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RetroLudica vol. 04 - Gals Panic (Coin-op)

Belle ragazze da svestire, immagini da ritagliare con strategia e tempismo, ragnoni giganti tra noi e il dolce traguardo. Retroludica vi porta alla scoperta di un classico tra i giochi erotici arcade: Gals Panic di Kaneko.

APPROFONDIMENTO di La Redazione   —   16/10/2005
Videoludica
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vol. 04 - GALS PANIC

Gals Panic
Gals Panic

Lo sfruttamento dell’immaginario sessuale, la messa a video dell’erotismo e la messa in gioco dei rituali che stanno alla base di questa fondante ragione umana: tutto questo è stato oggetto di continua esplorazione – raramente raggiungendo il vero intrattenimento o l’arte - da parte del gioco elettronico. Gals Panic è uno degli esiti più riusciti, divertenti e – si osa provocare – profondi di questa ricognizione. Quella al gioco dal contenuto sessuale è una tendenza che nella maggior parte dei casi si è rivelata prevedibilmente troppo affrettata per andare oltre la superficiale patina dell’attrattiva facile per il pubblico e penetrare davvero nel cuore della tematica erotica (a questo proposito vi rimandiamo a Videoludica vol. 16. Sesso Giocabile). Gals Panic, per fortuna, è un gioco dannatamente semplice nella meccanica, ma anche impegnativo e genialmente ispirato. Riuscire a muovere con tempistica, ragionamento e riflessi un cursore su un campo letale, tracciando poligoni su una figura per conquistare l’immagine di un nudo sottostante, ha quella sorta di attrattiva che non si risolve nel semplice successo o nel fine dell’immagine erotica, ma ha a che vedere con il puro piacere della sfida. Se vogliamo, anche col voyeurismo. Ma solo apparentemente: perché Gals Panic, sotto la sua superficie di action/puzzle dalle immagini softcore, sembra proporsi come una sfida che, in fondo, strizza davvero l’occhio al corteggiamento nella vita reale. Vale a dire che, anche se qui si scoprono nudi di modelle, il vero piacere è proprio nel gioco, nella conquista, addirittura nella lezione che vincere qui può, con un po’ di fantasia, insegnarci anche per lì fuori.

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La tattica giusta per l'agognato obbiettivo

Cosa rara per un videogioco arcade a contenuto erotico, Gals Panic ha una giocabilità immensa: è un marchingegno interattivo privo di falle. La meccanica è ripresa da Volfied, prodotto dalla Taito, che si presentava con una innocente estetica spaziale. In Gals Panic, come nel predecessore, il gioco consiste nel muovere un cursore sullo schermo per tentare di “ritagliare” e conquistare porzioni sempre più grandi delle immagini sottostanti. Tuttavia, nella rilettura di Kaneko le immagini sottostanti e da rendere visibili ritraggono delle affascinanti modelle in pose progressivamente più esplicite a seconda dell’avanzamento nei livelli. L’area di gioco consiste in un’immagine che rivela solo il profilo della modella, distinguendo il suo profilo lampeggiante in primo piano dallo sfondo. In questa area si aggira il nemico: un ragno, un sole, una piramide che, a turno nei tre match per vincere la modella, saltellano, schizzano, rimbalzano per l’area di gioco, producendo infiniti pod letali, emettendo particelle mortali e, in generale, risultando letali al contatto e mettendo a repentaglio il nostro lavoro di ritaglio dell’immagine.

Gals Panic è dannatamente semplice e geniale: usare tempistica, ragionamento e riflessi per conquistare l’immagine sottostante ha un'attrattiva che non si risolve nella sola immagine erotica: ha a che vedere con il piacere della sfida...

La tattica giusta per l'agognato obbiettivo

Il nostro cursore, infatti, è improduttivamente in salvo fintanto che rimane sui bordi delle parti già conquistate. Ma il fine del gioco consiste proprio nello sfidare i pericoli e riuscire a liberare l’immagine della modella, sbloccando e sbloccando fino a raggiungere la percentuale di successo in tre round, alla fine del quale sarà possibile ammirare la donnina come mamma l’ha fatta. Per conquistare le agognate porzioni di immagine, infatti, è necessario avventurarsi tra i nemici, nella parte non conquistata, “richiudendo” la porzione ritagliata in modo che non ci siano bordi aperti. Questo non vuol dire, però, che si debbano ritagliare le parti “interessanti”: al contrario, è lo sfondo a dovere essere liberato, mentre conquistare direttamente le parti della figura sarà punito con l’abbassarsi di una barra bonus che, superata una deprecabile soglia, trasformerà l’oggetto dei nostri desideri visivi in un grottesco mostriciattolo e ci costringerà a conquistare bonus che facciano risalire la barra oltre il livello di guardia. Ritagliare poco a poco le parti clou, insomma, non funziona. L’obbiettivo non è premere sul premio, ma eliminare l’ostacolo: bisogna tentare di ritagliare intorno alla figura, creando possibilmente delle zone-trappola in cui chiudere l’odioso, saltellante, metaforico disturbo dei nostri scopi, sbloccando in un sol colpo il livello con alte, lucrose percentuali.

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GALS PANIC - IL VOTO DI RETROLUDICA

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Il titolo della Kaneko potrà piacere o anche no, e si potrà apprezzare il suo contenuto o meno. Quel che è certo nella questione è che Gals Panic è tutto il contrario di quello che potrebbe sembrare a un’occhiata superficiale, andando la profondità del prodotto ben al di là della semplice exploitation del tema sessuale alla quale si sarebbero dedicati le sue decine di seguiti, cloni e imitazioni successivi. Tutti i titoli che lo hanno seguito sono stati mal realizzati e si sono rivelati poco divertenti, pronti ad esibire per richiamare il gettone facile ma incapaci, al contrario di Gals Panic, di proporre una trasfigurazione del corteggiamento: cosa, questa, che rende possibile considerare il gioco della Kaneko un grande puzzle, un bel gioco di azione, un interessante strategico ma anche, paradossalmente, un geniale gioco... educativo.

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Tutto questo trasforma Gals Panic in una vera e propria metafora giocabile del corteggiamento, con l’agognato obbiettivo, la coesistenza di strategia e riflessi, di prudenza e azzardo. Uscire o non uscire dal bordo in mezzo alla tempesta nemica? Attendere o no, e quanto? C’è persino – a volere caricare i programmatori di un’ispirazione forse creata solo a posteriori da chi scrive - il mostriciattolo di turno come simbolo tangibile dell’insicurezza e delle difficoltà, come limite da aggirare, sfidare e rinchiudere infine in un cantuccio, liberando i prati felici e profumati della vittoria. E c’è addirittura, nel gioco in due, la sfida acerrima, la rivalità senza scrupoli, i fini che giustificano i mezzi, l’incitamento alla mancanza di scrupoli, con la possibilità di rinchiudere l’avversario umano dentro uno dei nostri quadrati: privandolo di un tentativo, il premio sarà un tentativo in più per noi stessi. Amor e morte. Mors tua, vita mea. In Gals Panic si suggella poi un connubio vincente tra meccanica ludica e premio estetico, anche grazie a una realizzazione leggera e divertente, che alterna belle musiche tensive e ultraritmate nelle fasi di gioco a frasi languide di modelle negli intermezzi, accompagnandole visivamente con improbabili, divertenti freak show negli intermezzi e a maialini manga che ci segnalano con le puzze i malus subiti alla ruota della (s)fortuna; oltre che, naturalmente, con le immagini prima disegnate e infine digitalizzate delle desnude giapponesine.

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In Gals Panic, infine, si realizza un gioco vincente, che è però anche una lettura metaforica, trasversale, ironica e intelligente di un pilastro della natura: il corteggiamento. E questo vale anche se fosse al di la delle effettive intenzioni. In fondo non è dato di capire in maniera netta se Gals Panic rappresenti una semplice messa in gioco - terribilmente ben riuscita - del corteggiamento del corpo femminile da parte dell’occhio maschile e delle sue affiliazioni sessuali. O se, al contrario, di questa tensione scopica l’arcade game di Kaneko rappresenti una più o meno voluta metafora o caricatura, un modo di rappresentare a mezzo estetico e ludico il successo o il fallimento, la vittoria o la disfatta in un gioco – sia esso rappresentato o rappresentante - in cui strategia, riflessi e ragionamento sono terribilmente interdipendenti. E se questo esito fosse un caso, non si potrebbe parlare allora, paradossalmente, di maggior risultato artistico?

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RetroLudica è la rubrica di vintage e classic gaming che vi porta alla scoperta dei classici del passato. Retroludica supera il paradigma del "nuovo a tutti i costi". E soprattutto punta il dita sul paradosso per cui, nella folle corsa verso il next gen di turno, il valore di un gioco viene a indentificarsi col suo livello di avanzamento tecnologico, per cui quello che viene atteso e amato viene poi abbandonato. Retroludica guarda al gioco del passato valutando il suo valore intrinseco, senza rinunciare al suo posto nella storia.

In questo numero: Retroludica vol. 04 - Gals Panic (Coin-Op). L'erotic game tra action e puzzle. Tempismo e riflessi uniti a strategia e cautela. Nemici da evitare e immagini da scoprire. Ritmo e humour per un solo fine: scoprire le immagini erotiche di belle ragazze in topless. Retroludica vi porta alla scoperta di un immortale sexy game da sala.