Manca ormai pochissimo al ritorno su PC e console del golf di casa 2K, dopo l'ottimo capitolo che due anni fa segnò l'inizio della collaborazione ufficiale tra il publisher statunitense e l'associazione PGA Tour, che si occupa di organizzare alcuni tra i più prestigiosi tornei nel mondo del golf. La giovane serie firmata da HB Studios si era presa un anno sabbatico nel 2021 lasciando senza un green i tanti appassionati di questo sport, che potranno finalmente tornare a calcare i campi virtuali di PGA Tour 2K23 a partire dal prossimo 22 ottobre.
Solo una settimana fa, con l'uscita del gioco dietro l'angolo, ne avevamo inaugurato il coverage editoriale con un'anteprima dedicato alla modalità Topgolf, frutto di una presentazione a porte chiuse che ci aveva svelato tanti dettagli sul nuovo sportivo di 2K. Una settimana dopo, con un hands-on alle spalle e qualche embargo in meno, possiamo scendere più nel dettaglio con il nostro provato di PGA Tour 2K23, che farà luce sulle novità di quest'edizione condendo il tutto con quelle che sono state le nostre sensazioni sul campo. Seguiteci, mentre vi facciamo da caddy tra le tante buche di questo nuovo percorso.
Una formula difficile da innovare
I videogiochi delle serie sportive, lo sappiamo, non sono mai semplici da innovare. La disciplina è sempre la stessa e una volta che raggiungi lo stato dell'arte nella sua rappresentazione in pixel, non hai molto altro spazio di manovra per oltrepassare quell'asintoto qualitativo che spesso caratterizza questo genere di produzioni. Se poi prendiamo il golf, uno sport che non è di movimento, in cui non sono previsti contatti e ogni atleta si esibisce in pochi, precisissimi movimenti, va da sé che può essere davvero complicato introdurre delle novità che siano realmente tangibili, per il proprio pubblico.
Ecco perché HB Studios, senza badare a fronzoli, ha scelto di non inseguire velleità di cambiamento e di mantenere gran parte degli elementi che caratterizzavano la formula di gameplay del precedente capitolo. Anche in PGA Tour 2K23, quindi, lo swing del bastone è affidato al movimento dell'analogico destro (o al mouse, in alternativa), anche se questa volta saremo supportati nella costruzione del colpo da un'interfaccia nuova di zecca che rende molto più intuitivo capire quanta forza si sta per imprimere alla pallina.
Il colpo perfetto
Fondamentalmente, l'anatomia di un tiro si basa su alcuni semplici passi che diventano automatismo dopo solo un paio di buche. Innanzitutto, è cruciale passare alla visuale allargata della buca per capirne il design e studiarne l'approccio: è in questa fase che si sceglie dove far finire la pallina, grazie alla presenza di un piccolo indicatore che può essere spostato sul campo con l'analogico sinistro. La distanza dell'indicatore dal golfista è conseguenza diretta del tipo di tiro e dal bastone che stiamo equipaggiando in quel momento, quindi basterà scegliere una configurazione diversa se l'area colpita dal segnalino non è di nostro gradimento. A quel punto, tornando alle spalle del golfista, la nuova interfaccia indicherà esattamente con quale potenza colpire la sfera per farla finire nelle vicinanze dell'indicatore, e noi avremo l'unico compito di oscillare con la giusta intensità l'analogico destro prima di esibirci in uno splendido downswing degno del miglior Tiger Woods.
Selezionando una delle difficoltà più basse, l'esperienza offerta da PGA 2K23 sarà realmente idilliaca come l'abbiamo appena descritta, mentre se avete l'intenzione di approcciarvi al gioco cercando un briciolo di realismo preparatevi ad affrontare ogni buca come fosse una valle di lacrime. Sono infatti tantissime le variabili che possono trasformare un tiro in una vera débâcle, come ad esempio il vento, che dovrà essere costantemente monitorato per evitare sorprese.
Il movimento dell'analogico dovrà poi essere lineare al 100% nel passaggio tra backswing e downswing, poiché basta la minima imperfezione per donare alla pallina una traiettoria capace di farla finire sul fondo di un bunker. Come se non bastasse, dovremo di tanto in tanto assumerci l'onere di imprimere un effetto alla sfera, per evitare magari degli ostacoli sul campo o per bilanciare la pendenza di un green.
Insomma, il nuovo sportivo di 2K ha tutta l'intenzione di offrire alla sua platea un gameplay che faccia della complessità e della stratificazione delle assolute virtù, e per quel che abbiamo visto la direzione è senza dubbio quella più corretta. È difficile spiegare cosa si prova quando si conquista un buon tiro che atterra dolcemente sul green nei pressi della buca, e siamo certi che le buone sensazioni offerte dal gameplay siano tutte da ricercare nella scelta del sistema di controllo, davvero perfetto per un gioco di golf.
I contenuti, tra MyPlayer e MyCareer
Come il suo predecessore, anche PGA 2K23 fonda l'intero impianto di gioco sulla solida accoppiata tra MyPlayer e MyCareer, le due modalità principi di questo capitolo. Attraverso la prima potremo plasmare il nostro personale atleta grazie a un editor abbastanza profondo, ma che mette in luce una serie di gravi carenze sul fronte della qualità dei modelli dei personaggi. Ogni volto è stretto in delle smorfie innaturali, e sebbene questo fosse un punto critico anche della precedente edizione, non possiamo che sospendere il giudizio per scoprire quale sarà la situazione al lancio del gioco.
L'editor permette di plasmare le fattezze del golfista così come il suo abbigliamento, e abbiamo potuto dare un rapido sguardo al negozio di gioco che include tantissimi capi delle più rinomate firme mondiali. L'idea di poter personalizzare in ogni minimo dettaglio il proprio golfista è da apprezzare, ma lo studio dovrà necessariamente intervenire sui modelli se vuole che i giocatori si affezionino adeguatamente ai loro personaggi.
Una volta completato il processo di creazione, arriva il momento di confrontarsi a grandi livelli nei tornei che compongono il PGA Tour, una competizione che può essere affrontata esclusivamente col proprio atleta, mentre i 14 golfisti professionisti inclusi nel gioco (compreso Tiger Woods) rimangono relegati alle esibizioni. La modalità MyCareer è supportata da un sistema di progressione inedito che offre ai giocatori l'opportunità di plasmare le caratteristiche del proprio personaggio, grazie ad alcuni alberi delle abilità che fanno riferimento ciascuno a un tipo specifico di stile di gioco. Non abbiamo avuto l'occasione di approfondire troppo la questione, ma dobbiamo ammettere che l'idea di diventare via via più abili mentre si scalano i vertici del golf mondiale ci sembra particolarmente azzeccata. Ogni discorso sulla componente MyCareer è necessariamente rimandato alla recensione, ma non crediamo che HB Studios si sia esposta a pericoli di sorta, nello sviluppo di questa modalità.
PGA Tour 2K23 è quel tipo di videogioco sportivo che viene sviluppato dalle fondamenta con l'unico obiettivo di soddisfare i suoi fan. Ogni singolo elemento dell'impianto di gameplay messo in piedi da HB Studios si incastra con gli altri come gli ingranaggi di un orologio, e se troviamo ragionevole non urlare al miracolo per un gioco di golf che conserva gran parte dei suoi sistemi da una precedente iterazione, è altrettanto vero che sul fronte della qualità oggettiva lo studio ha dato nuovamente prova di cosa significhi occuparsi della stessa identica cosa dal lontano 2014. Un solo aggettivo: continuità.
CERTEZZE
- Esperienza incredibilmente rifinita
- Nessun dubbio sulla bontà del gameplay
- Il sistema di progressione della modalità MyCareer sembra sufficientemente profondo
DUBBI
- I modelli dei personaggi devono essere migliorati