Ai Ai mio capitano
Le prime battute di gioco ben delineano lo spirito goliardico di questo gioco, con schermate introduttive fini a spiegare chi è il nostro alter ego e, soprattutto, cosa muove il suo spirito desideroso di vendetta. Causa ed effetto, niente più niente meno, dove la causa risiede nel vedere la nostra nobile famiglia resa in schiavitù dal perfido marchese di turno, e l’effetto è la fuga per mare di uno sbarbato ragazzetto, nientemeno che il nostro eroe, con l’inevitabile ripromessa di salvare i propri familiari e render pan per focaccia al disgustoso cattivone.
La componente strategica, vero fulcro del gioco, risulta tanto semplice da assimilare quanto difficile da padroneggiare, soprattutto a livelli di difficoltà avanzati.
Ai Ai mio capitano
A chiudere questa saga dei clichè è il successivo ammutinamento del nostro oramai svezzato protagonista, che stanco dei perenni maltrattamenti di un incauto capitano infiamma la ciurma scatenandone la rivolta. Tramutando il pad in timone, ci troviamo quindi a capo di una piccola imbarcazione e a comando di un’esigua ciurma a muovere il primi passi in questo Sid Meier’s Pirates!. Lo scopo primario del gioco è salvare i nostri familiari dalla schiavitù e farla pagare a chi di dovere. Per fare questo però servirà reperire informazioni navigando ogni tipo di mare, spulciando fra mefitiche locande, parlando con loschi individui e belle donzelle, oppure reperire oggetti utili per arrivare a scoprire qualcosa di più sulla situazione. Questo comporta un dilatamento piuttosto netto dei compiti da assolvere, tirando in ballo a piè pari quella che è la storia dell’epoca con le nazioni marinare immerse nella guerra per dominare gli oceani. Inizialmente neutrali, veniamo quindi omaggiati di tutta la libertà decisionale del caso. La facoltà di decidere con chi, e se, schierarsi ha un enorme peso su ogni evento futuro del gioco. Ogni nazione avanzerà richieste nei nostri confronti, una sorta di missioni da portare a termine per soddisfare la volontà di questo o quel governatore. Logicamente soddisfare ogni nazione comporta inevitabilmente scontentarle, e magari anche inimicarle, praticamente tutte, facendosi così ingoiare nel vortice delle ostilità e delle alleanze fra nazioni. Avere una nazione contro significa avere una taglia sulla testa, ergo tanta gente disposta a farci la pelle. La componente strategica, vero fulcro del gioco, risulta tanto semplice da assimilare quanto difficile da padroneggiare, soprattutto a livelli di difficoltà avanzati.
All’esplorazione marina vengono aggiunti non pochi elementi per dare quanta più varietà possibile al titolo. Seguendo un iter ben preciso in cui la semplicità risulta essere la parola chiave, i coder hanno inserito sezioni e situazioni differenti per approccio e per realizzazione. In prima linea sono gli scontri navali che, per quanto apparentemente elementari, risultano di un’efficacia quasi disarmante. Padroni del nostro veliero saremo in grado di guidarlo a piacimento, tenendo conto dell’influenza che il vento ha sulle nostre vele oltre a scegliere come attaccare l’imbarcazione nemica.
Le possibilità d’attacco sono in buona sostanza tre, ognuna fine a danneggiare un punto vitale del nemico come l’equipaggio, lo scafo o le vele. Qualche peccatuccio veniale, come velieri che attraversano edifici sulla costa, meriterebbe attenzione in fase di rifinitura. Talvolta gli scontri navali finiscono in abbordaggi degni dei migliori film a tema, ed ecco aprirsi altre due tipologie di gioco: una è in tutto e per tutto simile al celeberrimo QTE visto ed apprezzato in Shenmue, in cui servirà tempismo e sangue freddo per premere i tasti richiesti nel momento opportuno e determinare così il buon esito delle situazioni proposte; l’altro è il più classico degli scontri all’arma bianca, dove combattere contro il nemico a suon di stoccate e parate. Finestra romantica dedicata agli appuntamenti con le ‘non sempre belle’ figlie dei vari governatori, finalizzati in un rhytm game sempliciotto a piuttosto snervante alla lunga, in cui ballare con la compagna di turno pigiando a tempo il tasto richiesto. Ultimi mini games adibiti all’assedio di una città o all’intrufolarsi nella stessa. Buono il primo, che da perfetto strategico si presenta con tanto di scacchiera, pessimo il secondo. Infiltrarsi in una città comporta la terza persona con camera inchiodata alle spalle del protagonista, i cui movimenti risultano purtroppo fra i più legnosi ed inguidabili proposti nell’ultimo decennio. Parte tecnica semplice ma essenziale, uno stile grafico azzeccato, i colori morbidi da cartoon e tracce sonore a tema se pur non esaltanti. Certo è che non è questo Sid Meier’s Pirates! il gioco con cui bullarsi davanti agli amici dei muscoli del Xbox, bensì un titolo la cui parte tecnica è al servizio del gameplay. Da sistemare giusto qualche menù un po’ approssimativo e la traduzione in italiano, buona ma con ampi margini di miglioramento.
Certo è che non è questo Sid Meier’s Pirates! il gioco con cui bullarsi davanti agli amici dei muscoli del Xbox, bensì un titolo la cui parte tecnica è al servizio del gameplay.
Quando l’essenzialismo e la semplicità diventano punti di forza. In poche parole Sid Meier’s Pirates!, che però in taluni casi eccede forse troppo nel perseguire questo credo. Alcune sezioni di questo variegatissimo titolo risultano insoddisfacenti, infangando, senza però tarparne le ali, un gioco sempre godibile ed intuitivo come pochi. Le ore trascorse in compagnia di navi, pirati, abbordaggi e balli sono risultate piacevoli, anche se alla lunga abbiamo avvertito un filo di monotonia. Pollice alzato quindi, se pur con qualche riserva, per questa importante conversione da Pc. Per quanto la build in nostro possesso fosse pressoché definitiva, da limare ancora qualche sbavatura di troppo nei menù di gioco e nella traduzione in italiano. Non rimane dunque che attendere il 20 maggio per imbarcare i nostri velieri nei mari tropicali, per coprire l’occhio destro da un’enorme benda nera e, cosa fondamentale, per trovare il gioco in questione nei negozi italiani.
Nel 1987 molti di voi non erano nemmeno nati, altri muovevano i primi passi, altri ancora già mangiavano da soli. Poi c’è la categoria protetta, nientemeno che quella di chi vi scrive, che diciotto anni fa già impugnava il rasoio e si sbarbava prima di uscire per andare in balera. Badate, diciotto scritto tassativamente in lettere per render meglio l’idea dell’enormità del tempo trascorso, mentre 1987 altrettanto tassativamente scritto in numeri come accade per i buoni vini. I videogiocatori d’annata ricorderanno sicuramente quell’anno, che sanciva senza troppi indugi il successo di un gioco, Pirates, e del suo creatore Sid Meier. E se il primo viene tuttora inserito da molti fra i migliori giochi di sempre, il secondo è fra i maggiori game designer in circolazione. L’idea di un bel remake di tale gemma ludica suscitò enorme giubilo fra i cugini dal Pc sempre caldo, più tiepidamente è stata invece accolta la notizia di un’eventuale conversione per Xbox dall’utenza legata alla console Microsoft. A circa un mese dalla sua uscita siamo riusciti a provare una versione quasi completa, di seguito le nostre impressioni.