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Overkill’s The Walking Dead, lo sparatutto di Starbreeze

Overkill's The Walking Dead di Starbreeze è uno sparatutto con alcuni rischi ma anche tante potenzialità nascoste

PROVATO di Aligi Comandini   —   17/06/2018
Overkill's The Walking Dead
Overkill's The Walking Dead
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Considerando la loro tendenza a creare sparatutto piuttosto elaborati e di qualità, abbiamo fatto una certa fatica ad appaiare gli Starbreeze e gli Overkill a The Walking Dead. Non per sembrare troppo radical chic, ma il fumetto di Robert Kirkman è ormai diventato un fenomeno globale seguito da milioni di persone, e quando spunta un videogame dedicato a proprietà intellettuali così poliedriche capita raramente che si tratti di un prodotto valido (per la legge dei grandi numeri). Dopo aver visto in azione Overkill's The Walking Dead, invece, dobbiamo recitare un bel mea culpa e chinare la testa: lo sparatutto del team nordico non è solo un lavoro ben lontano dai tipici shooter "di massa", bensì anche un lavoro fedele alla crudezza del materiale originario, e pensato per tappare quel buco lasciato dall'assenza di un nuovo Left 4 Dead. Certo, magari non è questo ciò che molti volevano, ma almeno pare una cosa fatta con criterio.

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Gameplay: ciò che è già morto è difficile da uccidere

Probabilmente molti di voi avranno già visto i notevoli trailer introduttivi del gioco, perfettamente in linea con lo spirito della serie. Ecco, se dopo quei video vi aspettate una storyline fortemente elaborata potreste rimanere delusi: sono serviti principalmente a introdurre i personaggi giocabili, che come nel titolo di Valve hanno delle personalità e abilità specifiche, ma non sembrano essere protagonisti di una trama particolarmente memorabile per il momento (anche se è ancora presto per dirlo con certezza, e la campagna potrebbe risultare più interessante del previsto). Noi in particolare abbiamo deciso di vestire i panni di Maya, dottoressa di origini asiatiche dotata della capacità di offrire cure ai suoi compagni e di lanciare letali shuriken che non fanno rumore quando colpiscono, entrambe abilità molto utili in un titolo come questo.

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Il rumore, infatti, è un pericolo costante davanti alle orde di zombie che popolano le strade da esplorare nelle varie missioni, e non crediate che i non morti in Overkill's The Walking Dead siano dei pericoli sottovalutabili solo perché si ha a che fare ogni tanto anche con avversari umani armati di tutto punto e non vi sono sotto boss come il tank o la strega. Qua l'orda arriva realmente da ogni singola direzione, e il numero di nemici quando si fa troppo casino diventa così spaventoso da mettere in difficoltà anche i giocatori più abili nel trovare zone di tiro vantaggiose (senza contare che, anche da lì, non è che i proiettili siano illimitati). Visto che le missioni, poi, richiedono in larghissima parte di esplorare attivamente all'interno di edifici per trovare parti di macchinari - la nostra ad esempio richiedeva vari fusibili e della benzina per avanzare - non ve la caverete schivando le minacce con grazia o prendendovela comoda. Morirete semplicemente tra atroci sofferenze cercando una strada "facile".

Comparto tecnico: un po' putrefatto

La collaborazione è in parole povere il cuore pulsante dell'esperienza. Andare da solo a fare Rambo in un gruppetto di zombie è il modo più facile per lasciare questo mondo, mentre girare spalla a spalla permette di accorgersi della tendenza dei barcollanti di comparire all'improvviso e di supportarsi a vicenda con le proprie abilità. Parlando di quest'ultime, però, tenete a mente che il loro uso è strettamente collegato agli elementi survival del gioco: ne avrete solo un utilizzo all'inizio di ogni missione, e perché il numero aumentisarà necessario raccogliere materiali e costruire l'oggetto necessario, in mappe dove questi indispensabili pezzi sono molto rari (noi siamo riusciti ad ottenere un medikit extra in tutta la partita, per dire).

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Il crafting è collegato anche a certe barriere utili per tenere gli zombie a bada in missioni orda più classiche, e in quel caso le risorse sono leggermente più permissive, ma come potete intuire qui non ci si limita a sparare a casaccio: tattica, posizionamento, e coordinazione sono tutto. Il gioco, in parole povere, è di quelli che non perdonano. Gli unici dubbi riguardano quindi il comparto tecnico: Overkill ci è parso fluido, ma graficamente siamo parecchio indietro ed è un peccato se si considera la bontà generale della fisica. Le armi danno dopotutto una certa soddisfazione ad ogni colpo, e persino il combattimento con armi corpo a corpo è abbastanza ben studiato, grazie alla presenza di colpi caricati che consumano la stamina e a impatti chiaramente percettibili (a dimostrazione dell'esperienza dei due team di sviluppo nel genere). Peccato, forse con una grafica più bella si sarebbe trattato di un pacchetto completo realmente in grado di vedersela senza troppi problemi con i Left 4 Dead.

Resta da vedere quanto valida sarà la campagna nel complesso, ma il gameplay di The Walking Dead: Overkill, ci ha convinto, e il suo elevato livello di sfida - unito a una struttura variegata che obbliga alla collaborazione - ci sembrano ottime caratteristiche per diventare un "nuovo Left 4 Dead". Se ogni cosa verrà gestita al meglio, potremmo avere a che fare con un'altra gradita sorpresa, in un anno dove i giochi promettenti dedicati agli zombie non sembrano mancare.

CERTEZZE

  • Elevato livello di sfida
  • Bel feeling delle armi, sia da fuoco che da corpo a corpo

DUBBI

  • Tecnicamente lascia un po' a desiderare