"Perché a noi la qualità ha stufato altamente", diceva il René Ferretti di Francesco Pannofino in un celeberrimo episodio di Boris. Magari le parole non erano proprio queste, è vero, ma il problema della riduzione della "qualità" è sempre attuale ed è al centro anche dello sciopero dei professionisti del doppiaggio, di cui lo stesso Pannofino è uno dei volti più in vista.
La protesta, come ormai saprete bene visto che anche il settimo episodio di The Last of Us non è stato doppiato in italiano su Sky, è iniziata il 21 febbraio e ruota intorno a due punti cardine:
- Il rinnovo del CCNL per normare un settore che ha vissuto molti cambiamenti nel decennio appena trascorso e che si trova ad avere un contratto collettivo vecchio ormai più di 15 anni. Basti pensare all'avvento delle piattaforme OTT (over-the-top, ovvero Netflix, Prime Video, Disney+, ecc) e al loro impatto sui ritmi di produzione: l'aumento della mole di lavoro, sottolineano gli scioperanti, non permette più di garantire la dovuta attenzione alla qualità che ha reso il doppiaggio italiano celebre in tutto il mondo;
- Il pericolo dell'utilizzo delle Intelligenze Artificiali nell'ambito del doppiaggio: con le "cessioni dei diritti" che vengono firmate a lavorazione terminata, la voce dei doppiatori può essere manipolata, replicata e data in pasto a strumenti di "machine learning" senza che il doppiatore ne sia consapevole.
Nel bel mezzo della terza settimana di sciopero, cerchiamo quindi di fare un po' di chiarezza su come si è arrivati a questo punto e su quali prodotti rischiano davvero di rimanere senza doppiaggio. E sì, risponderemo anche alla domanda: ci sono dei giochi che potrebbero slittare?
Lo sciopero
I doppiatori sono in sciopero dal 21 febbraio per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale relativo ai professionisti del doppiaggio (non solo attori-doppiatori, quindi, ma anche direttori, assistenti, dialoghisti-adattatori). Il CCNL, siglato 19 anni fa, è scaduto da 15: come potrete immaginare, insomma, la categoria è ormai abituata a contrattazioni di lunga durata. Anche perché latitano risposte concrete della controparte, Anica e sigle similari, cui fanno capo le società di doppiaggio, che a loro volta hanno per committenti major, reti televisive e le già citate piattaforme. Anche il ministero della Cultura, guidato dal ministro Gennaro Sangiuliano si è defilato dal dibattito dichiarando la questione "non di propria competenza". Anche se eroga finanziamenti ed agevolazioni fiscali proprio alle società di doppiaggio.
Una novità della trattativa, invece, è rappresentata dall'accento posto sul pericolo dell'utilizzo delle Intelligenze Artificiali nell'ambito del doppiaggio. Come vediamo sempre più spesso sui social, infatti, IA addestrate tramite un processo di machine learning sono in grado di replicare in modo sempre più realistico le voci delle persone, facendo dire loro quello che vogliono. Nel caso dei doppiatori, questo processo può portare non solo a scenette grottesche su TikTok, ma anche a una manipolazione sistematica che potrebbe mettere a rischio l'intero settore. Il tutto in modo perfettamente legale, visto che le "cessioni dei diritti" che vengono firmate a lavorazione terminata sono ormai talmente generiche che permettono di utilizzare la voce del professionista firmatario nei modi più disparati, e su tecnologie non chiaramente specificate.
In questo caso, però, l'auspicio è che la protesta faccia breccia negli organi legislativi, nazionali e sovranazionali, affinché affrontino seriamente un problema che potrebbe avere ripercussioni sociali incalcolabili (si pensi ai video assurdi di Todd Howard e di numerosi politici che sfruttano anche il Deepfake).
Le soluzioni
Il rinnovo del contratto, dicevamo, non passa solo attraverso la questione economica, anche se fino ad oggi sono mancati anche i classici adeguamenti Istat. E non è nemmeno solo un problema di riconoscimento di una professionalità che, stando alle parole di Alessio Cigliano, può contare su un forte gradimento del pubblico: secondo lo storico doppiatore di Kenshiro, che abbiamo intervistato anche su queste pagine, le major "hanno fatto dei sondaggi dai quali risulta che l'85% degli spettatori italiani preferisce il doppiaggio alla versione originale sottotitolata".
Un problema annoso è anche quello dei ritmi di lavoro sempre più massacranti e poco agevoli. Lo stesso Cigliano ha raccontato alla giornalista di Repubblica, Rosaria Amato, che i doppiatori sono costretti a correre da uno studio cinematografico all'altro: "Mi capita di percorrere la tangenziale di Roma anche quattro volte al giorno", ha detto Cigliano, che ha aggiunto di aver misurato il percorso di una semplice giornata di lavoro: "170 chilometri, tutti all'interno di Roma".
Tra le richieste, poi, c'è anche quella di ridurre la quantità di "righe" all'interno dei turni. Se infatti un maggior turn over delle voci potrebbe essere visto come soluzione all'aumento del lavoro, i doppiatori che abbiamo contattato ci hanno precisato un paio di cose:
- l'aumento dei ritmi lavorativi non riguarda solo i doppiatori, ma anche le altre figure comprese nel CCNL e i fonici, che non sono compresi ma che subiscono/condividono le rivendicazioni della altre figure professionali. Magari un doppiatore potrebbe prendere parte a meno lavorazioni, ma direttore, assistente e fonico si farebbero comunque turni pieni di righe;
- le urgenze di consegne aggravano ancora di più il peso del numero di righe a turno quindi, in termini quantitativi, è il numero di righe a turno che rende il turno più pesante o più leggero.
Non avrebbe senso qui andare a spiegare nel dettaglio la divisione in turni della giornata tipo di un doppiatore. Quel che ci è utile capire è che a più righe per turno corrisponde per forza di cose una riduzione della qualità, sia per il minor tempo concesso per rifare battute che non soddisfano, sia per l'affaticamento che turni sempre più compressi possono causare all'attore-doppiatore.
Le conseguenze dello sciopero
Allo sciopero finora hanno aderito praticamente tutti i doppiatori italiani in attività, inclusi ovviamente quelli che al cinema affiancano spesso e volentieri delle lavorazioni in ambito di videogiochi. Di alcuni di loro abbiamo parlato nello speciale dedicato a chi sono i doppiatori italiani di Final Fantasy XVI, dalla voce di Clive Rosfield, Alessandro Capra, a quella di Dion Lesage, Luca Appetiti.
È difficile però fare previsioni sulla durata dell'agitazione. Tre settimane sono già un tempo piuttosto importante, tanto che Nuovo Imaie e ANAD hanno istituito un fondo per sostenere lo sciopero, finanziando i lavoratori più deboli da un punto divista economico. Oltre a The Last of Us, quindi, altre serie in simulcast ispirate ai videogiochi potrebbe subire ritardi nell'adattamento, mentre non dovrebbero esserci problemi per Super Mario Bros. Il Film: il trailer finale doppiato anche in italiano, oltre ad alcuni segnali che provengono da vari esponenti del settore, ci fanno pensare che la pellicola arriverà nelle sale senza intoppi.
E i videogiochi? Beh, i videogiochi non sono al momento compresi nel CCNL per il doppiaggio. Ne consegue che lo sciopero non tocca in alcun modo l'ambito videoludico.