No More Heroes si appresta a tornare con un nuovo capitolo in esclusiva (temporale?) per Nintendo Switch, e sebbene i presupposti narrativi del franchise vantino senza dubbio la costante di essere completamente fuori di testa, l'opera creata da Goichi Suda ha una storia da raccontare.
Una storia fatta di personaggi improbabili, a cominciare dal protagonista, e di vicende che spesso sembrano buttate lì al solo scopo di creare i presupposti per dar vita a un po' di azione spettacolare. In un intreccio di influenze e contaminazioni che vanno dalla cultura pop al mondo del wrestling, ripercorriamo gli eventi che ci hanno condotto fin qui. Ecco, finora, la storia di No More Heroes.
No More Heroes, le origini
Ambientato nello stesso universo di Killer 7, l'action del 2005 in cui vestivamo i panni di un assassino dotato di ben sette personalità differenti, l'originale No More Heroes ha fatto il proprio debutto su Wii alla fine del 2007, ponendosi fin da subito come un'esperienza pensata per sfruttare al meglio i controlli a rilevazione di movimento della console Nintendo.
Il protagonista del gioco, dall'improbabile nome di Travis Touchdown, è un sicario appassionato di anime e wrestling che sbarca il lunario eliminando bersagli sulla cui testa grava una taglia. La sua arma è la Blood Berry, una spada a energia che va ricaricata di tanto in tanto con un movimento ampiamente equivocabile, ma che lo rende capace di sconfiggere virtualmente qualsiasi avversario.
Così Travis parte dalla sua stanza d'albergo nell'hotel No More Heroes, si mette in sella alla sua moto ed esplora liberamente le strade di Santa Destroy (questo il nome della città che fa da sfondo al gioco) alla ricerca di possibili contratti. La sua fissazione diventa ben presto quella di scalare la classifica dei dieci migliori assassini del mondo, ma per farlo naturalmente dovrà ammazzare gli altri nove...
Pur con la sua semplicità tecnica (Wii non consentiva chissà quali sofisticatezze, del resto) e viziato da una struttura piuttosto ripetitiva nella sua componente open world, No More Heroes dà in assoluto il meglio quando entrano in scena i combattimenti, grazie a un gameplay che riesce a sfruttare bene le peculiarità dei controlli e ci consegna un repertorio di mosse spettacolari, enfatizzate da da una buona resa degli impatti.
No More Heroes 2 e le sue lotte disperate
Pur non avendo venduto tantissimo, né tantomeno convinto appieno la critica, il primo No More Heroes fa scattare la proverbiale scintilla nella mente di Goichi Suda, che per la prima volta nella sua carriera desidera fortissimamente la realizzazione di un sequel. C'erano in effetti tante cose da dimostrare, in particolare l'ambientazione e il comparto tecnico potevano essere migliorati in maniera sostanziale.
Ed è proprio così che vanno le cose: incassato il via libera per la produzione per il sequel, Suda51 porta No More Heroes 2: Desperate Struggle nei negozi esattamente tre anni dopo il primo capitolo, sempre su Wii, sfruttando ancora meglio i controlli a rilevazione di movimento e andando a smussare gli spigoli che caratterizzavano le meccaniche originali, così da ottenere un impianto finalmente solido e inappuntabile.
Ma come portare avanti la storia di Travis Touchdown? L'ormai leggendario killer, ritiratosi dalle scene dopo aver scalato la classifica dei migliori assassini d'America, viene sfidato da Skelter Helter, fratello del primo sicario sconfitto dal protagonista in No More Heroes, che prima di esalare l'ultimo respiro lo avverte che stavolta non se la caverà e che è stato messo in atto un piano per eliminarlo.
Finito al cinquantunesimo posto della famosa classifica, Travis si vede recapitare in una busta la testa dell'amico Bishop e giura di vendicare la sua morte a ogni costo, scoprendo che dietro la brutale esecuzione si cela Jasper Batt Jr., che non solo risulta essere al momento il più abile killer degli USA, ma è anche il presidente di una celebre catena di pizzerie che ha letteralmente invaso il territorio di Santa Destroy.
La missione per sconfiggere Jasper si rivela impegnativa e complessa, con un gran numero di avversari da sconfiggere e insospettabili alleati che consentono al protagonista di raggiungere più rapidamente il suo obiettivo. La stessa Sylvia Christel, l'affascinante donna che ha svolto finora il ruolo di contractor nell'assegnarci le varie missioni, decide di dare una mano e si rivela fondamentale nel finale della campagna.
È lo strano rapporto affettivo fra lei e Travis a caratterizzare fortemente le sequenze conclusive della storia, quando ormai tutti i nemici sono stati sconfitti e la classifica vede ancora una volta il killer con la spada a energia in prima posizione. Anni dopo, la ragazza comincia a lavorare come spogliarellista in uno strip club e Travis paga ogni giorno per un'esibizione privata, senza però mai rivelare la propria identità... finché un giorno non mostra il suo volto e la porta via da lì, dicendole che Santa Destroy ha bisogno di loro.
Intermezzo: Travis Strikes Again
Il finale del secondo capitolo sottintende un ritorno della serie, ma le cose non vanno come previsto e passano ben nove anni prima che il personaggio creato da Goichi Suda si faccia di nuovo vivo, anche stavolta su di una console Nintendo, con Travis Strikes Again: No More Heroes. Il gioco viene immaginato come una sorta di reboot, nonché un progetto necessario per porre le basi per No More Heroes 3, ma in realtà è legato a doppio filo alle vicende dei primi due episodi.
Privo di un'impostazione open world e dotato di una modalità cooperativa di tipo drop-in / drop-off, il titolo racconta infatti una storia di vendetta... ma al contrario. In questo caso è Travis a ritrovarsi improvvisamente attaccato da Badman, un sicario ex giocatore di baseball determinato a vendicare la morte di sua figlia, Badgirl, avvenuta nel primo episodio di No More Heroes per mano del protagonista.
L'assalto di Badman presso il camper dove Travis vive ormai da qualche anno, passando il tempo a giocare a vecchi videogame standosene isolato dal resto del mondo, ha però un risvolto inaspettato: la misteriosa console Death Drive MK-II si risveglia e proietta i due personaggi in una serie di assurdi mondi videoludici, ognuno ispirato a un filone differente o a uno specifico gioco.
Fra un combattimento e l'altro, in solitaria o in cooperativa, entriamo in contatto con personaggi completamente fuori di testa e scenari bizzarri, che spesso e volentieri fanno il verso ad alcuni grandi classici videoludici, per poi assistere a sequenze in stile visual novel in cui vengono rivelati i retroscena narrativi di questa nuova avventura, sfondando spesso e volentieri la quarta parete.
Scopriamo così che Travis ha sposato Sylvia alcuni anni prima e dalla loro unione sono nati due bambini, ma la continua minaccia di assassini determinati a eliminare il celebre sicario con la spada a energia lo ha costretto ad allontanarsi dalla famiglia e a vivere completamente isolato, in una foresta texana, per poter garantire la sicurezza dei suoi cari.
Le sue sortite nei mondi videoludici insieme a Badman fanno sì che il protagonista incontri altri personaggi creati da Suda51, come Mondo Zappa di Killer is Dead e Kamui Uehara di The Silver Case, in un mix di sperimentazioni e meccaniche differenti ma con la costante di un sistema di combattimento action molto divertente, nonché inevitabili rimandi a quello che sarà l'esperienza di No More Heroes 3. Ebbene, manca poco e scopriremo la verità...