Nell'agosto 2021 Road 96 iniziava un viaggio che ha condotto gli adolescenti emigranti dell'immaginaria Petria dritto nel cuore di moltissimi giocatori. Lo studio ha deciso di riprendere in mano l'ambientazione di questa avventura on the road e di mescolarla con un titolo che aveva sviluppato in precedenza, Lost in Harmony, per creare un prequel che racconta la storia di due giovani, Zoe e Kaito, ben conosciuti da parte dei fan dei videogiochi di DigixArt.
Nato dalla volontà di Yoan Fanise, già Director del brillante Valiant Hearts: The Great War e ora direttore creativo del team, lo studio ha sede in Montpellier ed è stato acquisito nel periodo d'uscita di Road 96 da Embracer Group, conservando la propria autonomia all'interno del gigante svedese. Abbiamo parlato con Fanise del perché lo studio abbia voluto tornare a raccontare una storia ambientata a Petria, delle scelte adottate per il gameplay di Road 96 Mile 0, della preferenza di DigixArt per i protagonisti adolescenti e di molto altro ancora: ecco la nostra intervista a Yoan Fanise, Creative Director di Road 96: Mile 0.
Il passato di due adolescenti
Petria è un Paese immaginario governato da un dittatore, Tyrak, che ha affamato la popolazione e oppresso i dissidenti, spingendo molti giovani a cercare un futuro migliore al di là della frontiera. Erano queste le premesse di Road 96, una sorta di raccolta di viaggi on the road fatti da anonimi ragazzi da interpretare in successione: le singole storie si inseriscono in un quadro più ampio e hanno ripercussioni sugli eventi che interessano Petria alla vigilia delle elezioni presidenziali del 1996. "Il mondo di Road 96 e dello Stato distopico di Petria ha risuonato nel cuore di molti giocatori in tutto il mondo", riconosce Yoan Fanise, "e noi avevamo ancora molto da raccontare. Ci è stato chiesto da dove vengono gli adolescenti che fuggono verso la frontiera, quali erano le loro vite prima di mettersi sulla strada, e abbiamo deciso di raccontare il punto di partenza del loro viaggio: questo è il motivo per cui abbiamo trovato perfetto il titolo Mile 0".
Parte così la storia di Zoe, ribelle dal background altolocato ben nota ai giocatori di Road 96, e di Kaito, giovane proveniente da una famiglia umile e protagonista di Lost in Harmony, un ibrido tra runner e rhythm game pubblicato da DigixArt nel gennaio 2016. Perché unire questi due mondi videoludici? "Durante una delle nostre riunioni, abbiamo guardato a un artwork di Lost in Harmony appeso al muro", risponde Fanise, "e di colpo abbiamo realizzato che la storia di Kaito e Aya sarebbe stata perfettamente inseribile nella lore di Petria. Quanto a Zoe, lei è un personaggio davvero speciale di Road 96, e la sua storia era perfetta per fornire ai giocatori un terreno di confronto tra vari punti di vista".
Al di là dell'ambientazione, Road 96 e Road 96: Mile 0 (come pure Lost in Harmony) hanno un aspetto in comune: la rappresentazione del mondo dal punto di vista degli adolescenti, protagonisti di tutti questi videogiochi prodotti da DigixArt. Yoan Fanise è particolarmente affascinato da questo periodo della vita umana: "È un momento di passaggio dall'ingenuità alla consapevolezza del funzionamento del mondo intorno a te. È anche una fase di emozioni forti e contrastanti, in cui si passa dal riso al pianto, e si inizia a riflettere su temi anche molto controversi. Personalmente mi identifico come un eterno teenager: non prendo la vita troppo seriamente, mi godo ogni momento, e rimango curioso su qualsiasi cosa. Quanto agli adolescenti dei nostri videogiochi, abbiamo voluto esplorare il punto di vista di un giovane che si trova a confrontarsi con problemi economici e una rabbia crescente nei confronti dei leader politici del suo Paese".
Nuove scelte nel gameplay
Questa sorta di integrazione tra Road 96 e Lost in Harmony si riflette anche sul gameplay di Road 96 Mile 0, che abbandona la struttura modulare dei viaggi degli emigranti anonimi, pur mantenendo un forte focus sulle sezioni di dialogo e sulla narrazione in generale, per introdurre delle sequenze da rhythm game che guardano al titolo che aveva visto protagonista Kaito nel 2016. Sono scomparsi anche gli elementi roguelike: DigixArt sembra guardare con un occhio al passato e uno al futuro. "Non ci piace ripeterci: è la nostra paura più grande", spiega Yoan Fanise, "amiamo raccontare storie, ma lo facciamo portando nuove tipologie di gameplay e idee innovative. Con Mile 0 volevamo focalizzarci su un sistema nuovo, dotato di una struttura più lineare a livello di trama, ma con un impatto forte delle scelte del giocatore sul finale. Gli elementi survival e roguelike avevano senso in un viaggio on the road, non mentre i protagonisti si trovano ancora a casa".
Dal punto di vista del design narrativo, la scelta di due protagonisti ben definiti, invece di una serie di emigranti senza volto, ha avuto delle ripercussioni rilevanti. "Creare personaggi anonimi in Road 96 è stata una sfida enorme", afferma Fanise, "riuscire a raccontare una storia che non si focalizzi sui protagonisti del viaggio è stato davvero complesso. Qui volevamo che i giocatori si mettessero nei panni di due individui molto diversi, in modo tale da poter vedere la situazione da due diversi punti di vista e così decidere di cambiare idea in un modo o nell'altro. Si tratta di un qualcosa di più semplice dal punto di vista strutturale, ma più complicato dal punto di vista della realizzazione, dato che molti videogiochi fanno questa scelta e, per questo, è il contenuto a dover fare la differenza".
Road 96: Mile 0 si contraddistingue per la presenza di quelle che il team ha chiamato "Psychedelic Rides", sezioni musicali che rappresentano il percorso e le emozioni di Zoe e Kaito. La scelta è stata motivata dalla volontà di approfondire le sensazioni dei protagonisti, come spiega Fanise: "È vero che il doppiaggio e le animazioni dei personaggi possono far comprendere le loro emozioni, ma si tratta di un qualcosa di limitato, a mio parere. Amo i momenti musicali nei film Disney, e credo che nel mondo degli adulti possa esserci spazio per mostrare emozioni complesse in un modo maturo. È certamente una grande scommessa, dato che si esce fuori dalla realtà vissuta dai protagonisti e si rompe il normale flusso del tempo per il personaggio, ma spero che i giocatori apprezzino questi momenti".
Politica e videogiochi
Road 96 era un videogioco profondamente politico, e abbiamo chiesto a Yoan Fanise cosa pensa dei videogiocatori che non apprezzano che vengano trattate tematiche politiche all'interno del medium videoludico. "Amo questo argomento", risponde il Creative Director di DigixArt, "c'è una famosa frase di Thomas Mann: 'Tutto è politica', ma in questo modo si concluderebbe subito il dibattito. Come creatori di videogiochi, in DigixArt vogliamo parlare di ogni argomento in maniera libera e farlo apertamente. Sono profondamente convinto che ogni tema può fornire le base per un buon videogioco: il punto è trovare il modo migliore per traslarlo in una esperienza videoludica. A oggi, più di un milione di persone hanno giocato Road 96, e i temi politici non li hanno fatti fuggire. Questa è una bella lezione per tutti gli aspiranti sviluppatori di videogiochi che potrebbero essere convinti che il loro tema non è interessante o accattivante: continuate a dedicarvi a quell'argomento e trasformatelo in un punto a favore per la vostra produzione!".
Abbiamo parlato con Fanise anche dell'acquisizione di DigixArt da parte di PLAION (allora Koch Media) e, mediatamente, di Embracer Group (società controllante di PLAION) nell'agosto 2021, proprio mentre Road 96 iniziava a farsi largo tra il pubblico e la critica. "Unirci a PLAION è la cosa migliore che sia mai accaduta a DigixArt", spiega Yoan Fanise, "come studio indipendente, lottavamo quotidianamente per finanziare i nostri videogiochi, proponendoli a centinaia di publisher e scoprendo che metà del nostro tempo doveva essere dedicata a diventare dei business developer improvvisati. Le nostre produzioni avevano considerevoli limiti di budget, mentre ora possiamo sognare in grande, far crescere il nostro personale con prospettive prolungate, e fornire un ambiente stabile e confortevole, che aiuta a sentirci più creativi. Abbiamo mantenuto la nostra libertà creativa, che è alla base di DigixArt, mentre il gruppo ci fornisce supporto per gli aspetti tecnici e commerciali: è una situazione ideale per noi".
Ringraziamo Yoan Fanise, Creative Director di Road 96: Mile 0, e tutto il team di DigixArt per l'intervista, e auguriamo buona fortuna allo studio per il lancio del loro ultimo videogioco e per i loro progetti futuri.