e il percorso dei proiettili, diventando abili tanto ad uccidere gli avversari quanto nell'evitare bellamente quelli inutili. Già, perché il respawn forzato dei robot ideati dal Dottor Wilis torna con tutta la sua snervante prepotenza e delle quattro difficoltà disponibili, solo la prima è veramente alla portata di tutti. Non cambia solo il quantitativo di danni ricevuti ma anche il numero di checkpoint a nostra disposizione e la resistenza dei boss. Trovare la difficoltà che più si adatta a noi insomma non è difficile viste le scelte multiple, ma Mega Man 11 resta un gioco di nicchia pensato per mettere a dura prova anche i giocatori più capaci, spremendoli fino alla fine. Si sbagliano i salti, a volte per colpa delle hitbox non precisissime di Mega Man, si viene feriti, si muore sperimentando le strategie migliori contro i boss di metà livello e si arriva arrancando allo scontro finale che, solitamente, va ripetuto più volte prima di poter essere portato a termine in scioltezza. Come da tradizione i boss veri e propri sono ostici e veloci nell'esecuzione delle loro abilità, ma seguono pur sempre pattern regolari per semplificare la vita al giocatore, come già avevamo avuto modo di provare nello scontro contro Block Man nella nostra precedente anteprima. Si giunge al dunque e si resta spaesati durante i primi duelli, una sorpresa che lascia via via spazio alla strategia, sempre più efficace, fino ad arrivare a poter competere facilmente quasi senza nemmeno essere sfiorati dalle numerose minacce a schermo. Degli otto boss che ci saranno nella versione finale solo quattro erano disponibili in questa build, ma tutti ci sono sembrati ben disegnati e impegnativi al punto giusto, incastrati alla perfezione nella tradizione di Mega Man. Molto positiva poi l'esperienza con le varie "stance" dei boss, che cambiano al raggiungimento di un determinato quantitativo di punti ferita rimanenti, variando gli schemi e rendendo gli scontri ancor più dinamici.
Il Double Gear è la vera sorpresa
Se la struttura del gioco rimane adesa ai canoni del passato, sono alcune novità nel gameplay a cambiare le carte in tavola e rivoluzionare il modo di giocare. Per Mega Man 11, Capcom ha deciso di inserire la meccanica del Double Gear, la cui funzionalità è estremamente semplice ma altresì in grado di cambiare completamente il modo di affrontare i livelli. Sostanzialmente Mega Man ha ora la possibilità di attivare a suo piacimento due modalità speciali, che gli consentono di uscire agilmente dalle situazioni più complicate. La prima abilità del Double Gear vi permetterà di rallentare il tempo attorno a voi, consentendovi così di schivare più facilmente i colpi ma anche di raggiungere le piattaforme semovibili con estrema facilità, mentre la seconda concentrerà il fuoco esplodendo dei colpi dalla potenza devastante in grado di danneggiare gravemente anche i nemici più coriacei e i boss. L'alternanza delle due meccaniche appena citate sarà estremamente utile, anche se non indispensabile, per affrontare il gioco ai livelli di difficoltà più alti e i due poteri sono limitati da una speciale barra di surriscaldamento che non vi permetterà di abusare eccessivamente degli stessi: una trovata niente male per portare un po' di freschezza alla serie. Le novità non finiscono ovviamente qui visto che alla sconfitta di ogni boss potrete prendere alcuni poteri speciali e portarli con voi nel resto dell'avventura. Questa volta i designer Capcom hanno deciso di non lasciare il solo cambiamento cromatico ad evidenziare il cambio arma, ma Mega Man indosserà costumi specifici che ricordano le fattezze dei boss appena uccisi, un piccolo tocco di classe che non potrà che far felici i fan. Potrete così sostituire il vostro cannone con uno spara fulmini capaci di correre sulle superfici o far cadere dal cielo dei blocchi di mattoni per sconfiggere i nemici che si riparano dietro a barriere o scudi. In fase di recensione andranno invece valutati tutti i poteri nel loro insieme, capire quanto questi semplificheranno il gioco e come si incastreranno tra loro, magari creando combinazioni interessanti per migliorare ulteriormente il gameplay. Il 2 ottobre il verdetto finale.
Mega Man 11 è sostanzialmente Mega Man, ma il nuovo sistema Double Gear aggiunge qualcosa di unico e speciale alla serie, portando quella ventata di novità che ci si aspetta in un nuovo capitolo. La difficoltà elevata e lo stile inconfondibile dell'omino blu vi faranno sentire a casa, con l'aggiunta di una difficoltà variabile in grado di intrattenere per ore sia i veterani sia i novizi che si approcciano per la prima volta al titolo. Il problema più grande, per la generazione attuale, è quello di digerire un comparto tecnico che omaggi, forse eccessivamente, i primi capitoli con texture poco curate e un impianto di illuminazione piuttosto piatto. Da vedere, insomma, questo Mega Man lascia qualcosa a desiderare, ma chi ama la creazione di Keiji Infaune lo fa per tutt'altro motivo.
CERTEZZE
- Le nuove meccaniche sembrano interessanti
- Buon design dei nemici
DUBBI
- Graficamente arretrato rispetto ai platform attuali
- Sarà ancora al passo con i tempi?