Resident Evil è una delle saghe di videogiochi in assoluto più amata al mondo, ed è innegabile che il quinto episodio del survival di Capcom sia uno dei più attesi dai fans del genere. Nonostante il suo sviluppo proceda a grandi passi sembra però che dovremo aspettare ancora un bel po’, si parla di almeno un altro anno e mezzo, prima di poter mettere le mani su quello che ha tutte le carte in regola per rivelarsi un autentico gioiello per PlayStation 3 e Xbox 360, le due piattaforme che avranno la fortuna al momento di ospitare il progetto, anche se nelle ultime ore si vocifera di una versione per PC. Ma perché continuiamo a parlare di “fortuna”, di “gioiello” riferendoci al gioco? Semplice, intanto perché stiamo parlando di un marchio che di solito non ha mai deluso sostanzialmente le aspettative di addetti ai lavori e appassionati, e il team al lavoro sul progetto, composto da molti elementi che hanno collaborato alla realizzazione del primo Resident Evil su Psx nel lontano 1996, è a maggior ragione una garanzia in tal senso. Poi perché fra le fonti di ispirazione del gioco ci sono niente poco di meno che Half-Life 2 e Metal Gear. Il produttore di Capcom Jun Takeuchi a suo tempo ha infatti rivelato di essere rimasto colpito positivamente dallo sparatutto di Valve Software, in quanto quest’ultimo, oltre alla grafica e alla fisica sbalorditiva, poteva vantare anche una storyline non lineare e piuttosto libera di evolversi a seconda delle scelte del giocatore. Caratteristica, questa, che il produttore vorrebbe introdurre in RE5 insieme ad una totale interattività con l’ambiente circostante.
Gli effetti climatici
Come qualcun'altra mutuata invece dal capolavoro Konami e in particolare dal terzo capitolo della saga di Solid Snake. Jun Takeuchi, infatti, vuole far evolvere il concetto di “survival” secondo il punto di vista Capcom, sfruttando appieno le potenzialità delle nuove piattaforme, e dunque è intenzionato, col suo team, a ricreare virtualmente nel giocatore la sensazione reale di lottare per sopravvivere ad ogni passo. Ecco quindi che oltre agli “infetti” e alle (speriamo) creature della Umbrella, il protagonista della storia dovrà fare molta attenzione al caldo torrido, i cui effetti avranno un certo peso sui suoi comportamenti fisici, e cercare del cibo o dell’acqua per recuperare un po’ di energia quando serve. Senza sottovalutare elementi quali la luce e il buio e il loro impatto a livello visivo sul personaggio, visto che passando da un ambiente troppo illuminato ad uno scuro gli occhi di quest’ultimo dovranno prima abituarsi alla nuova situazione, con tutte le conseguenze del caso. Pensate ad esempio come possa essere pericoloso fuggire e trovare rifugio dagli inseguitori all’interno di un edificio privo di luce. Prima che gli occhi si adeguino all’oscurità potrebbe paventarsi un pericolo, magari un mostro che proprio nel buio si muove con naturalezza. Per il resto, il titolo manterrà in buona parte il gameplay visto in Resident Evil 4, “ma con una sorpresa, un’arma segreta” ha rivelato maliziosamente Jun Takeuchi sulle pagine di Famitsu. In questo caso il termine “arma” è stato usato in maniera generica, riferendosi ad una feature, probabilmente quel mega-pugno sferrato dal protagonista ai nemici nel trailer che abbiamo pubblicato anche noi in questi giorni. A livello di trama, infine, questo quinto episodio della saga dovrebbe essere in tutto e per tutto un "vero sequel", nel senso che la storia è stata concepita per esserlo, e non modificata a lavoro in corso come in parte avvenuto per il quarto.
Il ritorno di Chris Redfield...
Ciò che invece non appare "snaturato“ è Chris Redfield, in forma più che mai. Oramai è ufficiale: è lui il protagonista del gioco, dopo esserlo stato nel primo capitolo della saga e in Code Veronica, in co-abitazione con la sorella Claire. In questo quinto episodio, nonostante la sua “uniforme” ricordi, in maniera ovviamente più evoluta, dettagliata, quella della S.T.A.R.S., l’ex agente di Raccoon City lavorerà per la B.S.A.A., una organizzazione governativa (?) che gli ha dato il compito di indagare su ciò che sta accadendo nella torrida Africa di cui parlavamo nel paragrafo su. Chris, come visto nel primo trailer in “real-time” rilasciato da Capcom, si troverà subito in un mondo in cui regna la violenza e il degrado, e dove probabilmente dei signori della guerra utilizzano per conto della Umbrella il nuovo virus per controllare la popolazione locale. Nel video infatti, vediamo un folto gruppo di invasati (non è detto che siano infetti, potrebbero essere semplici fanatici) che inneggia ad uno strano individuo che su un palchetto-patibolo, dove spiccano i corpi appesi di alcune vittime, col megafono incita la folla mentre un povero disgraziato, terrorizzato sta per subire qualcosa, forse la contaminazione col virus. Tra l’altro questa sarà anche l’occasione per conoscere meglio il personaggio di Redfield, visto che, probabilmente con dei flashback, avremo modo di approfondire il suo passato. Questo aspetto della trama potrebbe inoltre aprire le porte a nuovi interessanti scenari, qualcosa di simile per certi versi a quanto visto in FFVIII (ricordate Laguna?): la possibilità di giocare i “ricordi” di Chris, e quindi di vivere attivamente le fasi post bombardamento di Raccoon, magari affrontando li, nel passato, gli zombi tanto amati dai fans della serie. E scoprire dov’è Barry Burton, cosa è accaduto dopo Code Veronica nella sede europea di Umbrella, etc.
Il Plagas-Virus?
L’avventura è ambientata praticamente ai giorni nostri, o quasi, cioè nel 2008. Torna, salvo imprevisti, ed in maniera attiva la Umbrella, mai veramente sconfitta e pronta a essere di nuovo protagonista ripartendo dall’Africa (Somalia?) con una nuova minaccia, creata sfruttando probabilmente il siero ricavato dal misterioso “estratto” dalle plagas, finito in mano a Wesker, sapientemente mischiato ad un nuovo tipo di virus sintetico. Quale possa essere il risultato di questa operazione è difficile da capire. Noi due anni fa, tra le altre cose, avevamo ipotizzato, in uno speciale sui survival horror “next-gen”, la presenza di tre stadi evolutivi, sull’uomo, della probabile nuova arma batteriologica. Il primo era quello che provocava negli individui uno stato semi-confusionale misto ad una forte aggressività (una sorta di ‘roid rage’, sintomo che nella realtà colpisce ad esempio chi abusa di steroidi). Tuttavia in questa fase i contagiati sarebbero stati ancora senzienti. Il secondo stadio, che sopraggiungeva probabilmente dopo poche ore dall’infezione, trasformava le vittime in creature senza alcun raziocinio o senso logico, sul tipo degli infetti di 28 giorni dopo. Il terzo e ultimo era la non-morte: una volta uccisi senza che il loro cervello avesse subito danni, le persone “appestate” di cui sopra non sarebbero morte del tutto ma resuscitate come zombi. Purtroppo però, le ultime notizie che giungono dal Giappone in proposito sembrano smentire queste ipotesi: i nemici, questa volta, saranno più intelligenti del solito e molto più umani… Ma a questo punto ci chiediamo: cosa c’entrano con la saga Biohazard? In questo modo, qualsiasi possa essere l’evoluzione della serie, dello storyline e degli stessi esperimenti della Umbrella, il franchising appare snaturato. Staremo a vedere. Certo non bisogna sottovalutare l’impatto che nemici di questo tipo possono avere nei confronti dell’opinione pubblica ignorante in materia di videogames: già in passato la saga ha avuto qualche problema con alcune associazioni di genitori contro la violenza in tv e nei giochi, e si parlava di zombi e ragni giganti, figuriamo ci cosa potrebbe accadere ora che si tratta di “quasi umani”.
… e quello di Sherry Birkin?
Si tratta ovviamente di congetture, tuttavia noi ci speriamo. Di certo invece c’è un nuovo personaggio femminile, una ragazza bionda la cui identità è tutt’ora sconosciuta e sulla quale circolano in rete due ipotesi. Entrambe nate da una frase di Takeuchi nella sua già citata intervista di pochi giorni fa su Famitsu, e cioè ”quando la vedrete in azione vi chiederete se questo è davvero un gioco di Biohazard”. Poi ha aggiunto: ”La sua sarà una presenza importante anche dal punto di vista tecnico, sia per la giocabilità che per l’evoluzione della storia. La prima: si tratta di una guest-star di eccezione, e cioè Fiona Belli, protagonista del gioco Haunting Ground, il cui personaggio, o perlomeno uno simile, pare fosse stato inizialmente progettato per far parte del cast di Resident Evil 4 (una delle tre versioni mai ultimate, quelle definite “3.5” per intenderci), la cui presenza insieme al cane potrebbe fornire nuovi elementi per il gameplay, ma la cui figura a grandi linee sarebbe difficile da giustificare nella storia. La seconda ipotesi, forse la più credibile: si tratta di Sherry Birkin, figlia dei ricercatori Annette e William Birkin, creatori del G-Virus di Resident Evil 2. All’epoca dei fatti narrati in quell’episodio era una ragazzina di 12 anni. Ma oggi, ne avrebbe circa 24. Il look corrisponde (rapportando l’età). Inoltre, nonostante la confusione spesso generata dai finali multipli della serie, e dagli scenari doppi creati da Capcom (in uno, quello chiamato “A”, RE2, la piccola viene infettata dal virus e Claire si occuperà di trovare il siero, nell’altro, “B”, la ragazzina porta con se nascosta una fiala che contiene l’embrione G), nel Wesker's Report, “albertone il traditore” dice che Sherry è "al sicuro nelle nostre mani". Quindi la nuova figura femminile intravista anche nel trailer potrebbe essere lei, dotata di poteri particolari e quindi in grado di compiere cose che altri esseri umani non possono fare (da qui il discorso su un gameplay diverso dal solito per la saga: la ragazza potrebbe ad esempio arrampicarsi sui muri o sferrare botte peggio di un Tyrant infuriato…), manipolata dalla Umbrella stessa e messa inizialmente sulle tracce di Chris.
Un engine da urlo
Possibile anche la presenza della doppio-giochista Ada Wong, che nel quarto episodio rubava il siero delle plagas ma anziché portarlo a Wesker, si dirigeva verso la sede della misteriosa “organizzazione” per cui lavora, avversa alla Umbrella. Forse la famosa Bioject che da anni si vocifera possa prendere il posto della stessa corporation? E che potrebbe essere l’artefice anche del bombardamento dell’isola di Rockfort di Code Veronica? Speriamo. Resident Evil 5 sfrutterà ovviamente appieno le potenzialità grafiche e tecniche di PS3 e Xbox 360. Come detto sempre da Takeuchi “vogliamo creare un'esperienza realistica anche visivamente” e infatti per la prima volta nella sua storia, Capcom ha siglato un accordo per lo sfruttamento di un engine di “terze parti”, l’ottimo Unreal Engine 3, per garantire una grafica spettacolare e animazioni a 60fps costanti ai suoi prodotti. Prova ne è che il video rilasciato sul PSN con fasi “in game”, e le foto in HD pubblicate da noi proprio su queste pagine, mostrano un dettaglio estetico molto interessante. Texture di alto livello per vestiti, volti, ambienti, tutti dettagliati, animazioni e fluidità d’insieme spaventose. In conclusione quindi non ci resta che attendere una demo o comunque maggiori dettagli da Capcom in tempi brevi, per avere ulteriori conferme e novità su quanto fino ad ora detto. Al momento, infatti, l’ impressione generale è che da un lato il gioco tecnicamente parlando è decisamente valido, e le features introdotte nella saga per un maggiore realismo e coinvolgimento del videogiocatore lo confermano ulteriormente, dall’altro l’assenza di zombi o ganados, probabilmente anche delle creature che hanno fatto la storia della saga, come i Lickers, gli Hunters, tanto per citarne un paio, e che moltissimi fans speravano di rivedere in questo quinto episodio, possa snaturare la serie. La domanda che difatti circola insistentemente in queste ore nella comunità mondiale di videogamers è “questo è Resident Evil? O un “third person shooter?”… Speriamo di no.
Resident Evil 5 è in sviluppo per PS3 e Xbox 360.