Nioh 2 dà l'impressione di non essere cambiato molto rispetto al primo episodio, tuttavia le differenze ci sono ed è stato possibile sperimentarle durante il periodo dell'open beta, conclusasi da poco su PS4.
Prima di addentrarci nell'analisi, cerchiamo però di capire il perché delle sensazioni iniziali, quali soluzioni tecniche e di design sono state riutilizzate dagli sviluppatori e sotto quale aspetto l'esperienza avrebbe dovuto osare di più.
Nioh 2, le similitudini
Il primo elemento che salta all'occhio, naturalmente, è la grafica: Nioh 2 utilizza lo stesso identico motore che muoveva l'originale Nioh e gran parte degli asset sono stati riciclati per l'occasione.
Prima di cominciare la partita è possibile, anche in questo caso, scegliere fra tre differenti modalità di visualizzazione (dando priorità alla risoluzione piuttosto che alla fluidità del frame rate) e lanciarsi quindi in un mondo senz'altro affascinante ed evocativo, quello di un Giappone feudale invaso dagli spiriti, ma caratterizzato da scenari limitati in termini di interazione, con tante barriere più o meno invisibili e percorsi predeterminati che tuttavia si raccordano con la formula soulslike messa a punto da Team Ninja.
I nemici da affrontare si pongono infatti come un problema da risolvere di volta in volta, spesso nell'ottica di compartimenti stagni che possono anche essere ignorati a fronte di un nuovo tragitto appena sbloccato, specie considerando la meccanica che lega a ogni salvataggio il ripristino di (quasi) tutti gli avversari sulla mappa.
Non è cambiato ovviamente il sistema di combattimento, che resta solido e impegnativo anche in questo sequel: il nostro personaggio deve amministrare in maniera sapiente le posizioni d'attacco, il peso dell'equipaggiamento e il consumo del Ki per poter fronteggiare in maniera efficace i suoi avversari e non ritrovarsi improvvisamente sfinito, incapace di muoversi e dunque di evitare attacchi che possano infliggergli danni ingenti e condurlo all'ennesimo game over.
Viene riproposto in quest'ottica il meccanismo del ritmo, che consente di ripristinare istantaneamente una porzione di stamina laddove si prema nel momento giusto uno dei tasti dorsali dopo un affondo o una combo: una manovra che diventa fondamentale man mano che ci si addentra nell'oscuro mondo di gioco, ritrovandosi a fronteggiare creature sempre più scaltre e letali.
A proposito di combattimenti e crescita del personaggio, per la maggior parte gli oggetti del primo Nioh sono stati riproposti nel nuovo episodio, così come le categorie di appartenenza delle armi di base e le relative manovre sbloccabili. All'inizio dell'open beta ci si trova infatti a selezionare i propri strumenti da una rosa che i fan della serie conoscono bene, e che include spada, lame gemelle, falce a catena, lancia, ascia, tonfa, odachi e accette. Solo queste ultime risultano inedite, di conseguenza anche moltissime animazioni sono state riesumate, a conferma di un approccio conservativo sul fronte tecnico.
Nioh 2, le novità
La prima e più importante novità di Nioh 2 sta nel protagonista: non solo si tratta di un personaggio inedito che dovremo creare da zero, e che dunque prende le distanze da William Adams, il samurai occidentale del primo capitolo, ma nelle sue vene scorre il sangue degli Yokai e ciò gli conferisce una doppia natura.
Questa peculiarità si traduce in una serie di meccaniche di gameplay inedite, a cominciare dalle trasformazioni in demone che sostituiscono i vecchi poteri dello spirito guardiano, e che abbiamo potuto osservare nell'open beta in tre differenti varianti: Makami, Ame-no-Mitori e Kagewani.
La prima forma demoniaca, Makami, è quella più nota e pubblicizzata, anche nei trailer d'esordio del gioco: il nostro guerriero viene avvolto dal fuoco e diventa un diavolo rosso dalle lunghe corna incandescenti, equipaggiato con un'enorme mazza lavica con cui può sferrare colpi fiammeggianti e infliggere gravi danni a qualsiasi tipo di avversario.
La seconda forma, Ame-no-Mitori, conserva i tratti diabolici ma li esprime in un celeste altrettanto bruciante, mettendoci a disposizione un repertorio di mosse rapide e letali che si basano sull'uso di due lunghi pugnali. La terza forma, Kagewani, utilizza invece tonalità bianche e viola per caratterizzare un demone etereo, leggero, che si muove galleggiando nell'aria mentre fa roteare la su lancia.
Ruotano attorno al concetto della trasformazione anche le nuove meccaniche legate alle abilità Yokai, che è possibile sbloccare raccogliendo determinati oggetti e utilizzare in base al nuovo indicatore della Yokai Force. In questo caso il personaggio si trasforma solo per alcuni istanti, il tempo di sferrare un colpo poderoso al nemico di turno e risolvere così una situazione magari complicata, in cui siamo finiti con le spalle al muro, oppure togliere di mezzo uno dei bersagli all'interno di uno scontro che ci vede in inferiorità numerica. L'attivazione funziona tramite la pressione combinata del trigger destro e di uno dei pulsanti principali, con risultati differenti a seconda della forma Yokai selezionata: nei panni del Makami possiamo ad esempio afferrare un avversario e schiacciarlo a terra, oppure nella forma Kagewani evocare diverse creature elementali.
Si è discusso molto della difficoltà di Nioh 2, che secondo alcuni risulta ancora più aspra rispetto a quella del primo episodio. Indubbiamente ci sono situazioni inedite che possono portare a una prematura sconfitta, vedi ad esempio gli "abbracci" improvvisi dei nemici che, pur anticipati da un bagliore, possono prenderci alla sprovvista e privarci di quasi tutta l'energia vitale.
Sembra tuttavia ci sia una precisa visione nel nuovo bilanciamento fra danni arrecati e subiti, collegata all'uso delle abilità demoniache di cui abbiamo appena parlato e a un ulteriore elemento inedito rappresentato dalle tombe azzurre.
A differenza di quelle rosse, che come noto ci danno la possibilità di evocare spiriti di nemici di livello diverso, da affrontare nuovamente nel caso si sia alla ricerca di una sfida ulteriore e di qualche Amrita extra, le nuove tombe consentono di richiamare personaggi non giocanti che ci affiancheranno per un tratto di strada, fornendoci un importante supporto durante le fasi più complesse del livello: una sorta di cooperativa sempre disponibile, a patto di possedere gli oggetti richiesti.
In alcuni momenti, specie in corrispondenza con i boss, ci imbatteremo inoltre nel cosiddetto Regno Oscuro: si tratta di una dimensione in cui il nostro personaggio viene limitato dal punto di vista fisico, in particolare il Ki si ricarica molto più lentamente e capita dunque di trovarsi scoperti, in balia dell'avversario.
Trattandosi tuttavia di un elemento vicino agli Yokai, questa nebbia inquietante ricarica gli indicatori demoniaci e ci permette di ricorrere con molta più frequenza alle trasformazioni e alle abilità speciali, controbilanciando in questo modo gli aspetti negativi della cosa.
È interessante notare come il Regno Oscuro si ponga attualmente come la nuova meccanica meno apprezzata dai fan della serie, probabilmente perché obbliga il giocatore a utilizzare un approccio diverso rispetto a quello maturato e consolidato finora. La sensazione, tuttavia, è che con la giusta dose di pratica anche questa ulteriore sfida possa trasformarsi in un'opportunità.
Si aggiungono infine alla lista delle novità di Nioh 2 una statistica inedita per il protagonista, il Coraggio, che agisce sulla velocità di recupero del Ki, e il redesign dell'albero delle abilità, che cambia completamente aspetto pur riproponendo, come detto, la maggior parte delle mosse e delle combo sbloccabili in relazione alle armi già presenti nel primo capitolo.
A tal proposito, durante l'open beta è possibile entrare in possesso del Falcione a Scatto, uno strumento trasformabile di derivazione fantasy più che storica, nonché con una serie di armi Yokai enormi e devastanti, che potremo rubare a determinati demoni dopo averli sconfitti e che sono dotate di interessanti effetti extra.