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Rayman 3: Hoodlum Havoc

La melanzana con testa, mani e piedi ma senza collo, braccia e gambe approda al terzo platform come protagonista assoluta; saprà l'Uomo Raggio insidiare finalmente i mostri sacri del genere?

APPROFONDIMENTO di Alessandro Bacchetta   —   24/03/2003
Rayman 3: Hoodlum Havoc
Rayman 3: Hoodlum Havoc
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E Vissero Tutti Felici e Contenti

Questa in sostanza era stata la conclusione di Rayman 2: The Great Escape. Tutto riparte da qui, e una nuova minaccia incombe sul nostro eroe ed i suoi compagni, quella dei Lum Neri; piccoli esserini che, sommando la loro potenza, potrebbero, almeno nel mondo di Rayman, provocare la fine di ogni cosa. Nonostante questa nefasta premessa, la causa iniziale che porta di nuovo Rayman all’avventura è la malattia del suo migliore amico, tale Globox, una specie di Gabibbo dipinto di blu: questa malattia, causata ovviamente dai Lum Neri, potrà essere eliminata solamente tramite l’intervento di un dottore molto particolare, così particolare che per raggiungerlo dovrete passare attraverso il covo di mummie egizie, su deserti fiammanti, in mezzo a boschi stregati… Cosa non si fa per amicizia! Il bello è che questo dottore non usa medicine ma, un po’ come tutti i suoi colleghi, per rimuovere la malattia di Globox utilizza delle strane melodie. Si, avete letto bene, melodie. Che alla Ubisoft fossero sani del tutto non l’ha mai detto nessuno, no?

Rayman 3: Hoodlum Havoc
Rayman 3: Hoodlum Havoc
Rayman 3: Hoodlum Havoc

E’ una Questione di GamePlay

Non è certo la storia a fare grande un Platform, tantomeno la grafica o il sonoro. Se un platform è brutto, bello o bellissimo lo decide solo lui, il GamePlay, requisito essenziale per ogni titolo del genere che si rispetti, e a scanso di equivoci lo premettiamo da adesso: Rayman era un grande titolo, Rayman 2 un bel gioco; Rayman 3 è un gioco carino con qualche buona idea. Rayman 4 cosa sarà?
A parte gli scherzi, vediamo analiticamente perché questo terzo episodio non è all’altezza dei precedenti…
Innanzitutto, la banalità complessiva che si nota in ogni momento di gioco: i livelli sono lineari, ogni cosa è messa perché deve essere attivata e il modo per azionarla è sempre scontato. Non c’è nulla “in più” che possa creare confusione almeno per un momento nella testa del giocatore, nessuna sfida in quanto a enigmi. Per esempio, nel gioco ci sono alcuni costumi indossabili da Rayman che gli conferiscono abilità particolari, ottima, abusata idea che dovrebbe aumentare la varietà del gioco. Invece no, in Rayman fanno il contrario. Questo perché si possono utilizzare solo per 2 minuti al massimo, il tempo di usarli con la loro funzione speciale per abbattere l’ostacolo che ci impedisce di proseguire. C’è una porta da sfondare ma il semplice pugno della melanzana non può farcela? Semplice, proprio davanti troverete il power up per poterla abbattere. E dopo scomparirà. Usa e getta… Buoni invece i combattimenti contro i nemici: il sistema di puntamento è automatico, gli scontri sono piuttosto inusuali per un gioco del genere, molto più simili ad uno sparatutto, poiché il nostro Rayman, privo di braccia, “lancia” i suoi pugni; niente salti sulla testa, insomma.
Lo scopo del gioco non è quindi raccogliere qualcosa all’interno di un livello come la dottrina Mariesca vorrebbe, ma quello di andare avanti, uccidere i nemici, saltare il burrone e raggiungere la fine dello stage, come se l’esplorazione tanto cara alla terza dimensione non esistesse. Considerando poi che anche i boss si finiscono al primo o al massimo al secondo tentativo, il quadro generale è di un gioco non offre una buona sfida, probabilmente nemmeno discreta: questo potrebbe soddisfare i giocatori meno esigenti, ma state sicuri che anche se appartenete a questa categoria vi annoierete comunque presto o tardi. Ho messo anche il tardi perché effettivamente, pur essendo facili, i livelli in totale sono abbastanza lunghi, tanto da regalare una buona ventina di ore; se volete completare il gioco al 100% trovando tutti i bonus e una decina di esserini rinchiusi in alcune gabbie per livello, allora il tempo si alza ancora, e nel cercare ogni minuscolo oggetto o gemma troveranno finalmente un po’ di difficoltà anche gli appassionati del genere, nonostante a creare questa difficoltà sia più la quantità degli oggetti che non l’impegno necessario a raccoglierli. Spesso basta infatti usare l’inquadratura in prima persona e guardarsi attorno per cogliere la stanza bonus contenente le gemme.

Rayman 3: Hoodlum Havoc
Rayman 3: Hoodlum Havoc

Non è Tutto Insipido Quello che non Ha Sale… Ehm…

All’inizio della recensione abbiam detto che il gioco era banale ma offriva alcune buone idee, e per ora abbiamo affrontato solo il primo aspetto. Quindi che cosa viene adesso? Bravi!
Le buone idee sono rappresentate dalla reintroduzione dei punti e delle combo per ottenerli effettuabili durante i combattimenti, che spingono il giocatore a rifare i livelli per aumentare il punteggio totale. Dalla vasta gamma di costumi e minigiochi che il nostro Rayman potrà affrontare, minigiochi che tra l’altro si potranno sbloccare solamente ottenendo un buon punteggio nei livelli dell’avventura principale. A mio parere il gioco dà il meglio di sé proprio durante questi momenti, principalmente nella modalità, in esclusiva per le console Nintendo, che richiede il collegamento tra GameCube e GameBoy Advance: il giocatore impegnato con il portatile dovrà costruire una pista tramite un giochino simile al sempre verde Tetris, mentre quello sul GameCube dovrà percorrere la pista in 3D creata dall’altro giocatore nel minor tempo possibile raccogliendo anche degli oggetti.
Infine, dalle sezioni ispirate a Super Mario Sunshine, sezioni puramente platform e totalmente estranee all’avventura principale. L’idraulico toglieva lo “spruzzino”, la melanzana raccoglie lo skateboard, che andrà avanti da solo, e voi dovrete saltare da una piattaforma all’altra per cercare di non cadere e raccogliere le solite gemme; la musica e la grafica in questi frangenti sono particolarmente ispirati.
I controlli sono i soliti: con A si salta, B si spara, Y si va in prima persona. L e R adibiti alla telecamera come del resto lo C stick, camera comunque che non sfrutta le possibilità offerte dal secondo stick analogico visto che non è “Free”, e se vogliamo dirla tutta non è neanche implementata bene. Sono abbastanza precisi, forse non impeccabile il Control Stick ma ci accontentiamo sicuramente.

Rayman 3: Hoodlum Havoc
Rayman 3: Hoodlum Havoc

Grafica e Sonoro

Mi rimane poco spazio per la parte più interessante del gioco. Pur non impressionando per complessità la grafica è molto ben realizzata: è vero, il motore grafico è ormai datato, poiché è lo stesso utilizzato quasi quattro anni fa per Rayman 2, ma nonostante questo i modelli poligonali sono stati migliorati, compreso quello del protagonista. Bellissimi invece gli effetti luce, che rendono ottima la resa visiva nonostante la già citata carenza poligonale. Lo stile artistico è anch’esso ottimo e coerente, così come la caratterizzazione dei personaggi, divertente vedere i filmati di intermezzo ed ascoltare i dialoghi tradotti tra i personaggi. I livelli esteticamente sono molto vari e differenti tra di loro.
Il sonoro è ottimo, stupendi i dialoghi, di buona qualità le musiche e gli effetti sonori. L’unico problema dei dialoghi in-game è la loro ripetitività, che ancora oggi sembrerebbe essere un limite insormontabile. Simpatico il fatto che i personaggi sembrano sapere di essere in un videogioco e di dover rispettare un copione, come avviene in alcuni cartoni animati. Personalmente preferisco il contrario, ma è una scelta comunque apprezzabile e che dà molto carattere al titolo.

Rayman 3: Hoodlum Havoc
Rayman 3: Hoodlum Havoc

Commento

Rayman 3 è il peggior episodio della saga, banale e facile nell’avventura principale, frustrante quando si tenta di raccogliere ogni cosa per l’esagerata quantità di oggetti reperibili. Le idee sono tutte già viste in passato e i livelli sono lineari, sa comunque divertire grazie ad un’ottima giocabilità macchiata da una pessima camera. Buona la longevità con le sue venti e passa ore, ottimi i minigiochi presenti e gli extra sbloccabili, soprattutto quelli che sfruttano il collegamento tra GameCube e GameBoy Advance. La grafica è apprezzabile.
Se siete appassionati del genere potete anche acquistarlo, dopotutto questa è una saga storica. Se invece volete un platform game da giocare nel tempo libero, comprate Super Mario Sunshine, se lo avete già fatto aspettate Banjo Threeie… Ops… Comprate pure Rayman 3 (se non avete Xbox), che comunque si distingue dal resto della massa incolore dei platform per le next generation console. E’ un po’ triste dire questo, ma gli unici due grandi platform per i 128 bit rimangono Super Mario Sunshine e il primo Sonic Adventure per Dreamcast.

Pro

  • Ottime le sezioni slegate dall’avventura principale
  • Versione GameCube infarcita di extra
  • Buona in generale la realizzazione tecnica
  • Splendidi dialoghi e caratterizzazione
Contro
  • Banale e lineare nell’avventura principale
  • Facile andare avanti…
  • …e frustrante raccogliere tutto
  • Telecamera da rivedere

Ne è passato di tempo dal primo glorioso Rayman, eroe senza gambe né braccia ideato, inizialmente per il Jaguar della Atari, dai francesini della Ubisoft: ricordiamo più o meno tutti l’ottima qualità del prodotto, che però non ebbe dei seguiti nell’immediato futuro. Venne rispolverato qualche anno dopo, più precisamente nel 1999, dotato di un motore grafico 3D. Un buon motore grafico 3D, probabilmente la grafica più pulita mai vista su Nintendo64, console sulla quale Rayman 2: The Great Escape uscì insieme a PSX e Dreamcast. Anche per GameBoy Advance come uno dei primissimi giochi della lineup occidentale, però sulla consolina Nintendo il gioco risultò totalmente diverso tornando obbligatoriamente al 2D.
A tre anni e qualche mese di distanza, la melanzana vivente torna di nuovo tra noi, questa volta su GameCube, Xbox e PlayStation 2 e sempre bidimensionalmente su GameBoy Advance; in questa recensione analizzeremo la versione per il 128 bit Nintendo.