Considerando le dimensioni della squadra e i progetti già in lavorazione, era difficile aspettarsi l'arrivo di Rise of the Ronin da parte di Team Ninja, ancora di più pensare che potesse trattarsi di un progetto di questo respiro. L'annuncio è arrivato completamente a sorpresa durante lo State of Play di ieri notte con uno spettacolare trailer di presentazione, mentre tutti pensavano che il team di Koei Tecmo fosse totalmente preso da Wo Long: Fallen Dynasty, altro gioco decisamente interessante, ma che a questo punto sembra quasi secondario rispetto a quest'altro titolo.
Il primo video ha dato modo di far vedere un po' l'atmosfera e il tono ricercato dagli sviluppatori con questo gioco, ma l'idea che si tratti di un vero e proprio action RPG open world e che Koei Tecmo punti a farlo diventare un notevole million seller mette il tutto sotto un'altra luce. Pare che lo sviluppo vada già avanti da 7 anni e, calcolando che l'uscita è prevista nel 2024, si starebbe parlando di tempi di lavorazione enormi, paragonabili ai grandi progetti di Rockstar Games.
Certo, è probabile che in questo tempo la produzione sia andata molto a rilento e il gioco abbia assunto dimensioni consistenti solo di recente, magari una volta siglata la partnership con Sony che si occuperà del publishing e presumibilmente pomperà una bella quantità di denaro nel progetto, ma resta il fatto che, nelle intenzioni, si tratta forse del gioco più ambizioso visto finora dal team di Ninja Gaiden e Dead or Alive. Grande interesse sicuramente, dunque, ma anche parecchi interrogativi, specialmente per quanto riguarda l'effettiva capacità di portare a termine un open world di questa portata e riuscire anche a caratterizzarlo con una buona impronta originale, ma guardando anche al precedente di Nioh le speranze sono notevoli.
Ricapitoliamo, quindi, tutto quello che sappiamo di Rise of the Ronin.
Il Giappone feudale è tornato di moda
Si può parlare ormai di una vera e propria tendenza: il Giappone feudale (o giù di lì) è tornato di moda: nel giro di pochi giorni abbiamo assistito alla presentazione di Assassin's Creed Codename RED, Like a Dragon: Ishin! e appunto Rise of the Ronin, con gli ultimi due che condividono addirittura lo stesso decennio di riferimento, in termini di collocazione temporale. Rispetto a titoli come Ghost of Tsushima e il suddetto gioco Ubisoft, tuttavia, le due produzioni nipponiche prendono in considerazione un periodo ancora più interessante, in quanto caratterizzato da sconvolgimenti politici e culturali su diversi livelli. Si parla infatti della fine del periodo Edo, quando le "navi nere" degli occidentali - come racconta proprio il trailer di presentazione di Rise of the Ronin - comparvero nella baia di Tokyo imponendo l'apertura all'occidente e ponendo fine al sakoku, i due secoli di isolamento del Giappone.
Si giunse al bakumatsu, che comportò la fine dello shogunato, dell'organizzazione sociale nota come bakufu e il ritorno alla struttura accentrata dell'impero con la restaurazione Meiji.
Questo particolare periodo di transizione è ben visibile anche all'inizio del trailer di Rise of the Ronin, con la panoramica sul volo del corvo che evidenzia la strana commistione tra l'architettura classica giapponese e le nuove strutture che emergono nelle città. In tutto questo, si perdeva anche la funzione e il ruolo dei samurai: alcuni di questi divennero definitivamente dei burocrati integrati nella nuova struttura imperiale, mentre altri divennero dei ronin, ovvero dei combattenti vagabondi senza più uno scopo preciso nella vita. Uno di questi è il protagonista del gioco, un combattente senza legami ma che sembra poter influire sull'andamento caotico del paese.
Un combattente senza regole
Per un guerriero che ha votato la propria esistenza alla difesa di certi ideali, il crollo dell'ordine costituito è un evento ovviamente drammatico, che porta alla perdita dei punti di riferimento. Il protagonista di Rise of the Ronin si trova in questa situazione, ma può ancora contare su alcuni punti cardinali: le sue grandi abilità nel combattimento e un certo senso di giustizia, che probabilmente lo porterà a combattere contro alcune storture della società moderna. Il titolo lascia presagire infatti una forma di ribellione organizzata, una rivolta, che potrebbe avere a che fare con la Ribellione di Satsuma, per quanto possiamo supporre. Una notevole sicurezza deriva invece dal sistema di combattimento, essendo questo un aspetto su cui il Team Ninja eccelle, storicamente. Anche in questo caso, sembra che gran parte dell'attenzione sia stata posta su questo elemento del gameplay, che sarà fondamentale in questo action RPG open world.
Dopo l'esperienza di Nioh, d'altra parte, possiamo aspettarci una certa attenzione alla tecnica di combattimento e all'uso tattico delle armi, con alcune aggiunte che sembrano donare un notevole dinamismo all'azione. Prendendosi delle notevoli concessioni dal Bushido, il protagonista va ben al di là della sua katana ed è in grado di utilizzare anche varie armi da fuoco, come abbiamo visto nello scontro in cui utilizza moschetto a baionetta sfruttando contemporaneamente la lama e le pallottole, ma anche nella scena in cui fredda un nemico estraendo un potente revolver, cosa che può risultare alquanto sorprendente, considerando i cliché classici di questo tipo di ambientazione. La via del Ronin, in buona sostanza, si svela anche nella libertà di approccio al combattimento, con il protagonista ormai slegato dal rigido codice morale e dalle tradizioni imposte dal Bushido che può spaziare fra tecniche e armi differenti.
Libertà d'azione
Questa libertà offerta dalla posizione di ronin, che consente al protagonista di costruire una propria morale ed etica del combattente, dovrebbe riflettersi a vari livelli nel gameplay, insomma. Abbiamo visto come questa sembri avere notevoli influssi nel sistema di combattimento, che si basa su un ventaglio di armi e tecniche utilizzabili per affrontare diverse situazioni, ma dovrebbe rivelarsi anche nel sistema di spostamento del protagonista all'interno del mondo aperto. A simboleggiare questa imprevedibilità nel movimento ci sono il rampino e l'aliante, due strumenti che abbiamo visto associati con successo all'attraversamento di ambientazioni ampie. Oltre ad essere usati negli scontri, possono consentire nuovi modi di interagire con gli scenari, aprendo anche la strada a un certo sfruttamento della verticalità del paesaggio, considerando anche come le diverse architetture dell'epoca presa in considerazione possano offrire spunti di esplorazione in questo senso.
A tutto questo si aggiunge ovviamente l'open world, che dimostra le ambizioni enormi di Rise of the Ronin, ma rappresenta anche una notevole incognita, per un team che finora si è concentrato su strutture diverse e più rigorose. La possibilità di esplorare un ampio mondo aperto è di per sé emblematico della libertà concessa al giocatore e non c'è modo migliore per calarsi precisamente nel ruolo di un ronin, guerriero vagabondo alla ricerca di avventure e di un proprio scopo nella vita.
Aggiungendo a queste caratteristiche un'ambientazione così affascinante, il potenziale del gioco raggiunge notevoli vette, spiegando anche l'ambizione coltivata da Koei Tecmo nei confronti di questo progetto. Manca ancora molto tempo ma le caratteristiche sono molto promettenti e ben sintetizzate fin dal primo trailer: ci sarà da vedere come Team Ninja riuscirà a gestire una produzione di questa portata, considerando che anche il video palesa diversi spigoli da smussare dal punto di vista tecnico, ma da qui al 2024 sarà uno dei titoli da tenere maggiormente d'occhio.