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Persona 5 Strikers, il provato

Stiamo giocando il sequel tutto azione di Persona 5 su Nintendo Switch: ecco le nostre impressioni dopo le prime ore di gioco

PROVATO di Christian Colli   —   15/01/2021
Persona 5 Strikers
Persona 5 Strikers
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Precedentemente conosciuto come Persona 5 Scramble, nella sua release giapponese che risale ormai a più di un anno fa, Persona 5 Strikers arriverà finalmente dalle nostre parti il prossimo mese, proseguendo la storia cominciata da Persona 5 nel 2016. Atlus non è nuova a questo tipo di collaborazioni straordinarie: le storyline di Persona 3 e Persona 4, dopotutto, convergevano ufficialmente in un paio di picchiaduro targati Arc System Works, mentre questa volta è toccato a Omega Force e P-Studio prendere in carico una licenza così importante.

I nomi coinvolti fanno pensare subito al musou, il controverso genere in cui Omega Force è specializzato, ma le prime ore che abbiamo passato nuovamente in compagnia dei Ladri Fantasma ci hanno dato un'impressione significativamente diversa. Premesso che questo sequel non tiene conto di quanto narrato in Persona 5 Royal, la recente riedizione del capolavoro Atlus, riveduto e corretto, cerchiamo di capire insieme che tipo di gioco sia questo sequel e quali sono i fan che potrebbero apprezzarlo.

Il ritorno dei Ladri Fantasma

Persona 5 Strikers si apre con uno spettacolare antipasto di quello che succederà nel giro di poche ore: l'introduzione è solo un flash forward, proprio come nel gioco originale, e la storia comincia col protagonista (che abbiamo chiamato Ren Amamiya come nell'anime) che torna a Tokyo, nel quartiere di Yongenjaya, sei mesi dopo essersi congedato dagli amici con cui ha salvato il mondo dietro la maschera dell'inafferrabile Joker. I Ladri Fantasma si riuniscono al Cafe Leblanc per trascorrere insieme le vacanze estive, ma ben presto si ritrovano invischiati in nuovo grattacapo quando Ren e Ryuji finiscono inavvertitamente nel Metaverso: lì scoprono l'esistenza di un nuovo tipo di Palazzo, chiamato Prigione, e si imbattono in Sofia, una bizzarra intelligenza artificiale che li seguirà nel mondo reale sotto forma di app per cellulare. Considerando che lo stratega della squadra è un gatto parlante, questa è la cosa meno bizzarra che potrebbe succedere nel gioco.

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Insieme a Sofia e a un poliziotto ficcanaso, i Ladri Fantasma torneranno in azione per scoprire cosa sono le Prigioni e smascherare i Monarchi che le presiedono. Nel primo capitolo dell'avventura, l'unico di cui possiamo parlarvi prima della recensione, i nostri devono vedersela con Alice, una deliziosa idol che nasconde un lato sadico e che riesce a piegare la volontà dei suoi ammiratori, ghermendo i loro "desideri" nel Metaverso. Come al solito, Ren e i suoi amici dovranno viaggiare da una dimensione all'altra a più riprese per indagare sul nemico, scoprire i suoi punti deboli e trovare un modo per infiltrarsi nella Prigione, sfidare Alice e costringerla a uscire allo scoperto. In questo senso, Persona 5 Strikers segue l'iter stabilito nel gioco di ruolo originale, dividendo l'esperienza tra sessioni di esplorazione e di combattimento inframmezzate da cinematiche e lunghissimi dialoghi. La formula è la stessa, ma qualcosa è cambiato.

Quando non si combatte

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Da un titolo firmato Omega Force ci aspettavamo una struttura simile a quella dei suoi migliori musou, o quantomeno del recente Hyrule Warriors: L'era della calamità, e cioè un action adventure suddiviso in stage ripetibili da giocare a spizzichi e bocconi grazie a un gameplay immediato e scacciapensieri. In realtà, siamo rimasti sorpresi nello scoprire che Persona 5 Strikers è qualcosa di molto diverso che si avvicina parecchio al JRPG originale sotto diversi aspetti. Omega Force ha riproposto molti degli scenari che abbiamo già visitato in Persona 5 e che si ispirano ai veri quartieri tokyensi: il primo capitolo si svolge tutto nel distretto di Shibuya, sia nel mondo reale che nel Metaverso, anche se al posto di Hachiko c'è il cane Buchiko e il famoso Shibuya 109 si chiama Shibuya 705. Il giocatore controlla direttamente Ren e può girare per questi microscenari, fare acquisti nei negozi, parlare con alcuni PNG e così via, come in un comunissimo JRPG.

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Nel Café Leblanc possiamo accedere a una serie di servizi aggiuntivi: in questa parte del gioco la dottoressa Takemi è in ferie e il negozio di Iwai è chiuso a tempo indeterminato, così armi e medicine si comprano via internet grazie a Sofia. La Stanza di Velluto si raggiunge dalla stessa schermata nella camera da letto di Ren: troveremo ad accoglierci Lavenza, la nuova assistente di Igor che, in sua assenza, ci aiuterà a fondere, registrare e potenziare le Personae. Le basi di Persona 5 ci sono tutte, insomma, tranne l'aspetto social simulator: sebbene ci sia un calendario a scandire il susseguirsi dei giorni in cui si svolge la nuova storia, non ci sono limitazioni a quello che possiamo fare, orari da rispettare o turni in cui scegliere come trascorrere il nostro tempo. La componente GDR è stata quindi smussata, ma questo non deve farvi pensare che sia assente: essa inciderà di prepotenza sui combattimenti, specialmente se giocate a difficoltà Normale o superiore.

Dalle parole ai fatti

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Abbiamo completato questo primo capitolo ideale dell'avventura nel giro di cinque o sei ore, trascorrendone una buona parte a leggere (in italiano) e ascoltare (in inglese o in giapponese) tantissimi dialoghi. Ecco un altro punto di contatto importante tra Persona 5 e il suo sequel: la componente visual novel. Questo aspetto, secondo noi, causerà un piccolo corto circuito nei potenziali acquirenti di Persona 5 Strikers. Chi lo comprerà per giocare un titolo d'azione, si troverà sommerso da tantissimi dialoghi, qualche volta anche un po' troppo prolissi, e chi invece ha amato la narrazione e la scrittura di quel capolavoro di JRPG potrebbe storcere il naso davanti alla deriva action dei combattimenti. Il titolo Omega Force, tuttavia, cammina in equilibrio tra i due mondi, e gli scontri coi nemici sono molto meno vicini al gameplay dei musou di quanto possa sembrare. Possono diventare caotici e vi ritroverete a combattere orde di nemici minori tutti uguali che spazzerete via con poche combo, ma ci sarà sempre un momento in cui solo la strategia potrà fare la differenza.

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Il Metaverso è pieno di Ombre che ci danno la caccia: le vedremo gironzolare per la mappa mentre ci spostiamo da un riparo all'altro, navigando lo spazio in orizzontale e in verticale in cerca di una via d'uscita o di un ingresso alla Prigione di turno. Joker e gli altri possono spostarsi fulmineamente tra punti di appoggio e altri sostegni, prendendo i malcapitati nemici alla sprovvista: sarà solo quando entreremo in contatto con loro, volontariamente o involontariamente, che comincerà il combattimento. Le Ombre compariranno sul posto e dovremo affrontarle controllando un eroe per volta, mentre gli altri tre sono pilotati dall'intelligenza artificiale: ci basterà premere il tasto corrispondente, tuttavia, per cambiare Ladro tramite la tecnica della Staffetta che, in alcuni casi, innesca anche vari bonus speciali. In questo senso, considerando anche l'articolato level design e la combinazione di elementi stealth, strategia e azione, Persona 5 Strikers ci ha ricordato più Kingdom Hearts III oppure Tales of Berseria che i suddetti musou.

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Anche durante gli scontri, non è un continuo spam di attacchi normali e potenti come nel più becero dei musou. Il sistema di combattimento di Persona 5 Strikers è caratterizzato da una mole impressionante di dinamiche che lo rendono anche fin troppo intricato, se paragonato ai Dynasty Warriors. Basta dare un'occhiata all'interfaccia e al numero di parametri, indicatori e suggerimenti a schermo per rendersene conto: lasciando stare le ovvie differenze tra i personaggi - ognuno porta qualcosa di diverso in termini di combo, armi da fuoco e abilità speciali - e il fatto che ognuno possieda tecniche d'attacco, super mosse e capacità molto specifiche, in Persona 5 Strikers torna il meccanismo delle debolezze elementali meglio noto come Press Turn System agli aficionados di Shin Megami Tensei e affini. Ovviamente non ci sono "turni" ma il concetto è lo stesso: sfruttando le vulnerabilità dei nemici è possibile stordirli per mettere a segno un Assalto che infligge tantissimi danni all'istante. Lo stesso, però, può succedere ai nostri personaggi, quindi bisogna imparare a conoscere i nemici che si aggirano in una zona e scegliere la formazione di conseguenza.

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È in questa dinamica che Omega Force ha implementato le Personae, cioè gli spiriti che i Ladri Fantasma possono evocare per combattere le Ombre. Joker, ovviamente, può utilizzarne più di uno: alcuni nemici lasceranno le loro "maschere" e in questo modo potremo mettere le mani su una nuova Persona da portare con noi o fondere nella Stanza di Velluto. In genere le Personae si manifestano durante specifiche combo per dare un po' di colore all'azione, ma possiamo anche premere il tasto R per mettere il gioco in pausa e aprire il menu degli incantesimi che ha appreso la Persona. Spostando il reticolo con lo stick decideremo in che area lanciarli, e sopra i nemici compariranno gli indicatori che rivelano le eventuali vulnerabilità già scoperte. Non appena si preme quel tasto, insomma, Persona 5 Strikers smette di essere un button masher per diventare qualcosa di più, e chi ha giocato l'originale riconoscerà subito la necessità di conteggiare attentamente gli SP, onde evitare di restare a secco nel momento peggiore.

Persona 5 Scramble

Fortunatamente, Persona 5 Strikers è un titolo meno severo di Persona 5 o Persona 5 Royal. Nelle mappe troveremo dei checkpoint che ci consentiranno di spostarci rapidamente da una zona all'altra ma, soprattutto, di tornare al mondo reale per ripristinare la salute e gli SP dei nostri eroi. Non ci sono penalità: potremo fare incetta di consumabili, vendere i ninnoli trovati negli scrigni, comprare nuove armi e tornare nel Metaverso per riprendere l'esplorazione o, semplicemente, grindare un po' di nemici.

Per quanto impegnativo, Persona 5 Strikers sa di non essere un GDR vero e proprio e nelle battute iniziali fa l'equilibrista con una certa bravura. La scrittura è, come sempre, brillante e spassosa, specialmente nelle interazioni tra i giovani protagonisti: chi ha giocato il titolo originale, riconoscerà con un sorriso il cameratismo e l'affetto che li lega dopo tutto quello che hanno passato, e la traduzione italiana ci sembra rispecchiare in modo onesto le loro personalità e idiosincrasie. Noi stiamo giocando Persona 5 Strikers su Nintendo Switch e lo abbiamo già testato sia in modalità portatile che nel Dock: per adesso possiamo confermare l'ottima stabilità del codice, che sembrerebbe mantenere un frame rate solido in entrambi i casi, ma possiamo già anticiparvi che stiamo preferendo giocarlo sul TV perché la risoluzione inferiore in modalità handheld sporca un po' troppo l'immagine.

Ogni ora che passa, Persona 5 Strikers assume sempre più i contorni di un Persona 5 coi combattimenti maggiormente action: le caratteristiche musou sono davvero in minoranza rispetto ai tratti che ci hanno fatto amare il JRPG targato Atlus. Questo significa che il titolo Omega Force si muove in uno spazio rischioso, e ci vorrà qualche tempo per capire se consigliarlo o meno ai fan della serie o dei giochi d'azione. Per adesso, siamo felici di essere tornati nel Metaverso insieme agli indimenticabili Ladri Fantasma, e tanto basta.

CERTEZZE

  • È molto più vicino a Persona 5 che a un musou
  • La colonna sonora è strepitosa
  • Il cast è sempre uno spasso

DUBBI

  • La deriva action potrebbe allontanare i fan del GDR originale...
  • ...e la narrativa invadente potrebbe allontanare i fan dell'azione!