La pandemia da Covid-19 e il conseguente lockdown hanno sconvolto le abitudini di molte persone, oltre che il normale svolgersi di diverse attività, come quelle artistiche. Però anche nelle difficoltà l'essere umano ha sempre trovato il modo di tirare fuori del buono. In questo caso ha consentito anche a persone come Guido Curto, Direttore Generale del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, di rendersi conto delle potenzialità dei videogiochi. "Durante il lockdown ho visto i miei nipoti giocare e socializzare coi cugini," ha detto nel corso della presentazione della mostra Play - Videogame arte e oltre, "e in questo modo sono sopravvissuti con più facilità a questa situazione difficoltosa. Più semplicemente di quanto ho fatto io, che rischiavo di avere una crisi di claustrofobia."
Questo lo ha spinto a indagare meglio su questo fenomeno che ormai coinvolge più di 3 miliardi di persone al mondo e muove più soldi di cinema e musica. Un fenomeno, però, non solo commerciale. Come tutti noi sappiamo i videogiochi, anche se non sono stati ancora definiti ufficialmente come arte, sicuramente contengono al loro interno le discipline più classiche come la musica, l'architettura e la pittura, elementi in grado di consentire di fare paragoni più semplici e immediati tra i grandi del passato e i più famosi videogiochi.
Come parte del piano per far rinascere la Reggia di Venaria, una delle residenze di campagna dei Savoia che sorge alle porte di Torino caduta in rovina per anni e riportata alla sua originale bellezza solo recentemente, il Direttore Generale del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude ha pensato ad una serie di mostre che ruotano intorno a dei temi, da fruire mentre si visitano gli splendidi ambienti della reggia o il suo enorme giardino.
Il tema di quest'anno è il gioco e questo viene rappresentato sia nelle sue origini, come gioco di strada, con gli spettacoli degli ambulanti o i giochi tra ragazzini, sia nelle sue evoluzioni più moderne, come lo sport o, per l'appunto, i videogiochi.
A curare quest'ultima parte è stato chiamato Fabio Viola, un game designer, docente, saggista e fondatore del collettivo artistico internazionale TuoMuseo. Lui ha voluto costruire un percorso che parte mostrando come i creatori di videogiochi abbiano da sempre guardato all'arte per ispirare il proprio stile e per cercare soluzioni che potessero essere interessanti, poi, anche sotto il profilo video-ludico.
Basti pensare a Echochrome, un gioco che ha preso le prospettive di Piranesi e Escher per creare un puzzle game. O Ico che si rifà chiaramente a De Chirico per il suo stile artistico, la Grande Onda di Hokusai che è l'ispirazione degli artisti di Capcom per Okami o i videogiochi anni '30 che sono il riferimento del recente Cuphead.
Play - Videogame arte e oltre
La mostra Play - Videogame arte e oltre, però, non vuole essere solo questo, vuole anche mostrare come i videogiochi siano un media molto fluido, che negli anni ha perso sempre più l'accezione di scacciapensieri, per arrivare ad essere anche altro. Si tratta di uno strumento malleabile che, nelle mani giuste, può veicolare messaggi completamente differenti tra di loro. Coi videogiochi si può parlare di morte, come di vita. Si può fare politica, denunciare la guerra, ma anche semplicemente intrattenere con rompicapo o giochi di azione. Si può consumarli da soli nella propria camera, così come in un'arena con decine di migliaia di altre persone appassionate per il medesimo esport.
Ma i videogiochi possono anche essere a loro volta fonte di ispirazione e contaminare le arti più canoniche. Il collettivo AES+F si è ispirato a Half-Life per creare un gruppo di statue tematiche, mentre l'opera Free to Play si ispira all'estetica di Candy Crush anche per criticare i moderni modelli economici dei videogiochi.
Un media interattivo
Questi sono alcuni degli argomenti che vengono trattati lungo questo percorso non particolarmente lungo e impegnativo, perfetto per essere consumato durante la visita della Reggia di Venaria e dei suoi dintorni. Play - Videogame arte e oltre è impreziosito da diverse opere originali, sia per quanto riguarda l'arte, ci sono due De Chirico ben protetti, sia per quanto riguarda i videogiochi, qui presenti con alcuni pezzi originali di autori quali Yu Suzuki o Jesper Kyd o Christian Cantamessa.
Lungo le 12 sale dell'esposizione si proveranno a toccare tutte queste tematiche e anche oltre, con alcuni interessanti accostamenti, oltre che una lettura più ampia di questo media e di come sia in grado di toccare molteplici campi grazie alla sua unicità: la possibilità di essere interattivo. Anche per questo ci saranno alcune postazioni di gioco proprio per provare con mano queste esperienze, da PC con Paper Please ai vecchi cabinati, passando per un visore VR col quale giocare a Tetris Effect.
Nel caso in cui siate incuriositi da questa iniziativa, vi ricordiamo che Play - Videogame arte e oltre sarà alla Reggia di Venaria dal 22 luglio al 15 gennaio 2023. Troverete tutte le informazioni sulla mostra e su come raggiungerla sul sito ufficiale.