Chi scrive aveva puntato buona parte delle sue speranze relative a questa Gamescom 2019 proprio su quel Need for Speed Heat protagonista di questo articolo. D'altra parte se Electronic Arts aveva scelto di utilizzare la cornice della fiera tedesca per mostrare per la prima volta il nuovo capitolo di una serie automobilistica apprezzata e venduta invece dell'E3 di Los Angeles, doveva per forza di cose esserci un buon motivo. Magari la società americana voleva dare il giusto spazio e risalto a questo importante ritorno del franchise dopo due capitoli che avevano lasciato abbastanza tiepido il pubblico abituale della serie; oppure voleva essere sicura di offrire un codice di gioco stabile, performante e soprattutto capace di mostrare con la dovuta dose di dettagli, la nuova, interessante struttura del gameplay. Fino all'ultimo abbiamo sperato che la scelta di marketing di annunciare all'improvviso il gioco con un trailer cinematografico, quindi di mostrarlo pochi giorni dopo alla Gamescom in vista di un'uscita entro la fine dell'anno, fosse legata davvero alla voglia di stupire i giornalisti con una prima, intensa prova su strada. E invece, purtroppo, così non è stato perché a causa di una demo davvero troppo scarna e completamente priva di quegli aspetti del gioco che suscitavano più curiosità, siamo rimasti praticamente a bocca asciutta, dovendoci accontentare di un paio di gare in cui a variare erano soltanto le condizioni meteo e l'orario, oltre a qualche dettaglio accessorio del gameplay.
Nessuna informazione sull'open world, sul sistema duplice di progressione legato alla raccolta dei soldi e della fama, sul tuning meccanico, sulla storia e sugli stratagemmi adottati da Ghost Studio per narrarla e così via. "Ma almeno come vi sono sembrate queste due gare?", già vi sentiamo chiedere. Assolutamente standard e decisamente basilari.
La nostra prova
La demo disponibile allo stand di Electronic Arts era suddivisa in 3 parti. Immediatamente dopo il filmato introduttivo, esattamente lo stesso trailer distribuito in occasione dell'annuncio, ci veniva data l'opportunità di assaggiare un estratto della personalizzazione della vettura e del nostro avatar. Nel primo caso le funzioni erano abbondanti ma tutte esclusivamente estetiche. Sia chiaro, non ci siamo trovati davanti a nulla di particolarmente rivoluzionario, ma quello che potevamo aspettarci da un Need for Speed c'era: ogni pezzo della carrozzeria, le ruote con annessi freni a disco, pinze e cerchioni, spoiler, minigonne, vetri e così via poteva essere alterato scegliendo tra numerosi brand e vedendo in tempo reale gli effetti di queste selezioni.
Era possibile intervenire anche sul bilanciamento del peso e sulla convergenza delle ruote e persino sul rumore emesso dalla marmitta, lavorando su 4 diversi settaggi (profondità del rombo, tono, micro-esplosioni legate alla mancanza di combustione, eco metallico) per raggiungere il suono ideale. Non poteva ovviamente mancare anche la gestione della vernice e delle decalcomanie. Anche su questo fronte non si può assolutamente criticare il lavoro fatto da Ghost Studio: il sistema è profondo e le opzioni a disposizione sono molteplici. Passando invece alla personalizzazione dell'avatar, Need for Speed Heat permette di scegliere tra una manciata di personaggi già preimpostati e rappresentativi di tutte le nazionalità. A quel punto potremo passare alla personalizzazione che riguarda esclusivamente il vestiario e una lunga serie di accessori come tatuaggi, acconciature, berretti e maschere. C'è una ottima varietà anche in questo caso, con numerosi prodotti di brand noti ma non ci sarebbe dispiaciuto poter lavorare sull'aspetto fisico del nostro alter-ego. Tra vettura e personaggio, tutti gli elementi di personalizzazione potevano essere acquistati esclusivamente utilizzando la moneta di gioco e lo sviluppatore ci ha confermato che nulla potrà essere acquistato con soldi reali o recuperabile attraverso qualche forma di loot box, ad eccezione di alcuni pacchi di automobili che verranno distribuiti successivamente all'uscita del gioco.
Usciti dal garage, il gioco caricava in automatico la prima gara: un tracciato di media durata, basato su una piccolissima porzione della città ricreata in Need for Speed Heat, di giorno, con 8 vetture in pista e condizioni atmosferiche perfette. Completata questa gara, indipendentemente dal posizionamento, si passava all'altra competizione. Ancora un tracciato estratto da un percorso cittadino, sempre 8 vetture in pista, ma questa volta di notte e con condizioni atmosferiche avverse, in particolare una pioggia battente. In quest'ultimo caso c'era però un'importante aggiunta: diminuiva il traffico tradizionale ma entrava in gioco la polizia che iniziava ad inseguirci non appena commettevamo una qualche infrazione stradale. Come da tradizione della serie, evitare la cattura portava a una risposta via via più violenta delle forze dell'ordine con l'entrata in campo di macchine in grado di disabilitare il mtore, un elicottero, e di una sorta di camionetta rinforzata, il rhino. Una volta completata la gara, era possibile rimanere nell'open world ma con tutte le forze dell'ordine alle calcagna e l'obbligo di liberarci da esse prima di poterci recare in una safehouse e quindi partecipare alle altre attività. Abbiamo riprovato per tre volte la demo e in nessun caso siamo riusciti a liberarci dalla polizia, il che ci ha lasciato immaginare che si trattasse di una qualche limitazione imposta per evitare il normale free roaming, anche per via di un timer pronto a interrompere brutalmente la demo non appena scaduti i 15 minuti complessivi.
Cosa ci è piaciuto e cosa non ci ha convinto
Al di fuori della strana selezione dei contenuti, quello che non siamo riusciti a digerire della demo è il consueto modello di guida che, in questo caso, univa il ricorso spasmodico alle derapate (è sempre meglio toccare il freno a mano che il freno normale) a un'eccessiva leggerezza della vettura. Questa aveva conseguenze anche sulla stabilità e sulla tenuta in strada, in particolare nella seconda gara dove, forse per effetto del bagnato o per una strana distribuzione dei pesi nella configurazione iniziale, ci è risultato davvero complesso tenere la macchina in traiettoria.
Tale eccessiva leggerezza si percepiva anche nell'urto contro gli ostacoli, ora più che mai non in grado di alterare sostanzialmente velocità e percorso della propria vettura, alberi compresi, e persino con le altre macchine, incluse quelle controllate dalle forze dell'ordine. Rispetto a Payback e soprattutto al Need for Speed del reboot, sbattere contro il traffico cittadino anche frontalmente ha davvero pochissimi effetti ed appare subito chiara la volontà dello sviluppatore di offrire un'esperienza di guida che sia tutta orientata alla massima velocità, al gestire gli avversari in pista e alla capacità del giocatore di trovare buone traiettorie senza preoccuparsi troppo di quello che gli si para davanti. In realtà un minimo di preoccupazione Need for Speed Heat cercava di generarla visto che in questo nuovo capitolo tornano i danni della vettura indicati da una barra che si svuota progressivamente in funzione della violenza degli urti e che può essere riportata al massimo guidando attraverso una stazione di servizio senza che questo comporti alcuna sequenza d'intermezzo o rallentamento forzato. Per il resto ci siamo trovati di fronte a tutti gli elementi più tradizionali della serie: il turbo attivabile con un tasto e suddiviso in tre bombolette di NOS a ricarica automatica, cinque diverse inquadrature compresa quella dal cofano e quella ad altezza strada (ma nessuna dall'interno) e una sorta di abilità speciale, anche questa in grado di ricaricarsi nel tempo, ma di cui non siamo riusciti a comprendere la funzione. Molto probabilmente potrà essere configurata in qualche modo all'interno del garage.
Siamo sinceri, speravamo di provare Need for Speed Heat grazie a una demo che ci facesse conoscere nel dettaglio la nuova struttura degli eventi messa in piedi da Ghost Studio: quell'alternanza tra giorno e notte che dovrebbe offrire due sfide ben distinte a tutti i fan della serie. E invece ci siamo dovuti accontentare di un paio di gare che ci hanno fatto prendere confidenza con il solito modello di guida tipico del franchise. Un modello che, a dirla tutta, non ci ha neanche convinto fino in fondo durante questo primo incontro. Confidiamo a questo punto di tornare a provare il titolo quanto prima per toglierci ogni dubbio e scoprire qualcosa di più.
CERTEZZE
- Il solito modello di guida leggero e immediato
- La personalizzazione estetica ci ha restituito ottime vibrazioni
- Il frame rate è già molto stabile
DUBBI
- Pur essendo bello graficamente, è ancora molto sporco
- Non siamo riusciti a vedere nulla della struttura open world