Non è stata una sorpresa scoprire che Final Fantasy 7 Rebirth sarebbe stato uno dei videogiochi di bandiera scelti per presentare PlayStation 5 Pro: il lavoro confezionato dalla Creative Business Unit I di Square Enix rappresenta infatti una fra le esperienze più spinte e impegnative della nona generazione di console, un tributo all'opera originale che non ha avuto alcuna paura di cambiare costantemente le meccaniche di gameplay, riempiendo al tempo stesso i cieli di effetti particellari e, soprattutto, allargando vasti orizzonti attraversati dallo storico cast di protagonisti.
Un risultato, questo, che nella versione PlayStation 5 ha costretto gli sviluppatori a stringere pesanti compromessi che si sono manifestati principalmente nelle differenze fra le modalità grafiche, ovvero le varianti Fedeltà e Prestazioni. Un binomio che fino a pochi giorni fa sembrava destinato ad accompagnare l'interezza della storia di PS5. Cosa preferirà ciascun giocatore? Un grado di qualità dell'immagine che sia il piú elevato possibile oppure il massimo della fluidità dell'azione? È proprio per rispondere a queste domande che è intervenuto a gamba tesa l'hardware di metà generazione di Sony, presentandosi prima di tutto come la soluzione del grande dilemma: abbiamo provato PlayStation 5 Pro con Final Fantasy 7 Rebirth, mettendo finalmente mano alla console più potente in circolazione.
Le principali novità di PlayStation 5 Pro
Dati e specifiche alla mano - alcune delle quali sono ancora fumose - PlayStation 5 Pro non dovrebbe vantare nient'altro che un hardware molto simile alla versione standard se non fosse per la presenza di una GPU più grande e più potente, componente che é stata recentemente accostata da chi ci ha messo mano a una AMD Radeon RX 6800.
Tale incremento, tuttavia, non basterebbe di per sé per portare i miglioramenti promessi da Sony, ed è così che ha preso forma la PlayStation Spectral Super Resolution: questa tecnologia di upscaling fa parte della giovane famiglia di strumenti che riescono ad aumentare il dettaglio dell'immagine senza incidere sulla frequenza dei fotogrammi, il tutto grazie all'intervento della IA. Tutto ciò detto, bisogna tenere a mente che l'implementazione effettiva delle novità di PS5 Pro nei mondi virtuali - con l'eccezione della PSSR - è generalmente lasciata nelle mani dei singoli sviluppatori, al punto tale che non esiste un singolo standard aureo condiviso fra tutti gli studi: nei giorni scorsi abbiamo scoperto, per esempio, che Marvel's Spider-Man 2 offre una modalità grafica denominata Performance Pro a sua volta diversa dalla "Versatility" che abbiamo potuto testare sulle sponde Final Fantasy VII Rebirth. Si tratta, dunque, della classica situazione nella quale i cambiamenti effettivi richiederanno una valutazione caso per caso a partire dal titolo in esame, rimandando ogni genere di verdetto al momento della recensione di PS5 Pro.
PS5 Pro in azione con Final Fantasy 7 Rebirth
La sessione di demo che abbiamo potuto testare coincideva ironicamente con la sequenza che aveva segnato il nostro primo contatto con Final Fantasy VII Rebirth, ovvero il primo ingresso del gruppo di protagonisti nel mondo aperto del titolo di Square Enix. Pad alla mano, sono bastati pochissimi passi per rendersi conto del perché della scelta di Sony di portare proprio questo titolo al Tokyo Game Show: semplicemente, le differenze nella versione PS5 Pro ci sono e si notano anche a occhio nudo.
Al cuore, la nuova modalità grafica Versatility - ovviamente rilevata come disponibile solo giocando tramite PS5 Pro - rappresenta una fusione fra le preesistenti Fedeltà e Prestazioni, ma anziché limitarsi all'unificazione delle varianti arriva addirittura a migliorare i punti di forza di ciascuna. Nel caso della frequenza dei fotogrammi, fin dalla prima regione - ovvero le Praterie - sulla macchina standard capitava d'imbattersi in leggeri cali durante fasi più concitate dei combattimenti e talvolta durante la navigazione. Su PlayStation 5 Pro, invece, la frequenza dei fotogrammi rimane saldamente ancorata ai 60fps in tutte le situazioni testate, senza mostrare neppure una minima incertezza.
A fare davvero la differenza, tuttavia, sono la qualità e il livello di dettaglio dell'immagine: l'incremento si nota in maniera particolare durante i primi piani delle sequenze animate in-engine, quando a finire al centro del teleobiettivo sono il muso peloso di Red XIII o il volto incorniciato da capelli scuri di Tifa, che vengono caricati in maniera decisamente più nitida rispetto al passato. Lo stesso discorso si potrebbe estendere ai fondali, nello specifico a quella vegetazione che è assoluta protagonista di questo segmento iniziale e che - anche a centinaia di metri di distanza - risulta molto meno sfocata e appare più densa quando vengono caricate giusto il minimo indispensabile delle texture.<
Se paragonata alla vecchia modalità Prestazioni presente su PS5 standard, la versione Pro gioca in un campionato completamente diverso, risolvendo con un colpo di spugna la maggior parte dei problemi sollevati nei mesi passati, come per esempio l'evidente calo qualitativo dei tratti facciali di Cloud e compagnia nei confini del mondo aperto. La cosa sorprendente è che tali miglioramenti impattano anche sulle superfici a bassissima risoluzione che si trovano in luoghi improbabili - come per esempio giù dalle scogliere - generando un risultato ottimo e soprattutto totalmente scevro di fenomeni di pop-in all'altezza dell'orizzonte.
La distanza tra le configurazioni si assottiglia parecchio prendendo a modello l'originale modalità Fedeltà, che riesce sì a difendersi ancora parecchio bene in termini puramente qualitativi, ma perde comunque lo scontro in determinati frangenti: si potrebbe obiettare che PS5 Pro vince per KO tecnico solamente nella resa degli oggetti distanti, ma non bisogna assolutamente dimenticare il rapporto che esiste con le prestazioni. La modalità Versatility per PS5 Pro di Final Fantasy 7 Rebirth riesce a conservare e addirittura migliorare il già alto livello di dettaglio grafico della vecchia Fedeltà, ma lo fa restando perfettamente ancorata ai 60fps e rispettando le promesse del capo ingegnere Mark Cerny.
Le uniche sbavature, limitatamente alla nostra prova, risiedono nella presenza di texture che sembrano presentare una qualità inferiore rispetto ad altre - probabilmente in ragione di una risoluzione nativa di per sé inferiore prima dell'upscaling - e qualche strano fenomeno di pop-up nell'orbita degli oggetti ravvicinati; a tal proposito toccherà verificare in sede di recensione se PSSR, in certi casi, fa affidamento su risoluzioni native inferiori rispetto a quelle delle modalità più spinte di PS5 standard, ma in linea generale i miglioramenti della versione Pro si notano fin dall'istante del primo avvio senza l'ausilio di strumenti o analisi particolarmente approfondite.
La combinazione di particellari nitidi, combattimenti fluidi e scene d'azione che hanno smesso di fare uno sfruttamento eccessivo del motion blur per mascherare le imperfezioni, potrebbe di per sé bastare e fare la differenza, specialmente per tutti gli appassionati ai quali, al momento del lancio originale, è pesato dover scegliere se puntare solo sulle prestazioni o unicamente sulla fedeltà grafica. L'ultimo nodo da sciogliere, tuttavia, è anche il più importante: basteranno, queste nuove caratteristiche, a trainare al successo PS5 Pro?
Una console per soli entusiasti?
Posto che abbiamo testato PlayStation 5 Pro nelle condizioni migliori possibili, probabilmente mettendo alla prova il titolo migliore possibile abbinato al televisore migliore possibile - il tutto a pochi centimetri dal pannello - e che le prime impressioni sono risultate indubbiamente positive, risulta ancora molto difficile giustificare il prezzo del biglietto, stimarne l'effettivo impatto sulle opere di questa generazione e comprendere quali potrebbero essere i risultati commerciali nel lungo periodo.
PS5 Pro si consegna agli appassionati come la console più potente in assoluto e anche la più costosa, senza sottoporre alla prova del fuoco videogiochi pensati appositamente per far brillare le sue caratteristiche distintive ma soprattutto senza posizionare all'orizzonte un parco titoli che possa giustificare un investimento nel lungo periodo. Allo stato dei fatti, si tratta di un hardware mid-gen destinato esplicitamente agli entusiasti, non a coloro che lo stavano attendendo al fine di entrare nella nona generazione di PlayStation, bensì a quella cupola di appassionati che vogliono evitare qualsiasi genere di compromesso a qualsiasi costo.
Si tratta di una macchina che nella pratica non può far altro che colpire positivamente, specialmente grazie all'apporto di una PlayStation Spectral Super Resolution che risulterà senza ombra di dubbio un game-changer tanto per il passato quanto per il futuro della selezione di videogiochi; d'altro canto, continuerà a dividere la marea del pubblico in ragione di quel prezzo d'ingresso che, anche a seguito delle meraviglie di Final Fantasy VII Rebirth, continua a sembrarci sempre troppo elevato.
Come da tradizione, la risposta che conta dovrà fornirla il mercato: consapevole del parco titoli di casa Sony e dei suoi piani a breve e medio termine, messo di fronte alla promessa dell'eliminazione definitiva della battaglia tra grafica e performance che ha segnato gli ultimi anni, nonché alle evidenze di un hardware che sembra mantenere tutte le promesse tecniche, come sceglierà di muoversi il pubblico di casa PlayStation?